giovedì 18 marzo 2021

MOLTE REAZIONI AL DOCUMENTO VATICANO

 Prime reazioni del mondo cattolico tedesco al “Responsum ad dubium”

Sintesi della rassegna stampa del 15 e 16 marzo 2021

A proposito del Responsum ad dubium reso noto ieri (15.03.21) dalla Congregazione per la dottrina della fede, le prime reazioni sono divise. “Il Vaticano reagisce al dibattito che sta avendo luogo in Germania” titola l’articolo apparso sul canale multimediale dell’arcidiocesi di Colonia, avvertendo nel comunicato una risposta agli sviluppi che si annunciano in territorio tedesco, anche in relazione al Cammino Sinodale della Chiesa in Germania. Pur senza essere esclusivamente rivolto ad esso, il Responsum ad dubium – commentava l’articolo dell’agenzia di stampa cattolica (KNA) pubblicato questa mattina (16.03) “si unisce ai tentativi di contenere eventuali aberrazioni tedesche“, in quanto „l’inquietudine a Roma in vista di alcune discussioni a nord delle Alpi è cresciuta chiaramente negli ultimi tempi“; da un lato, infatti, quasi in nessun altro paese la discussione riguardo a un approccio più benevolo verso gli omosessuali e le loro unioni ha caratteristiche così fondamentali, o percepite come tali all’esterno, come in Germania; dall’altro, poiché sempre più sacerdoti impartiscono spontaneamente le benedizioni oggetto del Responsum, come il testo espressamente ricorda.

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo di Limburg Georg Bätzing, si è detto “non contento” di un coinvolgimento così deciso da parte del Vaticano nella discussione. Si ha l’impressione che Roma voglia porre fine al dibattito teologico condotto in molte parti della Chiesa universale il più rapidamente possibile, ha dichiarato all’agenzia di stampa KNA lunedì scorso, a Bonn. "Ma questo non è assolutamente possibile". Le domande teologiche sulla pratica pastorale di oggi non possono essere semplicemente rimosse dal mondo con una parola che esprime una posizione di potere, ha detto. Un ulteriore sviluppo dell'insegnamento della chiesa sui temi della sessualità e della vita affettiva deve sì avvenire sulla base delle verità fondamentali di fede e morale, ma anche in una prospettiva aperta ai progressi della riflessione teologica, ma anche ai risultati più recenti delle scienze umane e alle situazioni di vita delle persone di oggi. “Non ci sono risposte facili a domande di questo tipo”, ha dichiarato Bätzing: è per questo che il Cammino sinodale iniziato dalla Conferenza episcopale tedesca e dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi cerca di discutere proprio il tema delle relazioni “in un modo completo, che tenga conto anche della necessità e dei limiti dello sviluppo dottrinale ecclesiale. I punti di vista presentati oggi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede devono e troveranno naturalmente la loro strada in queste discussioni"1. Anche in precedenza, il vescovo Bätzing aveva più volte chiarito che una benedizione della chiesa è del tutto immaginabile anche per le coppie omosessuali: "Abbiamo bisogno di soluzioni per questo che non abbiano effetto solo in privato, ma anche una visibilità pubblica - ma che chiariscano che nessun matrimonio è fondato". Anche vescovi come Heinrich Timmerevers (Dresda-Meissen), Franz-Josef Bode (Osnabrück), Helmut Dieser (Aachen) che si erano mostrati aperti almeno ad ulteriori sviluppi della dottrina (esprimendo posizioni ancora quasi inedite in altri paesi, se si escludono i casi di pastori che, come il gesuita statunitense James Martin, sono particolarmente impegnati nella cura pastorale delle persone LGBT) hanno espresso il loro rammarico. “Risposte così semplicistiche, come è stato dimostrato da tempo, non mettono fine alle domande, ma piuttosto le alimentano", ha scritto il vescovo Bode, che è anche vice presidente della Conferenza episcopale tedesca, in un post pubblicato martedì sulla pagina Facebook della diocesi di Osnabrück. "La dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede mi ha sorpreso in questo momento, soprattutto perché su questo tema sono in corso molte discussioni buone e differenziate", ha continuato Bode: anche sullo sfondo del processo di riforma in corso in Germania, è chiaro che una nuova cultura del dialogo con Roma è urgentemente necessaria. Il vescovo di Dresda-Meißner, Heinrich Timmerevers, commenta il Responsum come “deludente”: "Questa comunicazione riflette l'attuale insegnamento cattolico e non mostra ulteriori sviluppi basati sulle attuali conoscenze scientifiche dell'uomo e sulle attuali necessità pastorali". Sottolinea inoltre: "Nonostante il rifiuto di Roma, la questione delle benedizioni per le coppie dello stesso sesso non finirà qui”; è da sperare, dice, che le dichiarazioni del Papa nell’enciclica "Amoris laetitia" (2016) trovino una continuazione. "In quella sede, il Papa esprime il desiderio che nella Chiesa si superino le esclusioni e che le persone siano accompagnate e integrate dal punto di vista pastorale. Questo non dovrebbe rimanere solo un desiderio, ma dovrebbe anche essere vissuto", Timmerevers si era già espresso più volte in precedenza per una benedizione delle unioni omosessuali. In questa stessa ottica, il vescovo Franz-Josef Overbeck di Essen ha sottolineato la vicinanza della Chiesa facente calo all’arcidiocesi della Ruhr a tutte le persone. "Continueremo ad accompagnare tutte le persone con i nostri servizi pastorali se lo chiedono - non importa quale sia la loro situazione di vita", ha detto. La Chiesa si riserva quindi il diritto di introdurre nuovi tipi di benedizioni, ma è ormai chiaro che la Sede Apostolica è ben lontana dall’accettarlo; probabilmente, commenta l’articolo della KNA, per evitare a tutti i costi divisioni come quelle esistenti sullo stesso tema all’interno della Comunione anglicana.

