Oggi la liturgia cattolica propone la lettura della passione secondo il Vangelo di Matteo dal capitolo 26.
Preferisco raccogliere uno stimolo che ritengo particolarmente significativo dal capitolo 21 in cui dal versetto 1 al versetto 11 si narra l'entrata di Gesù in Gerusalemme.
Lasciando le infinite disquisizioni sul significato reale e sui significati conferiti dalle letture del fatto a cura degli evangelisti, la testimonianza è unanime su un particolare: Gesù non entra in Gerusalemme seduto sul destriero dei ricchi e dei potenti, su un carro da governante, ma sulla cavalcatura dei padri di Israele (Genesi 49,11 e Giudici 5,10). Egli entra su "un'asina con un puledro figlio di bestia da soma". Qui gli evangelisti si sbizzarriscono saltando dalla citazione di Zaccaria 9,9 a Isaia 62,11.
Ecco il significato: Gesù è totalmente estraneo alle modalità dei potenti e questo ingresso, nel suo stile umile, caratterizza tutti i suoi comportamenti dai primi passi della Galilea fino al suo ingresso a Gerusalemme.
Egli è il testimone del regno di Dio. L'esatto opposto del regno dei re che la potenza romana allora esemplificava in modo insuperabile.
Le nostre chiese non dimentichino di entrare nelle vie del mondo in compagnia di questa asina e di questo asinello. Il quadro parla da sé: il Vangelo non si annuncia con strumenti del potere .
Franco Barbero