lunedì 6 aprile 2020

LA MULTINAZIONALE DELLA GIUSTIZIA E DELLA FELICITA'


Multinazionale della giustizia e della felicità. Il regno di Dio qui e ora.

Mentre invio un saluto affettuoso a tutti e a tutte, enuncio il tema di questa sera.
Vorrei parlare della multinazionale della giustizia e della felicità, cioè nel linguaggio biblico, del Regno di Dio.
E' stupendo provare a immaginare e a capire ciò che gli evangelisti ci tacciono dopo la presentazione al tempio di Gesù dodicenne. I Vangeli non ci parlano dello spazio che intercorre fino ai suoi trent'anni quando Gesù riceve il battesimo delle mani di Giovanni il Battista al fiume Giordano, ma è ovvio che i grandi cambiamenti e la presa di coscienza sia nella nostra vita, come in quella di Gesù, non avvengono mai d'un balzo. Gesù nella vita nel suo villaggio a Nazareth continuò la frequentazione della sinagoga, con una vita di famiglia che era quella di tanti papà, mamma, fratelli e sorelle: lavoro e relazioni interfamigliari e nel villaggio. Non fu certamente per caso che Gesù, potè incontrare Giovanni Battista. sentiva parlare di un certo Giovanni, chiamato il battezzatore, e, allora sorpreso dalle voci, che correvano si informò. (Noi del Giovanni Battista abbiamo notizie precise storiche che vengono da Giuseppe Flavio) vi leggo qualche riga del libro Antiquitates e chi era questo Giovanni Battista: era un uomo buono che esortava i giudei a una vita corretta alla pratica della giustizia reciproca e all’adorazione verso Dio e così facendo le persone si disponevano al battesimo a motivo della sua predicazione. Furono molti i sospetti da parte di Erode tanto che fu portato in catene nel Macheronte la fortezza e qui fu messo a morte. Ecco le notizie di Giuseppe Flavio: sono molto chiare storicamente. La persona di Giovanni Battista è molto documentata. Giovanni fu uno la cui voce giunse a Gesù e Gesù ebbe in questo Giovanni un punto di riferimento. Quando lo ascoltò Gesù ebbe e come un risveglio della sua memoria.
Non erano le stesse parole di Isaia di Daniele? Gesù fu colpito fu coinvolto e cominciò a frequentare la scuola del Battista.
In qualche modo entrò nel suo sentiero. Maria Giuseppe la famiglia vedevano Gesù piuttosto strano e per loro suonò come un campanello d'allarme il giorni in cui Gesù comunicò egli si sentiva ormai un vero discepolo del Battista. “Sì voglio fare come lui e vado al Giordano e mi faccio battezzare”. Non sappiamo per quanto tempo esattamente Gesù frequentò la scuola del Battista e godette della vicinanza del maestro, ma è certo che alla sua scuola Gesù lentamente scoprì la sua vocazione. Gesù tutta la vita non ha mai cessato di porsi questo interrogativo e la voce di Dio non gli arrivò dal cielo. Le parole infuocate del suo maestro e le ingiustizie che vedeva a Nazareth e dintorni lo aiutarono a ripensare alle parole di Isaia e dei profeti. Un giorno, di villaggio in villaggio, corse la voce che Erode Antipa, come documenta Flavio Giuseppe ha fatto arrestare il Battista nella fortezza di Macheronte; anzi lo ha fatto uccidere. Gesù non può reggere la notizia se non pensando “devo continuare la sua opera come il Battista mi insegnò”. Dio ci spinge a fare la giustizia.
Senza indugio Gesù si mette in azione. Ha il cuore pieno delle parole profetiche. Ricorda bene Isaia 52 “come sono belli i piedi dei messaggeri che vanno nel mondo a portare la bella notizia, che dicono Dio regna “Javhé malak” Dio regna; io radunerò gli zoppi, raccoglierò gli sbandati, chiamerò gli abbandonati, i derelitti, saranno il mio popolo, dice il profeta Michea, sì gli orfani, le vedove, lo straniero, l’eunuco, il lebbroso, la prostituta. Ecco Gesù pensa che questo insegnamento dei profeti e del maestro vadano gridati nelle vie dei villaggi anzi gridate sui tetti, tale è la forza che implora da Dio, tale è il grido del suo cuore che alcuni vogliono dargli ascolto. Ci sono alcune donne curiose che si interrogano, si fermano, e alcuni pescatori che dimostrano