domenica 15 marzo 2020

UN DONO STRAORDINARIO DELLE SORELLE BRASILIANE DI ROMA

A G A P E

Ecco il momento favorevole ...

Il tempo di avere uno sguardo diverso sulla vita”


Dalla lettera ai Cor. 6,2
“Vi esorto fratelli, a non accogliere invano la grazia di Dio, Egli dice infatti: “Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti sono venuto incontro”. Ecco ora il tempo opportuno, ecco ora, il giorno della salvezza”.

Canto: Este és el dia del Señor!
Este és el tiempo de la misericordia!

Lettura della realtà
“Una parola “inopportuna”. Da due giorni mi torna in mente l’omelia del Vescovo di Milano nella prima domenica di Quaresima, nel Duomo a porte chiuse, dentro la città deserta. Ci viene rivolta oggi una parola che suona inopportuna. Risuona una di quelle parole che possono mettere di malumore, come un intervento maldestro, come un richiamo che sconcerta, sembra venire da chi non comprende la situazione. E la parola inopportuna è quella di Paolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. Inopportuno davvero, parrebbe, in una metropoli spaventata per la salute e per la crisi economica in cui teme inevitabilmente di cadere, andare a dire, con Paolo,”ecco il momento favorevole”. Ma il vescovo di Milano ha ribadito: “Ecco il momento per cercare Dio. Per essere liberi, per cercare la riconciliazione, per praticare il buon vicinato, per spezzare il pane con l’affamato, per farsi vicini a coloro dai quali tutti si allontanano”. Umanamente pare un mondo alla rovescia quello cui richiama il vescovo. Talmente paradossale quel richiamo, che forse anche noi credenti alcuni non hanno capito, o non hanno voluto capire. Eppure, quel “momento favorevole” è ancora più grande”.
(Marina Corradi)
Canto: Este és el dia del Señor!
Este és el tiempo de la misericordia!

“Perché basterebbe allargare appena lo sguardo dai titoli sul coronavirus che monopolizzano Tv e Web in questo momento, pure grave, per vedere quanto di assolutamente drammatico sta succedendo nello stesso momento ai bordi dell’Europa. Dove decine di migliaia di profughi afghani, siriani, somali assediano il confine della Turchia e Grecia, o approdano disperati all’isola di Lesbo. La Turchia di Erdogan li ha lasciati andare e loro si sono catapultati ciecamente verso la grande speranza, l’Europa. E lì si vedono respinti a lacrimogeni dai soldati greci, e picchiati coi bastoni sui gommoni. Per scoraggiarli i militari sparano in aria e in acqua, o con le motovedette provocano onde che sbilanciano le barche stracariche. Un bambino di 6 anni, siriano, è annegato così, un ragazzo di 22 anni è morto nei respingimenti. Un disastro umanitario dovuto ai calcoli di Erdogan e alla politica inane dell’Europa. Questa volta non sono barconi in ordine sparso nel Mediterraneo, né piccoli drappelli di fuggiaschi. Questa volta sono migliaia di uomini, donne e bambini!”. (Marina Corradi)


Canto

Solo le pido a Dios,

que el dolor no me sea indiferente

que la reseca muerte no me encuentre

vacio y solo sin haber hecho lo suficiente.



Solo le pido a Dios

que el futuro no me sea indiferente

desahuciado esta el que tiene que marchar

a vivir una cultura diferente.



Solo le pido a Dios

que la guerra no me sea indiferente

ès un monstruo grande y pisa fuerte

toda la pobre inocencia de la gente.


Guardate... quelle tende nel fango, i falò per scaldarci, le vedove circondate dai bambini che cominciano a morire per il freddo delle notti all’aperto; quella crociata di miserabili spinti come pedine dal governo turco contro le frontiere dì Europa.

