domenica 29 novembre 2020

IN PERU'

 La forza della protesta

La Repubblica, Perù

Il golpe parlamentare alla fine è stato sventato. Le due immagini che simboleggiano questa vittoria sono il giuramento sereno e rassicurante del nuovo presidente della repubblica, Francisco Sagasti Hochhausler, e la decisione della procuratrice generale Zoraida Àvalos di avviare un'indagine preliminare contro Manuel Merino (presidente dal 9 al 15 novembre) con l'accusa di omicidio colposo, abuso di potere, lesioni gravi e sequestro. La democrazia si è imposta grazie a un'intensa pressione pubblica, che ha disarmato il gruppo parlamentare promotore della destituzione del presidente Martín Vizcarra il 9 novembre.

Restare vigili

Da questi giorni di crisi politica e sociale possiamo trarre alcuni insegnamenti. Il primo è che non bisogna arrendersi e bisogna chiamare le cose con il loro nome. Come La maggioranza dei peruviani, questo quotidiano ha scritto da subito che la decisione presa dal congresso il 9 novembre, anche se sancita da una votazione, era un colpo di stato nella forma e nella sostanza. Altrettanto importante è stata la risposta rapida della popolazione, che ha capito il pericolo ed è scesa in piazza per difendere la democrazia. Migliaia di peruviani, soprattutto giovani, sostenuti dalle famiglie e dalle comunità con rumorose caceroladas (manifestazioni pacifiche e rumorose), si sono imposti come il fronte democratico più importante, in grado di frenare la deriva autoritaria. La repressione brutale delle proteste pacifiche da parte della polizia ha peggiorato la situazione di Merino e del suo governo, che si sono dimessi. Il Perù ha superato un momento difficile. Le forze autoritarie e i loro alleati corrotti in parlamento sono stati sconfitti, ma sono sempre lì. Per questo la cittadinanza deve restare vigile. La transizione è appena cominciata.

Internazionale 1385 | 20 novembre 2020