giovedì 18 febbraio 2021

UNA PANDEMIA CON L'AGGRAVANTE DI GENERE

 Quei settanta milioni di ragazze

Marino Niola 
Il venerdì 5/02

La pandemia fa crescere la quota di violenza sulle donne. 
E rende ancor più acuta una piaga antica: alla vigilia della giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili che si celebra domani 6 febbraio, le organizzazioni internazionali lanciano un allarme. 
Nei prossimi anni, secondo stime del Ministero della salute, nel mondo quasi 70 milioni di ragazze tra i 4 e i 14 anni potrebbero essere sottoposte a una pratica barbara come l'infibulazione, all'origine di malattia e di sofferenze che durano tutta la vita. E a peggiorare le cose c'è anche l'impatto del covid che rende i soggetti ancora più deboli. 
Di recente l'Agenzia Redattore Sociale riferiva un episodio registrato in Egitto, dove tre ragazzine con la scusa di una presunta vaccinazione contro il coronavirus, sono state ingannate dal padre che le ha portate in uno studio medico compiacente, dove sono state sedate e sottoposte alla mutilazione chirurgica.
La gravità della situazione trova conferma nelle parole di Natalia Kanem, Direttora dell'agenzia per la salute sessuale dell'ONU che vede nella pandemia un fattore di rischio esponenziale delle violenze sulle donne. 
Nella sola Italia le persone che hanno subito questi trattamenti disumani sono quasi 90.000 di cui 8000 minorenni. 
I dati provengono da uno studio dell'università di Milano Bicocca finanziato dal  programma europeo Dafne.
L'unica nota consolante che emerge dall'indagine è che soltanto il 9% delle donne che hanno subito mutilazioni è favorevole alla pratica e pochissime di loro intendono sottoporvi le loro figlie. E questo fa sperare che un giorno non troppo lontano questo orrore avrà fine.
Se andrà così, sarà solo per merito delle donne.