lunedì 22 febbraio 2021

IL GOVERNO DRAGHI ALLE PRESE CON LA SITUAZIONE DELL'" EMBRACO"

 Il governo Draghi e la lezione dell’Embraco


di Salvatore Tropea
La Repubblica 14/02

Torino e il Piemonte si trovano purtroppo in questo scenario, ovvero in una collocazione che ha contribuito alla loro progressiva retrocessione allo stato di anello debole del triangolo industriale. 
Un’inversione di rotta verso la ripresa economica, su scala nazionale e locale, non può che passare attraverso un processo che si potrebbe definire di sanificazione industriale e cioè di ricerca di soluzioni che chiudano una volta per tutte queste vertenze. 
È una missione difficile ma indispensabile che presuppone scelte che escludano gli errori del passato. In questa operazione l’Embraco è sicuramente un esempio di come non comportarsi nel salvataggio di un’azienda da parte di ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, assessori e personale politico vario più qualche complicità sindacale giustificata — è bene precisarlo — dal comprensibile tentativo di salvare i posti di lavoro. L’amara lezione dell’azienda di Riva presso Chieri deve servire a individuare i rischi da evitare nel percorso di salvataggio di questa e di tutte le altre imprese in crisi, primo fra tutti quello di avviare con più o meno consapevolezza negoziati con gruppi o persone senza avere prima approfondito la conoscenza di questi “cavalieri bianchi” dietro ai quali spesso si nascondono truffatori della peggiore specie. A questa maggiore attenzione sul tipo di interlocutore si deve accompagnare un’analisi accurata delle cause della crisi e delle reali possibilità di risolverla salvando la sua continuità dell’azienda nei limiti del possibile. In ogni caso provvedendo a fissare con una interlocutore ritenuto affidabile contenuti e termini temporali ben precisi e le condizioni perché siano rispettati. 
Tutto questo nel caso dell’Embraco e delle altre aziende in crisi non è stato fatto. Peggio ancora, è stato colpevolmente trascurato, dando per risolto ciò che non era stato risolto, e questo per un pugno di voti da incassare al primo appuntamento elettorale, per un titolo sui giornali, una comparsata televisiva, qualche vantaggio all’interno del partito o movimento di appartenenza. 
Nel mettere mano al capitolo lavoro, Draghi non può prescindere da questa negligenza della politica, la stessa che oggi a vario titolo e con diversa credibilità sostiene il nuovo governo. Ma è anche il punto di partenza dal quale muovere per sondare questa credibilità sul terreno precario verso il quale sono state fatte scivolare le tante Embraco dell’Italia e, per quanto ci riguarda, del Nord Ovest e più specificatamente di Torino che non possono ancora per molto tempo stare in bilico sull’orlo di un abisso, che si chiami depressione o declino cambia poco.
 È anche l’ultima occasione che le istituzioni locali e il mondo imprenditoriale piemontese hanno per dimostrare che hanno capito la lezione e che sono pronte a mettersi in sintonia con quel nuovo modo di affrontare i problemi dell’industria e del lavoro colto dai sindacati nell’incontro che Draghi ha assicurato non avrà carattere episodico.