sabato 11 aprile 2020

La strage silenziosa degli anziani
Cure agli anziani oltre il virus


Scrivo in riferimento agli articoli de La Repubblica (intervista al prof Gustavo Zagrebelsky e "I comitati etici contro l'Unità di crisi") e alle rassicurazioni dell'assessore regionale , Luigi Icardi, sul fatto che il criterio dell'età non sarà discriminante per l'accesso alle cure. Solo i dati finali dell'epidemia diranno se a tali parole corrispondono i fatti; per esempio sappiamo che i malati di coronavirus nelle Rsa non vengono trasferiti in ospedale, ma seguono il decorso della malattia - spesso fatale - presso le strutture, dove non ci sono medici 24 ore su 24.
È importante che vi siano state dichiarazioni forti contro il tentativo di eugenetica sociale nei confronti degli anziani , ma è inquietante il silenzio che finora c'è stato nei confronti della pratica di eugenetica sociale che passa sotto il nome di lista d'attesa, senza tempi di risposta, per un anziano non autosufficiente, specie se con demenza o Alzheimer, che ha necessità di cure domiciliari o di un posto in Rsa. Da anni denunciamo l'abbandono di questi malati, tanto dagli ospedali quanto dalle Asl che dovrebbero garantire prestazioni domiciliari contributi per poter garantire le prestazioni di cui necessitano 24 ore 24 e ricoveri tempestivi nelle Rsa, quando non è possibile rimanere in casa. Prima del coronavirus, alla Regione era stato sollecitato l'avvio di un confronto con le parti sociali per garantire le prestazioni indispensabili: parliamo di almeno 30mila cittadini piemontesi e delle loro famiglie, sfinite e impoverite, perché abbandonate dal Servizio sanitario regionale che nega la copertura economica della sanità a interventi a cui hanno diritto i loro congiunti. Speriamo che finito il coronavirus non si dimentichi che vi è un'altra emergenza da affrontare.
Maria Grazia Breda, Presidente Fondazione Promozione sociale

(La Repubblica 25 marzo)