domenica 29 marzo 2020

UNA LETTERA CRITICA

Caro don Franco,
ho letto stasera ciò che hai scritto sul tuo Blog riguardo al momento di preghiera che ha guidato papa Francesco e sono rimasto senza parole, proprio senza parole.
"Spettacolo ignobile", "il papa incarnazione del ritualismo bigotto", "Si manipolano le coscienze".....
Ovviamente, ognuno ha il diritto di pensarla come crede, ma, per quanto possa essere partecipe di fondate critiche ad una certa teologia ancora presente nella cultura di papa Francesco, non riesco proprio a pensare come non ci si possa sentire uniti a lui nello stare accanto a Gesù in questa supplica al Padre.
Forse può dividerci la teologia?
Assolutamente NO!
Tutti, senza distinzioni di fedi, di convinzioni e - credo - di teologie hanno visto in quell'uomo anziano e dolente il simbolo dell'umanità smarrita ed atterrita di fronte al dramma del Coronavirus.
Quale sarebbe lo spettacolo ignobile, con il quale papa Francesco avrebbe manipolato le coscienze?
Ho anche io le mie riserve (per quello che contano, ovviamente) sulle indulgenze, sulla presenza della mentalità espiatoria delle morte di Gesù, sul diavolo (citato durante l'omelia di stamattina).
Ma queste differenze arretrano del tutto e fanno posto all'ammirazione e soprattutto alla simpatia nel suo significato etimologico: quest'uomo, senza imbrogliare e manipolare nessuno, ha incarnato, pur con i suoi limiti (e chi di noi non li ha?), l'umanità sofferente che guarda al mistero di Dio con dolore ma anche con speranza.
Il dolore, caro don Franco, esprimiamolo per i drammi che tanti nostri fratelli stanno vivendo combattendo direttamente con il Coronavirus, come è il caso del carissimo fratello vescovo, don Derio, e per tutti/e noi che non riusciamo ad intravedere la fine di questa tragedia.
A te il mio saluto fraterno.


Lorenzo TOMMASELLI