Lode a Te, o Dio nostro creatore!!
Chagall: “La creazione”
Saluto all’Assemblea
G. Prepariamo il nostro cuore a questa celebrazione ascoltando un brano musicale.
G. Siamo qui tutti e tutte insieme, in questa domenica, per dirti GRAZIE, o Dio, di tutti i doni che abbiamo ricevuto dalle tue mani.
Delle meraviglie che ci circondano: dagli alberi secolari, al filo d’erba che calpestiamo. I fiori che spargono il loro profumo, ci ricordano che nulla va tenuto solo per noi e gli uccellini che cinguettano, ci insegnano a cantare mille volte al giorno la lode a Te, nostro Creatore!!
Letture
bibliche: Genesi CAP. 2, 4-15
4 Queste
le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Quando
il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun
cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era
spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra
e nessuno lavorava il suolo 6 e
faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il
suolo -; 7 allora
il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle
sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8 Poi
il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò
l'uomo che aveva plasmato. 9 Il
Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi
alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo
al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un
fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva
e formava quattro corsi. 11 Il
primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di
Avìla, dove c'è l'oro 12 e
l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la
pietra d'ònice. 13 Il
secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese
d'Etiopia. 14 Il
terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il
quarto fiume è l'Eufrate.
15 Il
Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo
coltivasse e lo custodisse.
Breve commento di M.Grazia e di Grazia.
Il racconto che abbiamo scelto è il secondo del libro della Genesi che descrive la creazione del mondo.
Questo racconto è un po' meno conosciuto e appartiene alla tradizione Javista del X secolo a.C.
Sappiamo che il libro della Genesi, anche se compare come il primo libro della Bibbia è uno degli ultimi libri che è stato scritto.
Qui si vuol dire che l'inizio non è nell'umanità, né nella vita, né in un mondo caotico, ma in Dio!
Senza Dio, ci dice la Bibbia, non ci sarebbe: nè energia, né spazio, nè tempo, né materia, né vita e neppure umanità.
E’ il più antico dei due racconti. Qui la creazione è proprio forgiata da Dio, non è chiamata l'esistenza dal potere della parola divina, come avviene nel primo racconto in cui si ripete: “Dio disse sia la luce, e la luce fu” “Dio disse…
Il fulcro di questo racconto non è la creazione del mondo come tale, ma la relazione reciproca dell'uomo e della donna tra loro e con il mondo.
Qui la persona umana è pienamente protagonista è proprio attorno a lei e su di lei che si disegna il progetto divino della creazione.
In questo racconto la creatura umana è la prima ad essere creata ed è formata dal suolo.
In ebraico umano e suolo sono due parole in assonanza adam e adamah e perciò si trovano uno speciale rapporto l'uno l'altro. Qui viene sottolineata la relazione tra l'umanità e il suolo. La creatura umana deriva dal suolo e da esso dipende la sua vita.
Una volta che la creatura umana è plasmata, Jahvè procede a creare un luogo ove l'umanità posso di dimorare.
In Genesi 1 l'habitat fu creato prima e solo più tardi vennero creati gli “uomini” per abitarvi.
Qui crea un giardino che rassomiglia un parco con alberi, non ad un giardino con piante e fiori. Qui gli alberi hanno una grande importanza: si parlerà dell'albero della vita e dell'albero della conoscenza del bene e del male.
L'albero della vita era un simbolo di immortalità nella mitologia del Vicino Oriente Antico. Esso gioca lo stesso ruolo in questo racconto.
I versetti che descrivono i quattro fiumi interrompono il racconto sembra che questa inserzione serva collegare il Giardino dell'Eden con una specifica area geografica in un tentativo di storicizzare il racconto.
La creatura umana è posta nel giardino con il compito di coltivarlo e di averne cura. Questo ricorda la mitologia del Vicino Oriente Antico nella quale l'umanità è creata per svolgere il lavoro degli dei.
Ravasi, nel suo libro di commento alla Genesi, scrive che in questo racconto siamo di fronte alla celebrazione della grandezza dell'essere umano, perché Dio insuffla in lui un particolare alito di vita è solo qui si usa il termine neshamah, in cui si può riconoscere l'autocoscienza, la capacità di conoscere, di giudicarsi, la libertà creativa, il potere di introspezione e di intuizione. Tra Dio e l'uomo corre allora questo respiro comune che si chiama coscienza, spiritualità vita interiore nel senso più alto del termine.
In questo racconto mi colpisce sempre quando leggo che Dio soffia nelle narici della sua creatura l’alito di vita. Ripenso a quando per la prima volta ho sentito il cuoricino di Francesco che faceva dei piccoli soffietti. Il soffio di Dio l’ho visto anche come ultimo respiro della mia amica Gisella e di mia suocera Najde.
Il respiro di Dio ci accompagna all’inizio della nostra vita e alla fine.
Sovente quando guardiamo la natura che ci circonda, esclamiamo: “DIO che bello!” .
In questo periodo la natura è stupenda: le piante fiorite, gli alberi verdi, i ruscelli pieni d'acqua..
Come si fa non dire “SIGNORE ti ringrazio per ciò che mi circonda!” .
Abitiamo in una zona molto bella, osservo spesso le montagne che cambiano colore a seconda della luce, quando le guardo mi sento fortunata perché quello che vedo so che è opera di DIO.
