Questa
sera voglio portarvi, con l’affettuoso saluto, anche un caloroso
invito a leggere la Bibbia. Ora il tempo ce l'abbiamo. E' necessaria ora la nostra decisione.
Quando leggiamo la Bibbia, in
realtà incontriamo un paesaggio in movimento, spesso spiazzante, inatteso e conturbante, strano… A noi piacerebbe
trovare dei santi da copiare, un manualetto con l'alfabeto di tutte le
virtù. Invece i personaggi che incontriamo non costituiscono per
nulla modelli da imitare, persone credenti tutte d'un pezzo.
Chi cerca
modelli pronti all'uso, può chiudere con delusione e sconcerto la
Bibbia perché essa non è se non la storia dei cammini di
pellegrini alla ricerca di una strada e di una compagnia quella di
Dio.
Il personaggio (vocabolo che deriva dal latino personam
agere) vuol
dire mettere in scena non una cronaca, ma una narrazione che ha una
verità più profonda. Quando noi leggiamo i libri della Bibbia
ebraica, ci troviamo di fronte alle esitazioni di Abramo a mettersi in
viaggio, alle rimostranze e alle proteste di Mosè davanti al suo
compito di guida del popolo, ci troviamo di fronte alla risata scettica
e sonora di Sara davanti alla promessa della fertilità che troviamo
in Genesi 18; ci troviamo davanti a personaggi come Giaele Debora e
Sisara (Libro dei Giudici cap.4 e 5) madri dentro la comune pazzia della guerra.
E poi non parliamo
dei profeti, a cominciare da Elia che impreca fino a Geremia che
bestemmia, per giungere a Giona che si oppone all'ordine di Dio.
Sono personaggi così lontani estranei ed insignificanti per la nostra vita? Come possono queste storie bizzarre avere qualcosa da dire a noi che viviamo in un mondo tutt'altro?
Forse tutti
questi personaggi parlano di noi più di quanto ci sembri alla prima
lettura, perché mettono in scena non una semplice cronaca, ma tutto il
teatro del cuore umano, tutti i paesaggi della nostra vita. Il rapporto - relazione con Dio non è qui descritto come un cammino senza ostacoli, un misticheggiante percorso di ben note vite dei santi in
cui ci sono inarrivabili eroi di virtù e di coraggio. No, assolutamente no. Spesso la
Bibbia ci narra di una lotta come quella notturna di Dio con Giacobbe, dalla quale si esce feriti.
Se noi cerchiamo delle cronache edificanti, rivolgiamoci altrove. Se cerchiamo invece quella verità che è ben
oltre la cronaca, è difficile leggere la Bibbia senza trovare molti
tratti del nostro cammino quotidiano. Chi non ha conosciuto i giorni
del canto festoso e danzante di Miriam e chi al contrario non ha provato e qualche volta ha ceduto alla seduzione dei vitelli d'oro?
Questo è il messaggio intramontabile delle Scritture: ci parlano di
Dio mentre parlano di noi perché Dio è con noi e con la creazione e
con ciascuno e ciascuna di noi. Leggiamo la Bibbia perché abbiamo
fiducia che Dio ci accompagni, sempre senza rubarci i tratti della
nostra umanità. Egli ci invita alla conversione, al cammino, non alla perfezione.
Per giunta egli è il Dio fedele, anche se, come ci ricorda Isaia, qualche volta Dio è nascosto, misterioso, gioca a nascondersi (Isaia 8,17 e 45,15). Che sia la "mossa" giusta per farsi cercare?
Franco Barbero
(Trascrizione del messaggio orale del giorno 17 marzo a cura di Franca Gonella).