Si dice deluso anche il vescovo di Magonza, Peter Kohlgraf: "Mi rendo conto di quanti fedeli siano delusi e feriti da questo, non solo i diretti interessati. Prendo la cosa molto seriamente", ha scritto in una dichiarazione pubblicata martedì, dichiarando di considerare la questione "come un mandato e uno stimolo perché noi, nella diocesi di Magonza, sviluppiamo sempre più offerte e concetti pastorali rivolti alle persone omosessuali e soprattutto da portare avanti insieme con loro" e dicendosi grato a tutti coloro che “saranno interessati a rimanere in contatto con la nostra Chiesa". Allo stesso tempo, Kohlgraf ha fatto riferimento al proprio contributo, pubblicato all’inizio di febbraio sull’organo di stampa della chiesa di Magonza “Glaube und Leben” (Fede e Vita), in cui aveva suggerito una rivalutazione dell'omosessualità da parte della Chiesa cattolica chiedendo una cura pastorale senza pregiudizi per le coppie dello stesso sesso. Invece che discutere delle benedizioni per le coppie omosessuali – ne esistono già diverse forme - occorre parlare di "un accompagnamento - invece di giudicare: bisogna parlare ‘con’ loro e non ‘di’ loro”. Intervenire sulle benedizioni già in uso o voler addirittura annullarle gli sembra “poco sensato”, malgrado queste possano violare un ordine esplicito della Chiesa: “Non vorrò mica rompere tanta così delicata porcellana tra gente credente? La Chiesa non poteva continuare ad ignorare le acquisizioni della scienza”, ha detto Kohlgraf.

Alcune voci hanno invece salutato il no del Vaticano come un chiarimento positivo e hanno pertanto ringraziato la Congregazione. Tra questi, il vescovo di Regensburg Rudolf Voderholzer ed il vescovo di Passau Stefan Oster. Vorderholzer ha sottolineato che ogni essere umano, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, deve essere rispettato nella sua dignità e accolto con rispetto, precisando però che, allo stesso tempo la Chiesa respinge rigorosamente qualsiasi equazione tra matrimonio e unioni omosessuali. Oster ha invece espresso la speranza che il Responsum promuova "una maggiore unanimità", perché “il dibattito sulla benedizione delle coppie omosessuali sta portando alla polarizzazione tra posizioni diametralmente opposte”; un’affermazione che sembra deplorare la perdita di una posizione di maggioranza da parte dell’ala conservatrice2. Il vescovo di Görlitz, Wolfgang Ipolt, ha accolto anche lui favorevolmente il rifiuto della Congregazione vaticana per la dottrina della fede alla benedizione delle coppie dello stesso sesso, spiegando martedì: "Secondo me, il no alla benedizione riguarda soprattutto un chiaro rafforzamento del matrimonio tra un uomo e una donna e per noi cattolici anche del sacramento del matrimonio". Potrebbero essere benedette individualmente le persone, ma non la loro unione: "Nella pratica di una benedizione pubblica con partecipazione parrocchiale, che la gente poi desidererebbe, questo porterebbe a mio avviso in breve tempo a confonderla con con un matrimonio in chiesa nella percezione pubblica e nella comprensione dei fedeli ", ha detto Ipolt per chiarire la propria posizione contraria ad una tale benedizione.