attenzione, mentre a Nazareth nella piccola sinagoga e nei dintorni dicono che c'è in paese un matto, lo accusano di essere un imprudente, un ribelle che non sa quel che fa e quel che dice, che si mette contro i rappresentanti dell'impero romano e così non potrà piacere né ai sacerdoti né al popolo la voce si diffonde: è amico di tutti i pezzenti, di tutti fuori di testa e dei pubblici peccatori, va con le prostitute, con i lebbrosi, gente di malaffare. La famiglia di Gesù, possiamo pensarlo, è in una crisi profonda. La bottega che Giuseppe aveva messo in piedi con tanta fatica rischiava di essere ora senza lavoro; una buona famiglia, si diceva a Nazareth, avrebbe fermato in tempo un figlio pazzo così che non ha nessun rispetto per le autorità che va a dire in giro delle cose senza possibilità di realizzo. La famiglia di Gesù prende una decisione difficile; Andiamo dal nostro figlio dal nostro fratello per fermarlo (Marco 3, Luca 8, Matteo 12). Non c'è nulla da fare.
Gesù vuole allargare la famiglia a quelli che cercano, come i profeti, la volontà il regno di Dio. I fratelli e le sorelle tornando a casa sono scoraggiati. I pareri però sono discordi: Per Maria il vero problema è che Gesù si mette nei guai, per Giacomo il secondo figlio di Maria e Giuseppe, è sicuro che gliela faranno pagare e finirà male; per Judith la sorella minore le cose sono più complesse: “sì mio fratello è imprudente però a pensarci un po' le cose che dice sono vere”. Si profila una notte difficile per questa numerosa famiglia di Nazareth che forse aveva già visto morire papà Giuseppe quando stava intravvedendo un futuro incerto per questo suo figlio. Gesù non rientra a casa quella sera e diventa vagabondo del regno di Dio quella sera però trova ospitalità a casa di un certo Pietro e di suo fratello Andrea. Qui il villaggio è pieno di gente abbandonata, raminga e Gesù inizia un dialogo: amici miei vi accorgete com'è questo mondo: noi dobbiamo fare qualcos’altro, dobbiamo in realtà intravvedere che cosa Dio vuole da noi. Tutti lo ascoltano con curiosità. Ma a che cosa dici? “non vedete i poveri i vagabondi, le prostitute, gli stranieri, non vedete voi che vita grama fate senza nessun riconoscimento? Questo è l'impero di Roma. Ma c'è il nostro Dio che vuole altro, che vorrebbe la felicità e la giustizia.
Andrea vuole capire meglio: qual è la differenza dell'impero romano? In esso continua Gesù contano i grandi i potenti, quelli che hanno soldi, quelli che comandano. Invece l’impero di Dio, quello che chiamiamo regno di Dio, è quel modo di vivere in cui si pensa, si provvede soprattutto al bene e alla felicità dei poveri, degli ultimi, delle donne abbandonate, della prostituta, dello straniero, del vagabondo. Noi caro Andrea dobbiamo passare la nostra vita il nostro tempo e metterci le nostre energie in questa direzione. A Pietro non era sfuggita una sola parola...”caro Gesù che impresa?” “E sì caro Pietro, questa impresa si chiama impresa regno di Dio e noi però abbiamo un dono, una fortuna: l'impresario di questa impresa è Dio che non lascia mai soli e sole gli operai e le operaie della sua impresa. Ci chiama e ci accompagna.
Caro fratello cara sorella, questo racconto è più storico di quanto tu possa immaginare. L’ho narrato perché il proprietario del campo, Dio, ha bisogno anche di me e di te, dei nostri cuori, e delle nostre braccia, del nostro tempo e delle nostre energie. Il regno di Dio ha bisogno degli operai nella vigna: questa impresa della felicità e della giustizia che Dio vuole costruire nel mondo, deve avere in noi operai operaie solleciti, felici e volenterosi. E poi ….tutti e tutte incluse, senza distinzione di età, di censo, di religione, di cultura, di orientamento sessuale e senza i primi della classe...Questa è la novità del regno di Dio
Buonasera buonanotte a noi tutti e tutte.
Franco Barbero (3408615482 -- 012172857)
(Trascrizione dal vocale del brano del 1 aprile 2020 a cura di Franca Gonella e Fiorentina Charrier)