Tutte
Occorre che torniamo capaci di guardare oltre i nostri soli interessi: a chi soffre vicino e anche lontano, a quelli che rischiano la morte con i loro bambini”. (Dall’Avvenire”)

“Tocca a noi tenere alto lo sguardo. È una quotidianità silenziosa, quella di questi giorni, che sta mettendo a dura prova le nostre certezze, cambiando le nostre abitudini.
Papa Francesco ci invita ad alzare lo sguardo per incontrare la realtà dell’altro, la stessa che in questi giorni fatichiamo a scorgere in tutta la sua fragilità. Il nostro deve essere uno sguardo attento e non distratto che sa cogliere il dolore dell’altro. Dovremmo continuare a lasciarci interpellare dallo sguardo di chi è nel dolore e dovremmo non lasciarci sfuggire la possibilità di essere, anche da casa nostra, generatori di speranza”. (Martina Sardo)

Canto: Este és el dia del Señor!
Este és el tiempo de la misericordia!

È il tempo favorevole per rivedere il nostro approccio alla vita

“È un tempo strano, dominato dalla paura per un nemico invisibile. Ma il coronavirus può diventare positivo se riusciamo a cogliervi l’appello a un vivere e a un vivere insieme, intessuto nelle trame della vita e della morte, dell’amore di sé e dell’amore dell’altro. Cogliamo la sfida di questo momento. Torniamo a imparare che si vive con pienezza se si accetta la sfida dell’alterità e la necessaria trasformazione del limite.

Canto: Este és el dia del Señor!
Este és el tiempo de la misericordia!

Il “non toccarsi”, “stare a distanza” può diventare l’occasione per riscoprire la centralità del guardarsi. Torni lo sguardo a essere il “tocco” che salva, che crea incontro! E forse il tocco degli occhi possiede un’intensità ed esige una distensione temporale che non conoscevamo o che avevamo forse dimenticato. Ci viene detto che per vivere è necessario restare a casa. Non più correre, non più dimorare. Scoprire il dilatare di questo verbo: lo stare vicino dei figli con i genitori, dei fratelli, dei partner. Il condividere i pasti insieme.
Possiamo trasformare questo momento in opportunità. Non abbiamo avuto il tempo di imparare che ogni limitazione richiede la capacità di trasformarci. Torniamo a imparare a vivere con pienezza”. Giuseppe Matarazzo)

Tutte :
“E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano. Forse ci sono doni”. Mariangela Gualtieri)

(Due persone)
- È tempo di riscoprire la responsabilità personale e collettiva davanti al bene comune.
- Ci scopriamo oggi vulnerabili, fragili, inermi di fronte a un “nemico” che non vediamo.
- La comunità si scopre unita in modalità nuove e diverse, creative di gesti di solidarietà.
- È tempo di rinnovare, o risuscitare i rapporti in famiglia cancellati dal tanto fare e
dall’avere poco tempo per l’altro.
- È tempo di scoprire la ricchezza della lettura, del silenzio, del riposo.

Canto
Guarda dentro la vita che vivi Guarda dentro il male che esiste
scendi nel cuore di ogni realtà scruta il bene che abita ovunque
e vedrai cose che occhio mai vide allor vedrai la giustizia e la pace
né mai ha udito orecchio d’alcuno. abbracciarsi e tenersi per mano.

Guarda dentro il dolore del mondo Guarda dentro la notte e vedrai
vedrai da dove proviene la gioia come nasce l’aurora di luce.
e guarda oltre il potere che opprime Guarda ben oltre a ciò che si vede
di libertà i semi vedrai matura già La nuova creazione


“Anche noi, mentre eravamo così un po’ incerte e sconcertate di fronte alla quaresima, la vita ci ha risposto naturalmente offrendoci un tempo opportuno, ponendoci davanti una difficoltà imprevista. È stato chiaro che la quaresima ci offre di accogliere e non solo accogliere ma anche di assumere le prove che la vita ci manda a tutti livelli: piccoli e grandi, dentro e fuori di casa. E di assumerli con la coscienza che sotto gli avvenimenti umani c’è sempre nascosta l’azione di Dio. E questo naturalmente richiede purificazione della nostra disponibilità”. (Lelena)