In Austria, nel frattempo, la cosiddetta Pfarrerinitiative – il movimento di preti e diaconi cattolici fondato nel 2006 con l’obiettivo di creare „una chiesa universale credibile e aperta", con al centro il servizio alle persone, e che conta oggi 350 membri e 3000 laici di supporto - vuole ignorare il divieto del Vaticano e continuare a benedire le coppie dello stesso sesso. Il Responsum, ha detto il portavoce in un comunicato stampa, rappresenta una "ricaduta in tempi che avevamo sperato di aver superato con Papa Francesco"; pertanto, anche in futuro, "non sarà rifiutata nessuna coppia amorosa che chieda di celebrare la benedizione di Dio, che sperimenta quotidianamente, anche nel culto". Una "teologia all'altezza dei tempi" non può che giustificare questa "pratica responsabile". La Pfarrerinitiative protesta con veemenza contro l’idea che le coppie omosessuali non facciano parte del piano divino: Roma - è la posizione del movimento - sta cercando di minare la realtà della creazione con presunzioni dogmatizzanti espresse in un decreto che offende molti cristiani e scredita il messaggio liberatorio di Gesù.

Delusa la reazione del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK). I futuri sviluppi in campo dottrinale devono basarsi su argomenti sostenibili: l’esclusivo riferimento alle formulazioni del catechismo non è sufficiente, ha spiegato il presidente della ZdK Thomas Sternberg a Bonn. La dichiarazione da parte di Roma fa parte di "una serie di operazioni di disturbo del cammino sinodale": tuttavia, ha precisato Sternberg, in questo percorso comune che i vescovi cattolici tedeschi e la ZdK stanno affrontando, la benedizione delle persone continuerà ad essere un tema. Sternberg fa riferimento alle risoluzioni dell'Assemblea Plenaria della ZdK dell'aprile 2015 e del novembre 2019, in cui la ZdK si era espressa a favore di un rafforzamento e di un’espansione delle diverse pratiche di benedizione all’interno della Chiesa. “Pensiamo in particolare alle coppie per le quali un matrimonio in chiesa non è possibile, come le coppie dello stesso sesso, ma che, a causa della loro relazione con Dio, chiedono la benedizione di Dio per il successo della loro unione (…) La Chiesa è chiamata a benedire le persone. Non è chiamato a trattenere la benedizione di Dio alle persone che la chiedono". In riferimento alle parole del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a proposito dell’astensione dagli atti sessuali come forma di adesione “ai piani rivelati di Dio come presentati nell'insegnamento della Chiesa",, Sternberg ha inoltre dichiarato: "questa fissazione sull'atto sessuale è riduttiva, inadeguata e non più compresa dai fedeli".

Forti critiche sono state espresse dalle associazioni di donne cattoliche kfd e KDFB "Respingiamo chiaramente la posizione oggi resa nota da Roma ", ha detto l'associazione federale kfd a Düsseldorf. "Continuiamo a sostenere il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso". La KDFB ha anche sottolineato: "Siamo anche favorevoli a dare alle coppie dello stesso sesso la benedizione di Dio per la loro unione in chiesa". La Chiesa in Germania, continua la KDFB, deve continuare a riflettere sul tema della riuscita delle relazioni, per poi prendere adeguate decisioni.

