mercoledì 23 dicembre 2020

LE PRIGIONI DOGMATICHE

Nella sua riflessione su "Istruzioni per un altro Natale" Massimo Recalcati constata la morte del Natale nel suo significato originario nel tentativo di scoprire un senso per un Natale altro (Repubblica 22 dicembre).

Mi stupisce sempre il fatto che insigni studiosi facciano riferimenti al "racconto cristiano" completamente interno alle mitologie natalizie. "Il destino del piccolo Gesù è già scritto ed è quello di morire sulla croce" e "il Dio bambino ospitato in una stalla" e la mangiatoia e via di seguito...

Tra mito, racconto e storia, se non si precisano i linguaggi, chi legge crede di trovarsi  davanti ad una cronaca. Il tutto con le migliori intenzioni, in piena consonanza con il tradizionalismo dilagante. Del resto ci siamo un po' abituati a sentire dagli "intoccabili della cultura" ambigue lezioni di teologia. 

Per Eugenio Scalfari Cristo, Dio, la chiesa sono il pane quotidiano nel riferirci riflessioni personali e dialoghi con Francesco.

Oggi su Repubblica fa il teologo cristologo.

Massimo Cacciari addirittura definisce Maria che "gravida all'istante di Dio Lo genera" (Generare Dio, Il Mulino, pag102).

Affermazioni nette, certe , dogmatiche.

I romani avevano un proverbio sapienziale: "Calzolaio, non oltre la scarpa".

Se da una parte è positivo il fatto che le parole della fede occupino lo spazio laico della cultura e della informazione, dall'altra è piuttosto sconcertante constatare che queste menti illuminate portano acqua al mulino del tradizionalismo cattolico nei suoi aspetti più dogmatici e devozionali, quasi a conferma della sacralità e della intangibilità del castello istituzionale e dogmatico cattolico,

Franco Barbero