ho letto stasera ciò che hai scritto sul tuo Blog riguardo
al momento di preghiera che ha guidato papa Francesco e sono
rimasto senza parole, proprio senza parole.
"Spettacolo ignobile", "il papa incarnazione del ritualismo
bigotto", "Si manipolano le coscienze".....
Ovviamente, ognuno ha il diritto di pensarla come crede,
ma, per quanto possa essere partecipe di fondate critiche ad
una certa teologia ancora presente nella cultura di papa
Francesco, non riesco proprio a pensare come non ci si possa
sentire uniti a lui nello stare accanto a Gesù in questa
supplica al Padre.
Forse può dividerci la teologia?
Assolutamente NO!
Tutti, senza distinzioni di fedi, di convinzioni e - credo
- di teologie hanno visto in quell'uomo anziano e dolente il
simbolo dell'umanità smarrita ed atterrita di fronte al dramma
del Coronavirus.
Quale sarebbe lo spettacolo ignobile, con il quale
papa Francesco avrebbe manipolato le coscienze?
Ho anche io le mie riserve (per quello che contano,
ovviamente) sulle indulgenze, sulla presenza della mentalità
espiatoria delle morte di Gesù, sul diavolo (citato durante
l'omelia di stamattina).
Ma queste differenze arretrano del tutto e fanno posto
all'ammirazione e soprattutto alla simpatia nel suo
significato etimologico: quest'uomo, senza imbrogliare e
manipolare nessuno, ha incarnato, pur con i suoi limiti (e chi
di noi non li ha?), l'umanità sofferente che guarda al mistero
di Dio con dolore ma anche con speranza.
Il dolore, caro don Franco, esprimiamolo per i drammi che
tanti nostri fratelli stanno vivendo combattendo direttamente
con il Coronavirus, come è il caso del carissimo fratello
vescovo, don Derio, e per tutti/e noi che non riusciamo ad
intravedere la fine di questa tragedia.
A te il mio saluto fraterno.
Lorenzo TOMMASELLI