Il movimento Wir sind Kirche ha pubblicato ieri un comunicato in cui prende posizione nei riguardi del Responsum come decisione “inqualificabile”, che “illustra ancora una volta che il tentativo di Roma di imporre, dall'alto, regole di fede e di morale in tutto il mondo senza impegnarsi nel dialogo con le chiese locali non può avere successo”. Con questa decisione, il Vaticano non fa che contribuire alla discriminazione delle persone omosessuali esistente ancora in molti paesi, che in taluni casi arriva fino al carcere e alla pena di morte, offrendo pericolosi appigli per considerarla quasi un dono di Dio. Sullo sfondo di questa persecuzione, persecuzione non è sufficiente invitare la comunità cristiana a “rispettare” le persone con inclinazioni omosessuali, precisando come queste, che secondo l'insegnamento della chiesa non debbano essere vissute; è addirittura cinico e dimostra una volta ancora come la morale sessuale cattolica romana non sia in contatto con le scienze umane. Wir sind Kirche esprime infine la speranza che continuino ad esserci sacerdoti con il coraggio di concedere anche alle unioni omosessuali, se non la benedizione della Chiesa, almeno la benedizione di Dio.

Ma il commento più incisivo ci sembra la reazione accorata di Tobias Schäfer, Rettore della Cattedrale di Worms, pubblicata sul suo profilo Facebook, che fa sue le celebri parole di Lutero pronunciate davanti a Carlo V: “Hier stehe ich, ich kann nicht anders” (Io sono qui, non posso fare altrimenti), e che vale la pena riportare per intero:

Nessuna autorità per benedire?

La Chiesa non ha l'autorità di benedire le unioni di persone dello stesso sesso, ha detto. (…)

Non ci credo... letteralmente. Questa dichiarazione di Roma mi lascia sbalordito. Se la Chiesa non ha l'autorità di benedire laddove la gente desidera la benedizione, non ha forse abbandonato il suo compito più elementare? La benedizione non è uno strumento di giudizio morale! È la promessa che Dio è lì, che cammina con noi. nella buona e nella cattiva sorte. Che arroganza credere che dobbiamo proteggere Dio da situazioni presumibilmente peccaminose; che dobbiamo proteggere la benedizione di Dio affinché non raggiunga le persone "sbagliate". (…) Dove la chiesa pensa di doversi fare custode della benedizione di Dio, non è più una benedizione per il mondo. E onestamente: non dovremmo noi come Chiesa, i preti, i vescovi, essere i primi ad essere sanamente contenti che Dio benedica anche i peccatori? Altrimenti, ci sarebbe davvero poca speranza per una Chiesa i cui lati peccaminosi sono diventati così evidenti proprio in questi tempi.

E, affinché non ci sia alcun malinteso: Non credo che i gay, le lesbiche e i transgender siano persone peccaminose. Sono amati da Dio come ogni persona amorevole. E sono sotto la benedizione di Dio.

Come sacerdote, ho giurato riverenza e obbedienza al mio vescovo - e quindi alla Chiesa, non molto di più: a Cristo. E lo sostengo con tutta la mia convinzione. Eppure, proprio per questa obbedienza, c'è anche un punto in cui devo dire: Donare la benedizione di Dio a chi ne ha bisogno, la chiede, la desidera: questo non posso e non voglio negarlo a nessuno.

"Qui mi trovo, non posso farci niente...".


Fonti: https://www.dbk.de/presse/aktuelles/meldung/bischof-baetzing-zur-heutigen-veroeffentlichung-der-kongregation-fuer-die-glaubenslehre;

https://www.domradio.de/themen/ehe-und-familie/2021-03-16/geteiltes-echo-reaktionen-auf-vatikan-aussage-zur-segnung-homosexueller-paare

https://www.domradio.de/themen/schöpfung/2021-03-16/keine-frage-des-willens-kardinal-verteidigt-segnungsverbot-fuer-homosexuelle-paare

https://www.wir-sind-kirche.de/?id=128&id_entry=8651

https://www.zeit.de/gesellschaft/2021-03/katholische-kirche-homosexuelle-partnerschaften-vatikan-suende

1 Dichiarazione ufficiale sul sito della Conferenza Episcopale Tedesca (DBK): https://www.dbk.de/presse/aktuelles/meldung/bischof-baetzing-zur-heutigen-veroeffentlichung-der-kongregation-fuer-die-glaubenslehre; ripresa dalla maggior parte della stampa

2 Nota della traduttrice.