Questo giardino meraviglioso che Dio ci ha donato abbiamo tutti e tutte il compito di coltivarlo e di custodirlo. Però abbiamo davanti agli occhi il disastro ambientale che si compie ogni giorno: dalle scelte economiche più inquinanti, ai nostri piccoli gesti, a volte inconsapevoli, ma che distruggono pian piano questo dono. Credo che insieme possiamo aiutarci a tutelare questo meraviglioso giardino dell’Eden che ci è stato donato.
INTERVENTI COMUNITARI
Ascolto di un brano musicale
Ascoltiamo questa bellissima poesia di Tagore che Giorgio ci legge.
Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c’è spazio da riempire.
PREGHIERA EUCARISTICA
Ascoltiamo il salmo 104 che leggiamo a due voci
1.Benedici il Signore, o mio cuore
Signore mio Dio, sei davvero grande.
Sei rivestito di splendore e maestà,
avvolto di luce, come di un manto.
Stendi i cieli come un velo,
fissi sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo cocchio,
cammini sulle ali del vento;
i venti sono i tuoi messaggeri,
tuoi ministri le fiamme guizzanti.
2.Hai fissato la terra sulle sue basi:
non vacillerà in eterno mai!
L'oceano la circondava come una veste,
le acque raggiungevano le cime dei monti;
alla tua minaccia sono fuggite,
tremando al fragore della tua voce.
Emergono i monti, si aprono le valli,
al posto stabilito per esse.
Hai posto un limite che non varcheranno:
le acque non torneranno a coprire la terra.
1.Nelle valli fai scaturire le sorgenti,
i torrenti scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche,
le zebre vengono a dissetarsi.
Vengono a posarsi gli uccelli del cielo,
tra le fronde cantano al Signore.
2.Dall'alto della tua dimora irrighi i monti,
benedici a sazietà la tua terra.
Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba per le bestie dei campi,
perché l'uomo viva del frutto della terra:
doni il vino che allieta il cuore,
l'olio che fa risplendere il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
1.Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
Gli uccelli gli fanno il loro nido,
la cicogna dimora tra i cipressi.
Per i camosci restano le alte montagne,
nelle rocce trovano rifugio i rapaci.
Hai fatto la luna per segnare le stagioni
e il sole che conosce l'ora del suo tramonto.
2.Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie rapaci;
i leoncelli ruggiscono in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
Spunta il sole: si ritraggono,
si acquattano nelle loro tane.
1.Quanto sono grandi le tue opere, o Signore:
tutto hai fatto con sapienza.
La terra è piena di ciò che hai fatto per noi.
Ecco il mare spazioso e vasto:
li guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
Lo solcano le navi,
il Levitan che hai plasmato
perché in esso si diverta.
2.Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo a suo tempo.
Tu lo doni ed essi lo raccolgono;
se tu apri la mano, sono sazi di ogni bene.
Se nascondi il tuo volto, restano sgomenti,
se ritrai il loro spirito, muoiono
e ritorneranno alla loro polvere.
Tu mandi il tuo spirito ed essi sono creati,
è rinnovata la faccia della terra.
1.La gloria del Signore è per sempre;
gioisca il Signore di ciò che ha creato.
Egli guarda la terra: essa sussulta:
se tocca le montagne, vanno in fiamme.
2.Finché avrò vita canterò il Signore,
inneggerò a lui finché esisto.
A Lui sia gradito il mio canto;
in Lui ho riposto la mia gioia.
1.Siano distrutti i peccatori della terra
e non esistano più gli empi.
O mio cuore, dà gloria al Signore, Alleluia!
G. Dopo aver ascoltato le parole del Salmo di lode a Dio, ora spezziamo insieme il pane, nella Memoria della Cena che Gesù fece con i suoi amici e le sue amiche.
Questo pane ci sia di nutrimento per portare avanti il suo messaggio e per compiere le sue scelte.
T. O Dio, nella fiducia che vogliamo riporre in Te, oggi noi rinnoviamo il nostro impegno a camminare sulla strada di Gesù di Nazareth e ripetiamo il gesto che Egli compì con i suoi amici e le sue amiche, prima di essere processato e poi crocifisso.
Egli prese nelle sue mani il pane della mensa e, dopo avere alzato gli occhi al cielo per benedire il Tuo Santo nome, lo divise dicendo: “Prendete e mangiatene tutti. Questo pane che spezziamo e mangiamo, sotto lo sguardo di Dio, è il segno della mia vita, riassume il significato della mia esistenza. Se ogni giorno voi condividerete i doni che vi ha fatto, davvero farete corpo con me, sarete il mio corpo, la mia vita nel mondo.”
Padre nostro
Preghiere spontanee
Avvisi
BENEDIZIONE FINALE
PER SORRIDERE ALLA VITA
Signore, attendiamo da te il dono della gioia
per continuare a sorridere alla vita,
per vedere i fiori che nascono sui sentieri
e per scoprire le sorgenti di felicità e di speranza.
Signore, attendiamo da Te il dono della speranza
per saper camminare anche nelle notti buie,
per assaporare l'alba che ci porta il bacio del sole,
per credere che Tu ci vieni incontro dal futuro.
Signore attendiamo da Te la mano amica e forte
che ci guidi sui sentieri dell'amore solidale,
che ci spinga a seminare sulla roccia
e a spargere nel vento,
che ci dia tanta voglia di costruire pezzi di felicità.
(Da “Preghiere di ogni giorno”, Franco Barbero)
EUCARESTIA DEL 16 MAGGIO 2021
(Per la Comunità cristiana di base di Via città di Gap,
M. Grazia Bondesan, Grazia e Giorgio Violato)