martedì 24 marzo 2020

RIFLESSIONE DI CARLA DALLA COMUNITA' DI PIOSSASCO


Benedizione Irlandese

Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano



Mt 13, 1-9
In quel tempo Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

“Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare”. Si getta sul mare uno sguardo che ha sempre qualcosa di perduto, mi diceva un anziano... e forse questo stesso sentimento accompagna questa indimenticabile parabola dei terreni. Solo chi, almeno in un’ora della sua vita, si è sentito perduto, non fa più graduatorie, non conosce più preferenze, ma un insieme di situazioni che possono anche succedersi nel tempo, essere superate, e poi ritornare, fino alla fine. Così è di questi terreni, che Gesù conosceva così bene. Non si dice che uno sia preferibile all’altro. Non si dice qual è il frutto di cui parla Gesù. Sono situazioni diverse, che tutti prima o poi viviamo, nessuna esclusa.
È una lettura della condizione umana dal di dentro, da chi l’ha attraversata senza esenzioni. Il vangelo non dice che un terreno è meglio dell’altro. Gesù ha troppo rispetto per la vita, l’ha ascoltata troppo in profondità per attardarsi a dare pagelle. Dice solo: “Chi ha orecchi per ascoltare ascolti!”, un’esortazione, una domanda che giunge fino a noi. Sappiamo “ascoltare il vento sulla propria pelle”, “sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima”, avere “la carne a contatto con la carne del mondo”? (Alda Merini). Perché questo è, in definitiva, ascoltare. 
(Da una predicazione di un frate di Bose)