venerdì 3 aprile 2020

LA FLEBILE VOCE DELLE CATTOLICHE DI CASA NOSTRA

Il 6 novembre del 2008 l'allora arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois, si espresse così: «La cosa difficile è trovare donne formate. Non basta portare la gonna, bisogna avere qualcosa nella testa». Il porporato si riferiva al ruolo delle donne nella Chiesa Cattolica. In Francia, la battuta innervosì parecchio molte di quelle ecclesialmente impegnate e due di loro, Christine Pedotti (nota giornalista e scrittrice) e Anne Soupa (nota teologa e biblista) reagirono fondando il Comité de la jupe, il comitato della gonna, diventato ormai la spina nel fianco dei vescovi francesi. Lo scopo dell'associazione, riconosciuta dall'ordinamento civile d'Oltralpe, è quello di difendere l'uguaglianza e la dignità dei battezzati, donne e uomini, di Francia. Come prima iniziativa denunciarono alla Officialité di Parigi (il tribunale ecclesiastico) l'arcivescovo per i suoi propositi misogini: denuncia ritirata dopo le scuse dell'interessato. In seguito, diedero vita alla Conferenza Cattolica dei battezzati e delle battezzate di Francia, le cui osservazioni (anche se obtorto collo) entrano di diritto nelle riunioni dell'episcopato transalpino. Ora anche in Spagna, dopo la recente assemblea dei laici, le donne ecclesialmente impegnate hanno redatto un "manifesto" firmato non solo dalle partecipanti all'assemblea, ma anche da altre realtà, congregazioni e monasteri femminili compresi. La parola che circola è revuelta, rivolta per ottenere «diritto di parola, diritto di voto e leadership nelle situazioni adeguate». In Italia, dove la via della democrazia e dei diritti deve molto all'associazionismo femminile anche cattolico, le donne ecclesialmente impegnate cosa fanno? A Roma, in teoria, ha sede l'Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche. Eppure alle tante che nel mondo ancora vanno a messa, per il momento, offre solo camomilla.
Filippo di Giacomo

(il Venerdì, 20 marzo 2020)