domenica 16 maggio 2021

Dopo ogni eclisse


Come i sapienti di cui ci parla il vangelo di Matteo (2, 1-12), nel nostro incerto pellegrinare è essenziale tener gli occhi fissi alla stella del cielo e calcare la terra. La stella, come documenta la leggenda dei magi, ha le sue eclissi, ma ritorna a splendere e indica la direzione del viaggio.

Possiamo essere stanchi e disamorati, mille volte delusi/e, ma sulla strada di Gesù risuona vera anche per noi la voce del profeta dell'esilio: "Ascoltatemi. .. guardate la roccia da cui siete stati tagliati e la casa da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo, nostro padre, a Sara, che vi ha generato. Levate gli occhi al cielo e guardate in basso la terra: il cielo si dissolve come fumo e la terra si logora come una veste, ma la mia salvezza durerà per sempre".

(Isaia 51).

Ecco il Dio che nutre i nostri cuori e ritorna dopo ogni eclisse. Non sempre la sua parola sarà "dolce come il miele" (Ezechiele 3, 3), ma certamente diventerà lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammino.

O Dio, fammi vivere delle parole che escono dalla Tua bocca.

Che io cerchi, o Signore, il Tuo volto, che io cerchi il nutrimento che viene da Te.

Possano essere vere per me le parole del salmo:


"Come una cerva anela verso rivi di acqua

così il mio cuore anela verso di Te, o Dio.

Io ho sete di Dio, del Dio vivente" (42, 1-2).

"Dio, Dio mio, Te io cerco fin dall'aurora;

di Te ha sete il mio cuore;

verso di Te anela la mia carne

come una terra deserta, arida, senz'acqua" (63, 2).

"Protendo verso di Te le mie mani...

verso di Te è proteso il mio cuore" (143,6).