La coperta infinita
È un momento che, diciamo così per amor di Patria, ognuno fa finta di credere che il governo Draghi sia una coperta così lunga e così larga da poter coprire lo Stivale dai piedi ai capelli, da destra a sinistra, dal ricco al povero, dall'ateo al baciapile, dal manager impaziente all'assistito cronico.
Fa quasi tenerezza, in questo senso, il Salvini che dopo le quattro chiacchiere con Draghi si dichiara soddisfatto del non aumento delle tasse, come se far pagare quelle presenti già non fosse, per l'elettorato del Salvini, una durissima prova, e quasi un'offesa. E come se non ci avesse intronato per un paio d'anni, sempre il Salvini, con la famosa flat tax, che è praticamente il contrario esatto di quel capitalismo sociale che Draghi sembrerebbe avere in animo.
Diciamo che non ci si annoia. E tantomeno ci annoieremo nei prossimi mesi, quando Draghi sarà costretto a far presente al suo vasto esercito che il generale è lui, e spetta dunque a lui decidere le mosse della battaglia. Al primo bastimento carico carico di migranti che arriverà sulle nostre coste, per esempio, sarà molto interessante capire quanto a lungo il Salvini riuscirà a cucirsi le labbra e farsi incatenare alla scrivania, ammesso ne abbia una, prima di sbottare e andare personalmente a ribaltare la nave nemica. Anche perché, detto tra noi, nel frattempo Meloni farà di tutto per rubargli l'elettorato sotto il naso. Può un Giorgetti recuperare al centro quello che un Salvini perderà a destra? È uno dei quesiti dei prossimi mesi. Gli altri trentanove quesiti riguardano il Pd, ma sono troppi e mancano sia lo spazio sia il coraggio per affrontarli...
Michele Serra
la Repubblica 10 febbraio
È un momento che, diciamo così per amor di Patria, ognuno fa finta di credere che il governo Draghi sia una coperta così lunga e così larga da poter coprire lo Stivale dai piedi ai capelli, da destra a sinistra, dal ricco al povero, dall'ateo al baciapile, dal manager impaziente all'assistito cronico.
Fa quasi tenerezza, in questo senso, il Salvini che dopo le quattro chiacchiere con Draghi si dichiara soddisfatto del non aumento delle tasse, come se far pagare quelle presenti già non fosse, per l'elettorato del Salvini, una durissima prova, e quasi un'offesa. E come se non ci avesse intronato per un paio d'anni, sempre il Salvini, con la famosa flat tax, che è praticamente il contrario esatto di quel capitalismo sociale che Draghi sembrerebbe avere in animo.
Diciamo che non ci si annoia. E tantomeno ci annoieremo nei prossimi mesi, quando Draghi sarà costretto a far presente al suo vasto esercito che il generale è lui, e spetta dunque a lui decidere le mosse della battaglia. Al primo bastimento carico carico di migranti che arriverà sulle nostre coste, per esempio, sarà molto interessante capire quanto a lungo il Salvini riuscirà a cucirsi le labbra e farsi incatenare alla scrivania, ammesso ne abbia una, prima di sbottare e andare personalmente a ribaltare la nave nemica. Anche perché, detto tra noi, nel frattempo Meloni farà di tutto per rubargli l'elettorato sotto il naso. Può un Giorgetti recuperare al centro quello che un Salvini perderà a destra? È uno dei quesiti dei prossimi mesi. Gli altri trentanove quesiti riguardano il Pd, ma sono troppi e mancano sia lo spazio sia il coraggio per affrontarli...
Michele Serra
la Repubblica 10 febbraio