lunedì 3 maggio 2021

MONASTERO, LABORATORIO DI PAZIENZA


Come è difficile vivere un'esperienza comunitaria!

La chiesa è un laboratorio per imparare a limare le proprie spigolature, una famiglia dove ci si scopre fratelli e sorelle senza esserci scelti. La conflittualità può essere alta ed è richiesta tanta pazienza.

Ma essere pazienti non significa accettare tutto, in nome di un'ipotetica armonia.

Pazienza non è far finta di niente o sopportare tutto, ma avere tempo per tutti, un tempo necessariamente differente.

La madre sa che il neonato ho bisogno di continue cure. Il suo pianto è un richiamo che può trasformarsi in angoscia, se non è ascoltato immediatamente.

Il tempo e le energie materne saranno necessariamente pilotati nell'accudire i bisogni del neonato. Se però quella madre non cambia la modalità di reazione quando il piccolo cresce, pronto o soddisfare pazientemente ogni bisogno ancor prima che venga espresso, quella donna combinerà danni educativi: non permetterà a suo figlio di crescere, invadendone gli spazi, non rendendolo autonomo.

La pazienza evangelica, più che essere l'arte di saper sopportare ogni cosa (questo è masochismo!), è la capacità di ricercare di continuo il bene degli altri.

Per essere pazienti, bisogna prima di tutto saper ascoltare.

Capire dove è l'altro nel momento in cui si relaziona con te; e lavorare per ristabilire la giusta realtà, che non necessariamente è realtà uguale per tutti. I disordinati devono essere aiutati a fare ordine nella propria vita, gli scoraggiati vanno aiutati a ricercare le motivazioni perdute, i deboli vanno sostenuti affinché diventino forti e possano sostenere altri.

Quando la chiesa è laboratorio di pazienza dove si ricerca il bene di tutti, allora si semina giustizia e si raccoglie misericordia.

Lidia MAGGI, pastora Battista

da Qualevita 191, aprile 2021