Il Presidente senza barbiere diventa uno di noi in quarantena
di Sebastiano Messina
Se
avesse voluto farci capire in un modo più efficace come lui sta vivendo
questi giorni di quaresima quarantenata, Sergio Mattarella
difficilmente avrebbe trovato nulla di meglio di quello che è successo
per sbaglio, quando il Quirinale - per un errore tecnico mai capitato
nella storia della Repubblica - ha messo in rete il suo messaggio al
Paese senza ripulirlo dai “fuori onda”, dalle prove e dagli inciampi.
Vedere il Presidente fermarsi a metà discorso («Oh Signore, non riesco a
leggere»), sentirlo mentre quasi si scusa con l’operatore («Mi
dispiace, mai successo»), richiamare bonariamente il suo amico e
portavoce («Giovanni per piacere però scegli una posizione, perché se ti
muovi io ti seguo e mi distraggo») ci ha ricordato che a molti di noi
in questi giorni capita di peggio, quando dobbiamo registrare solo un
videomessaggio su Whatsapp.
Ma è stato nel momento in cui Mattarella ha
risposto all’invito ad aggiustarsi i capelli candidi, sospirando «Eh
Giovanni, non vado dal barbiere neanch’io…», che lo abbiamo sentito
davvero uno di noi. Un Presidente che avverte sulle sue spalle tutto il
peso di guidare un Paese attraverso la tempesta, ma che non può – come
tutti noi – neanche uscire di casa per andare a farsi tagliare i
capelli.