giovedì 9 aprile 2020

UN LIBRO DA NON PERDERE

Un giorno chiesi a Gabriella Caramore: «Per chi scrivi i tuoi libri?». Mi rispose più o meno così: «Li scrivo per chi, essendo troppo vicino a Dio, non capisce più quanto sia problematica e discutibile la fede in lui; e li scrivo per chi, essendo troppo lontano da Dio, non riesce più neppure a riconoscere il peso e il valore che la parola "Dio" ha avuto e continua ad avere nell'esperienza e nella storia dell'umanità». I «troppo vicini» e i «troppo lontani» sono dunque i primi, anche se non gli unici, destinatari anche di quest'ultimo libro*, agile e denso, nato, come lei stessa confida (p.133), nello spazio della trasmissione Uomini e profeti di Rai RadioTre, da lei condotta per vent'anni, nel corso dei quali si è «appassionata» alla parola "Dio", con cui lei ora, scrivendo queste pagine, si è confrontata direttamente e personalmente, da sola, un po' come (si licet parva componere magnis) Giacobbe alle prese con l'angelo, per tutta una notte, al guado di Iabbok (Esodo 32, 22-32).

* G. Caramore, La parola Dio, Torino, Einaudi,2019, pp.131, euro 12,00