mercoledì 1 aprile 2020

PER SUPERARE L'IGNORANZA DEI PROCESSI STORICI

La dimensione storica è poco conosciuta.
Questa sera vorrei intrattenermi un po' con voi su questo punto: quanto è importante conoscere il percorso attraverso il quale la nostra esperienza religiosa, catechistica, devozionale, si è formata nei secoli. 

Parto dalla constatazione di un comportamento che a me sembra purtroppo ancora diffuso. Il buon parrocchiano sovente è quel tipo di cattolico praticante che è assiduo alla messa domenicale. Per lui questo è un appuntamento importante e di questi tempi, spesso molti vanno ad accendere una candela a qualche Madonna o a qualche santo. Fanno la comunione, ascoltano, ma questi fratelli queste sorelle quando a messa sentono quelle formule, prendono l'ostia, fino a che punto si domandano  sono consapevoli della formazione di quel rito e del suo significato? Come è avvenuto il passaggio dalla mensa del pane alle ostie? 
Così pure chi ha creato quella credenza per cui nell’ostia ci sia Gesù ?
Ma il rischio è che per molti, che si tratti del battesimo, del matrimonio dell'unzione degli infermi, che si tratti delle esequie, si pensa che tutto l'apparato ecclesiastico tutta la liturgia abbia a che fare direttamente con Gesù, , che queste cose le abbia voluto lui, che fin dagli inizi si credesse all'esistenza dell'inferno, del paradiso, delle indulgenze e dei sette sacramenti.
Se poi uscendo vede ancora affisso alla porta della chiesa l'avviso di qualche pellegrinaggio a Lourdes, a Fatima, a Medugorje, pensa che tutto questo faccia parte della sua esperienza cristiana .
E' sicuro del fatto che questa solida tradizione viene da Gesù.
La fede catechistica è ancora molto prevalente, diffusa e prende tutto questo come verità; anzi, viene normalmente insegnato, che non bisogna dare retta a quei ribelli che per orgoglio criticano e fanno perdere la fede ai semplici. Questo è l'argomento: si dice che questi teologi così disobbedienti tutto sommato sono dei distruttori, sono gli arroganti. In pratica questa  difesa dell'immobilismo, dell'intangibilità delle feste, dei rituali dei dogmi è il culto dell'ignoranza, è la paura del cambiamento.
Mi sembra fatto apposta proprio per coloro che non hanno voglia né di studiare né di operare per la creatività del cambiamento costruttivo.
Il problema sta nel fatto che così si dà vita ad un grande consumismo di riti di fede di sacramenti, senza la minima capacità di giudicare in quale rapporto tutto questo stia con la fede. Anzi si difendono queste modalità come essenziali per la fede.
Faccio un esempio che sovente mi torna in mente quando  penso a tutti i riti mariani: chi conosce che la festa della Madonna del rosario nasce ad ottobre del 1572 con decreto del papa Pio V per ricordare il massacro dei nostri fratelli musulmani a Lepanto? Una festa che nasce sul massacro. Potrei citare altre situazioni simili.
E' la conoscenza dei fatti storici che ci aiuta a conoscere la realtà e dare un significato.
Oggi davvero viviamo con immensa gratitudine a Dio e con vero entusiasmo il fatto che nel percorso delle nostre vite possiamo incontrare donne e uomini che finalmente si pongono domande si informano, cercano, non si affidano più alla predica del parroco o alle rispostine del catechismo. Questi cristiani sono persone che hanno compiuto un percorso verso una fede adulta, sostenuta dalla ricerca e dalla lettura biblica. Non è più la formuletta dogmatica che fa crescere la fede, ma cominciare a capire che lo stesso Gesù ha compiuto un percorso di fede.
La dimensione storica ci arricchisce e ci sfoltisce ed elimina alcune falsità della nostra storia dogmatica.
Il papa ha tardato ad autodefinirsi infallibile tanto che solo Pio IX che nel 1870 si autodefinì papa infallibile. Prima non lo era.
Così per molti di noi è stato una scoperta liberante il sapere che tutta la fede in Dio è una fede non fondata sulla paura, sul purgatorio, sull'inferno, sulle esequie, sulle indulgenze, ma su un Dio biblico che è estraneo a tutta questa costruzione manipolata dal clero fino al madonnismo.
Oggi possiamo rallegrarci di questo: davvero fioriscono a migliaia questi studi che restituiscono una pura e fresca aria alla nostra fede. Molte generazioni credevano di pensare a Maria, ma in realtà nel catechismo avevano solo conosciuto quella bambolina di gesso, tutta casta, tutta celestiale, che poi nel 1950 papa Pio XII fece volare in cielo in una carrozza angelica e stabilì il dogma dell’assunzione: un dogma stabilito nel 1950!!
Viviamo questo tempo in cui siamo sopraffatti da guerre, pandemie da infiniti problemi ma anche da tragiche disuguaglianze crescenti povertà: c'è davvero di che essere tristi ed oppressi, ma per noi credenti si tratta anche di un tempo opportuno per ridire con parole nuove con una ritrovata essenzialità, una fede che nei secoli è stata progressivamente sepolta e tradita da una montagna di credenze aggiunte, di emozioni create a scopo di infantilizzare il popolo di Dio, di linguaggi e di dottrine che oggi non hanno più nessun senso.
Quando partecipiamo ad un culto, quando ci prepariamo ad un incontro, quando compiamo un rito religioso, domandiamoci sempre che senso hanno le parole che pronunciamo, che senso hanno i simboli le preghiere che diciamo in rapporto alla nostra fede.
Non accettiamo mai le parole senza senso, i credo come parole volatili che non dicono più nulla. Infatti la fede va vissuta dentro la storia e la storia è fatta di esperienze, di battaglie e anche di parole che parlino ai nostri cuori. Le parole senza senso sono parole che non aiutano a crescere. Io mi auguro che in questo tempo di silenzio possiamo studiare, riflettere, acquisire alcune conoscenze nuove. Facciamo lo sforzo di riservare un po' di tempo allo studio, per discernere con attenzione quello che è essenziale, vitale, sorgivo per la nostra fede e tutto quel fardello inutile che hanno aggiunto per oscurare il mistero di Dio e per renderci sottomessi al potere gerarchico.
Aiutaci o Dio a conoscere i percorsi storici della liberazione interiore ed esteriore per non cadere nelle trappole delle invenzioni clericali.
Buona notte buon riposo e tanta felicità nelle comunicazioni e nelle relazioni Ciao Ciao Ciao
Franco Barbero

(trasposizione scritta della conversazione orale del 30 marzo a cura di Franca Gonella e Fiorentina Chiarrier)