L'Ocean Viking sbarca i migranti e Salvini non parla
Il leader della Lega fa l'europeista per entrare nel governo Draghi
«Sul tema immigrazione proporremo l'adozione della legislazione europea», dice Matteo Salvini. Per la prima volta da mesi, forse da sempre, mentre ad Augusta 422 migranti si preparano a sbarcare dalla nave Ocean Viking, il leader della Lega evita di polemizzare direttamente su quanto accade nel porto siciliano preferendo prenderla larga. Parole le sue che, nelle ore in cui Mario Draghi prova a mettere insieme i tasselli del nuovo governo, a qualcuno hanno fatto pensare ad un allineamento di Salvini alle posizioni europeiste del premier incaricato anche per quanto riguarda l'immigrazione, cavallo di battaglia sul quale finora la Lega ha costruito gran parte dei suoi consensi elettorali.
Accostamento a dir poco azzardato, visto che almeno fino a ieri sera Draghi ha evitato accuratamente ogni riferimento a quanto accade nel Mediterraneo nei colloqui con le delegazioni dei partiti, preferendo lasciar cadere l'argomento nei pochi casi in cui è stato affrontato.
La nave della ong Sos Mediterranée è arrivata ad Augusta domenica sera dopo aver ricevuto dal Viminale l'indicazione di recarsi verso lo scalo siciliano in tempi rapidissimi grazie alla disponibilità della nave quarantena Rapsody. Dopo una notte trascorsa in rada, sulla Viking è salito il personale sanitario per effettuare i test anti Covid. I primi a scendere sono stati 102 minori non accompagnati risultati tutti negativi ai controlli e trasferiti al centro Don Pietro, in provincia di Ragusa.
A bordo sono stati riscontrati invece 49 positivi tra quanti sono stati tratti in salvo. Sia i migranti che l'equipaggi dovranno adesso effettuare la quarantena.
Deciso ad entrare nel nuovo esecutivo, Salvini modera i toni delle dichiarazioni ma i contenuti restano gli stessi. L'Europa alla quale il leader leghista fa riferimento è probabilmente quella descritta nel Piano su immigrazione e asilo presentato lo scorso mese di settembre dalla Commissione di Ursula von der Leyen e in cui sono previsti controlli più rigidi alle frontiere esterne dell'Unione. Il che non significa accoglienza dei migranti né gli sbarchi effettuati dalle navi delle ong, come accade in queste ore. Un Piano che, lasciando tutto il peso degli arrivi sul Paese di primo approdo, sia la ministra dell'Interno Lamorgese che il premier uscente Conte avevano già deciso di ricontrattare con Bruxelles ma che invece adesso spetterà a Draghi fare con Lamorgese, nel caso quest'ultima dovesse essere confermata. Cosa sempre più probabile, dal momento che ieri sera il capogruppo del Carroccio alla Camera Massimiliano Romeo ha detto che non ci sono veti neanche sul nome dell'attuale responsabile del Viminale.
«A noi va bene che l'immigrazione in Italia sia trattata come è trattata in Francia e Germania, con le stesse regole», ha insistito Salvini. Modelli difficilmente paragonabili però alla realtà del nostro Paese. In 35 anni, dal 1986 a oggi, la Francia ha infatti approvato 21 leggi sull'immigrazione, ognuna delle quali più restrittiva della precedente, ma oggi è il Paese in Europa che accoglie il maggior numero di richieste di asilo e nel quale 200/250 mila migranti hanno potuto effettuare un ricongiungimento familiare. Cifra analoga, 200/250 mila, sono invece gli irregolari che ogni anno riescono a varcare i confini. Stessa cosa per la Germania che dopo aver accolto quasi un milione di rifugiati siriani nel 2015 ha poi consentito negli ultimi cinque anni altrettanti ricongiungimenti familiari. Per i migranti le frontiere non sono comunque aperte né in Francia né in Germania prevedendo accoglienza e integrazione solo per i richiedenti asilo e per coloro che si ricongiungono a un familiare.
Chi non ha bisogno di tanti giri di parole è invece Giorgia Meloni. Per niente intenzionata ad entrare nel governo che verrà, la leader di Fratelli d'Italia continua a usare i toni di sempre: «Riprendono gli sbarchi sulle coste italiane», ha detto ieri riferendosi alla Ocean Viking. «Per Fratelli d'Italia la difesa dei confini e la lotta all'immigrazione incontrollata rimarranno priorità e in parlamento continueremo a sostenere le nostre proposte: blocco navale, centri sorvegliati per chi entra illegalmente e rimpatri». Con Salvini che fa l'europeista sull'immigrazione, dal punto di vista elettorale per FdI potrebbero aprirsi vere e proprie praterie.
Carlo Lania
Il Manifesto, 9 febbraio