Tutte
“Nella vita c’è la prova della speranza, c’è la prova della fede, c’è la prova dell’amore. la vita ci offre continuamente l’opportunità di assumere queste prove di speranza, di fede, di amore che sono le prove più importanti della vita”. (Giuseppe Florio)


“I misteri della vita sono profondi, sono infiniti, sono come delle gallerie oscure che sono Dio, nelle quali noi ci inoltriamo, vivendo perché la vita serve a camminare e non a star fermi davanti alla bocca della galleria dicendo: c’è una galleria. Bisogna inoltrarsi dentro, provare, scoprire nel buio, nella notte e poi anticipare la fine”. (Lelena)

Tutte
“Se entriamo in questo tunnel buio con la forza dell’amore, all’improvviso si accende alla luce. Chi vive nell’amore compie questo tragitto: dal nulla al tutto, dal buio alla luce”.
(Balducci)
“La luce chiede accoglienza, disponibilità, apertura, cura e attenzione. La luce va percepita lentamente. Non dice tutto in una volta, non abbaglia di colpo, centellinando gli aspetti straordinari e la speranza in essi fondata”. (Marcello Farina)

Invocazione:
Luz que te entregas, luz que te niegas
a tu busca va el pueblo de noche, ilumina sus sendas.


La purificazione della quaresima significa accogliere la vita e renderla più bella, più armoniosa e più fraterna. Come rendere possibile tutto questo?

“Dove ci spinge il vento di questa domanda? Forse ci porterà semplicemente a comprendere la vita umana come possibilità di Dio. Sì, questa vita, che così fatichiamo ad abbracciare, accettare o capire. Questa vita che è esaltante come una danza senza fine e al tempo stesso è luogo di fragilità, contraddizione e dolore. Questa vita, che è così in transito fra direzioni opposte, è il bersaglio dello sguardo di Dio. Proprio questa vita che noi costruiamo giorno dopo giorno, che resiste all’astratto e si lascia vedere meglio nel concreto: in gesti piccoli e grandi, in opere di ampio respiro o nel minuscolo sillabario dei giorni. Questa vita che si quantifica e si misura, ma per rimanere indecifrabile, è il luogo di Dio”. (José Tolentino de Mendonça)


Canto: Os fatos da vida

Os fatos da vida com tudo o que tem

são uma pintura rasgada prá mim

toda ela desfeita em muitos pedaços

confusa, sem nexo, sem muito sentido:

desfigurou-se o rosto que nela se via.



Já estava rasgada quando nasci,

não conheço o rosto pois nunca o vi,

mas sei que esiste, pois vejo seus traços

rasgados, perdidos, naqueles pedaços:

era lindo, tão lindo,

que saudades me vem.



Eu vou recompor esta vida rasgada

e ver este rosto que tanto me atrai

às vezes, parece que já vou conseguindo

já o devo ter visto não sei onde mais

mas mal se define, logo se esvai.



Procuro o pedaço que ainda me falta

para ver este rosto que fala prá nós

não consegui encontrá-lo

na vida que vivo

mas sinto que um dia vou consegui-lo

e sei que será um dia feliz.



E vai ser um dia em que vou encontrar

a chave da vida, o sentido das coisas

pois vou encontrar Alguém muito amigo

que vai revelar de vez quem nós somos

vou ver este rosto que tanto me atrai.


Stamani davanti a Dio credevo di capire momento per momento il mistero di questa vita, non fatta per la morte ma per la risurrezione, affinché potesse guardare, amare tutte le cose del mondo con occhi luminosi.

