venerdì 14 maggio 2021

LA POLITICA DEL GOVERNO ISRAELIANO

 "IO SONO MOLTO EBREO, MA NON SONO PER NIENTE SIONISTA"

-di Moni Ovadia


La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio.

Non ha giustificazioni, è infame e senza pari.

Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci

 provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di

 manipolazione della legge

È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la

 protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime,

 perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro

La politica di Israele è segregazionista, razzista, colonialista e

 la comunità internazionale è di una parzialità ripugnante.

Tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e

 qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per

 vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del

 popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché

 tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della

 shoah.

Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è

 pura strumentalizzazione.

Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per

 alleati i paesi più potenti della terra e che appena fa una

 piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla

 Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa.

Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo, ma la risposta

 all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace,

 la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? 

Dove porta tutto questo? 

Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a

 Nethanyau

C'è una gente che ha diritto ad avere la propria terra e la

 propria dignità, e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro,

 e invece sono trattati come nemici.

Ci sono israeliani coraggiosi che parlano, denunciano.

Ma la comunità internazionale no, ad esempio l'Italia si

 nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla

 botte.

Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a

 cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori

 che non sono loro.

La pace si fa fra eguali, non è un diktat come vorrebbero gli

 israeliani.

Io non sono sul foglio paga di nessuno, rappresento me stesso

 e mi batto contro qualsiasi forma di oppressione, è il mio

 piccolo magistero.

Sono con tutti quelli che patiscono soprusi, sopraffazioni e

 persecuzioni e questo me l'ha insegnato proprio la storia degli

 ebrei.

Io sono molto ebreo, ma non sono per niente sionista.