Che
cosa significa oggi prendersi cura
dell’altro?
dell’altro?
di Ernesto Borghi
Il mondo di oggi, dalla Cina al resto dell’Asia sino all’Italia e al resto d’Europa (ma l’America non ne è immune), sta vivendo giornate in cui un possibile contagio influenza con drammaticità le condizioni di vita di milioni e milioni di persone.
Tante persone, professionalmente impegnate a livello sanitario e sociale, si stanno prodigando per curare e confortare moltissimi propri simili che, in particolare quando sono anziani, appaiono esposti a situazioni di incertezza anche molto gravi, appesantite da questo virus ignoto e preoccupante.
E allargando la riflessione al notevolissimo numero di circostanze spesso anche assai annose, in cui il nostro Pianeta vede donne e uomini in stato di indigenza e/o vessazione socio-economica - si pensi a coloro che fuggono dalla guerra o dalla miseria - una domanda si propone con forza crescente: che cosa significa oggi prendersi cura dell’altro?
Sovente si dice, perlomeno da parte di chi ha una lunga esperienza di vita al proprio attivo, che “una volta c’era solidarietà tra le persone” anche perché “eravamo più poveri, dunque ci aiutavamo di più”. Al di là dell’eccessiva sommarietà di queste parole, l’individualismo esasperato, che talora si vive oggi, non è un’invenzione.
Pur considerando assai positivamente l’importanza esistenziale di un benessere globalmente molto più diffuso che anche solo cinquant’anni fa, avere spesso privilegiato, nei fatti, l’avere sull’essere, i beni materiali su quelli spirituali non ha favorito la solidarietà interpersonale e il tasso collettivo di umanità. E la scarsa attenzione alla qualità delle relazioni umane è una lacuna educativa e culturale non di rado devastante a cui è indispensabile porre rimedio.
Come? Con una rinnovata capacità, da parte degli adulti di guardare all’altro non anzitutto come un avversario o un concorrente, ma come una persona che ha il suo stesso diritto di sviluppare al meglio la propria personalità e la propria vita a livello individuale e sociale. E, per poter riflettere su questi temi le occasioni formative ad ampio raggio possono essere le più diverse. Un esempio: il n. 22 della collana “Parola&parole - monografie”, periodico ufficiale dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (www.absi.ch), affronta il tema in questione, ossia “La cura dell’altro”. Esperte ed esperti del campo biblico, teologico, antropologico, socio-sanitario si sono confrontati con questo argomento umanamente fondamentale, pubblicando nel 2018 questo saggio, patrocinato anche dal Dipartimento Santità e Socialità del Canton Ticino, che conoscerà nelle prossime settimane in Italia una nuova edizione ampliata. Nel nostro tempo appare sempre più evidente la necessità di favorire una collaborazione interdisciplinare nell’educare i cuori e nel formare le menti alla cura degli altri, nel prevedere, con vera lungimiranza, gli interventi amministrativi e politici necessari in campo sociale, medico e assistenziale. Chi volesse affrontare questi aspetti della vita e cultura contemporanee, potrà richiedere il volume in questione e vedere e ascoltare la registrazione di un incontro tenutosi nell’aula magna dell’Ospedale Civico di Lugano, il 19 giugno 2019, con l’intervento dei medici Antonietta Cargnel, grande esperta nella lotta contro l’AIDS e già primario di malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano (la struttura in queste settimane nota a livello internazionale per la cura del Coronavirus) e Mattia Lepori, collaboratore dell’Area medica presso la Direzione generale dell’Ente Ospedaliero Cantonale ticinese e di Alberto Bondolfi, docente emerito di teologia morale presso l’Università di Ginevra (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=FSJhTbbbxLM).
Tra i giovani di oggi sono pochi coloro che comprendono l’importanza della solidarietà interpersonle e del sostegno nei confronti di chi è indigente o, comunque, in difficoltà sociale, culturale ed economica? Credo siano molto più numerosi di quanto spesso si creda e si dica: occorre credere nella possibilità di coinvolgerli in progetti e occasioni rilevanti e nella loro sensibilità in proposito, al di là di quanto noi adulti possiamo pensare di loro. Molto dipende dalla credibilità nostra nel testimoniare, con un impegno quotidiano effettivo, l’adesione a questi valori, ossia ad una cura degli altri che sia intimamente e visibilmente umana. All’epoca del Coronavirus e di qualsiasi altra affezione endemica, sapendo che il virus probabilmente più distruttivo e negativo che esista sia l’indifferenza nei confronti degli altri…