(2 cori )
  • “Liberaci, Signore, da ogni arida pretesa della mente e del cuore, di voler capire e spiegare ogni cosa e tutto.
  • Donaci lo stupore dinanzi al Tuo mistero, la fedeltà nell’inconoscenza.
  • Conduci la nostra intelligenza illuminata dal Tuo Spirito, sui sentieri dove Tu ti riveli.
  • Da’ a noi occhi limpidi per contemplarti oltre ogni apparenza e un umile cuore per lasciarci trasformare da Te e da ogni cosa o evento in cui Tu ti celi.
  • Donaci, Padre, soprattutto di stupirci di fronte agli eventi unici e irripetibili che Tu compi per noi lungo la vita”. (Bruno Forte)
“Accetta dunque, la vita concreta con le sue piccole luci e il suo vasto cerchio d’ombra, con le lodi e il biasimo, con l’onore e il disonore, con la ricchezza e la povertà, con il riposo e la stanchezza che l’accompagnano. Accetta la vita sempre e comunque anche quando chiede alle tue possibilità lo sforzo supremo. Accetta e adempi i compiti che ti vengono assegnati da Dio: scendere nel mondo per lottare e combattere, per soffrire e amare, per sperare insieme a tutti, nonostante tutto”. (G. Vannucci)

Invito al gesto
Facciamo silenzio, ascoltiamo la vita che ci abita e che tutto avvolge. Accogliamo con dolcezza, senza fretta il suo mistero, accettandone tutti i limiti, abbandonandoci al Mistero più grande della vita donataci da Dio.
Gesto : In silenzio tenere le mani aperte come accoglienza

Partecipazione della comunità

Memoriale

“Celebrare è poter dire: Sì e Amen alla vita. Nell’Agape tutto si trasfigura, perché tutto diventa simbolo e sacramento. Nell’Agape viviamo quello che la storia ci nega concretamente. Per questo l’ Agape possiede un innegabile carattere anticipatore. In esso cantiamo già la liberazione, ci sentiamo già a tavola con Dio, quali figli e figlie nella casa paterna. Nell’ Agape è come se tutto arrivasse al suo culmine e alla sua convergenza: il segno e la realtà, il mondo e Dio”. (Balducci)

Tutte
Gesù con la sua vita e la sua opera ci ha lasciato un segno di questa promessa del Regno.
Egli seduto a mensa con i dodici, prese del pane, lo spezzò, ne porse a tutti e disse: “Questo è il mio corpo offerto per voi, la mia vita data perchè tutti abbiano la vita”.
Poi prese nelle sue mani la coppa del vino, rese grazie al Padre, la porse ai suoi discepoli e disse: “Prendete e bevetene tutti per liberare il mondo da ogni schiavitù. Fate questo per non dimenticarvi di me”.

Condivisione

Ringraziamento
“Mi piace ringraziare Dio per tutto quello che mi dà, ed è sempre così tanto che non ho parole per descriverlo. Eppure sento che devo ringraziarlo allo stesso modo anche per quello che non mi dà, per le cose che sarebbero belle e che non ho avuto, persino per quelle che ho chiesto e desiderato molto, ma che non mi sono capitate. Il fatto di non averle ricevute, mi ha costretto a trovare forze che non sapevo di avere e, in un certo modo, mi ha permesso di essere quella che sono”. (Dal libro: “Liberiamo il tempo”)

Tutte
“Ho chiesto a Dio la ricchezza per essere felice e lui mi ha dato la povertà perché imparassi la saggezza. Ho chiesto di tutto per godere la vita e lui mi ha dato la vita per godere di tutto. Non ho avuto nulla di quello che avevo chiesto ma ho avuto tutto quello che avevo sperato”.

Inno (cantato)

Dio d’amore, o fonte di gioia,
vogliamo offrirti un inno di grazie;
nulla chiediamo se non di cantare,
lodarti in nome di ogni creatura.
Sei tu la vita e vita è luce,
tutte le cose continui a creare,
e formi l’uomo a tua somiglianza,
l’uomo che è il volto del tuo mistero.
L’occhio tuo fondo gli hai posto nel cuore
perché egli scopra le tue meraviglie
e sempre celebri il santo tuo nome,
la tua bellezza narrando nel canto.

A lui affidi i cieli e la terra,
gli apri i segreti del tuo universo,
con lui agisci nell’unico amore
e porti avanti con lui il creato.