domenica 21 febbraio 2021

Giorno della Memoria

Re Mohammed V e gli Ebrei Marocchini

Il re che seppe dire di no a leggi moralmente ingiuste e salvò molte vite umane

 

Nel Giardino dei Giusti di Yad Vashem, luogo della memoria della Shoah a Gerusalemme, dal 1963 vengono piantati alberi di carrubo per commemorare "uomini giusti tra le nazioni", che hanno rischiato la loro vita per aiutare degli ebrei  e cercare di salvare loro la vita. In tale giardino sono stati commemorati, tra gli altri, il noto Oskar Schindler, i nostri connazionali Giorgio Perlasca, Carlo Angela e Gino Bartali.

Tra i giusti che ancora non rientrano nell'elenco di Yad Vashem è doveroso ricordarne uno, non meno meritevole, che a suo tempo fece un nobile gesto di solidarietà ed evitò così una tragica fine a migliaia di persone: Re Mohammed V, nonno dell'attuale Sovrano del Marocco, Mohammed VI.

Occorre ricordare, come premessa, che in Marocco  la comunità ebrea è molto antica e, già prima della fondazione dello Stato di Israele, vi dimoravano abitualmente più di 300.000 ebrei. Molti di essi arrivarono in Marocco già nel 70 d.C., quando il Regno di Giudea fu distrutto e molti suoi abitanti cercarono rifugio nelle province dell'Impero Romano . Il Marocco allora faceva parte della provincia romana "Mauretania". Nel corso dei secoli, la comunità ebbe molte vicissitudini e fu anche perseguitata, durante i regni dei vari sultani che si succedettero e la dominazione di tribù e dinastie arabe provenienti dal Medio Oriente.

Tuttavia riuscì nel tempo ad integrarsi nella società marocchina, contribuendo al suo  sviluppo e occupando anche posizioni di rilievo nelle istituzioni dello stato. La tradizione di tolleranza ha sempre caratterizzato la monarchia della dinastia alaouita in Marocco, Paese in cui convivono ancora oggi musulmani, cristiani ed ebrei, senza particolari attriti. Mohammed V tenne sempre a preservare l'unità almeno morale e civile del Marocco. Ancora oggi in Marocco vi è una politica religiosa aperta e tollerante, dove le fedi abramitiche vivono assieme e collaborano per il progresso del Paese. La comunità ebraica marocchina si è ridotta progressivamente a partire dalla nascita dello Stato di Israele e, a seguito delle numerose emigrazioni, attualmente conta circa 8.000 persone.

Negli anni '40, la Francia occupava parzialmente il territorio del Marocco, dove aveva tentato di introdurre le stesse leggi anti-ebraiche che erano state approvate in Algeria.  L'allora Presidente Vichy, su ordine di Adolf Hitler, chiese al re Mohammed V di consegnare una lista con i nomi di tutti i sudditi marocchini di fede ebraica. Il re si oppose a tale richiesta, impedendo così un'inevitabile deportazione degli stessi nei lager nazisti. Egli rispose che "non esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini". Impedì quindi ai nazisti di applicare nel suo Paese le leggi anti-ebraiche e compì altri due gesti simbolici per riaffermare con un gesto di sfida e coraggio l'eguaglianza della comunità ebraica marocchina all'interno della Nazione. Infatti, alla successiva richiesta  di imporre agli ebrei di indossare la stella gialla, il re rispose che avrebbero dovuto ordinarne dieci in più, per i membri della famiglia reale e, in occasione della sua ascesa al trono nel 1941, invitò una rappresentanza della comunità ebraica marocchina ai festeggiamenti.

L'opposizione alle leggi antiebraiche in Marocco, grazie alla determinazione del sovrano, coinvolse tutta la popolazione. Molti avvocati e professionisti marocchini di fede ebraica furono protetti dai loro colleghi marocchini di fede musulmana.

«Noi ebrei marocchini siamo stati salvati da re Mohammed V. È grazie a lui se in Marocco la Shoah non c'è stata», dichiarò in un'intervista il rabbino Yousef  Haddad, esponente di spicco della comunità ebraica marocchina.

Da anni André Azoulay, Consigliere ebreo del Re Mohammed VI (e già Consigliere del padre Hassan II), si batte affinché anche a Re Mohammed V venga dedicato un albero nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme.

Angelica Rossetti


Fonti: agenzie internazionali d'informazione e interviste sul web (Prof. Marco Baratto, esperto di storia del Marocco e cultore della materia presso l'università Statale di Milano - articoli Aki-Adnkronos International; Notizie Geopolitiche; Gariwo Network, La foresta dei Giusti).


(da Insonnia mensile di Racconigi, febbraio 2021, pag. 3 - contatti@insonniaracconigi.it)