CHIEDERE O DOMANDARE?
P. Saluto
T. O Dio accogliente, Ti benediciamo con tutto il cuore perché ci rendi oggi, qui, lontani e vicini, un cuore solo e un’anima sola, oltre le distanze che ci separano. Grazie per questo giorno, per la possibilità di meditare la Tua parola; grazie per la fiducia che riponi nelle nostre possibilità di comprenderla e metterla in pratica. Lo vivremo con gioia, perché il nostro cuore sia coinvolto e rinnovato.
1. Dio amoroso e misericordioso,
guidami, accompagnami nei miei giorni,
affinché io compia la Tua volontà.
Correrò come un cervo verso la fonte,
volerò come un’aquila nel cielo,
perché mi sarà dolce la Tua amicizia,
molto più dolce di un favo di miele.
2. Tu sei la stella del mio cammino,
Tu sei la roccia della mia vita. Ho bisogno del Tuo calore per vivere e del Tuo perdono per rigenerarmi.
Se non darò ascolto alla Tua voce, mi perderò nelle praterie della morte,
scivolerò nei sentieri scoscesi del nulla.
Letture bibliche
Isaia 55, 6-11
6 Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
7 L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
8 Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore.
9 Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare,
11 così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.
Matteo 7, 7-12
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
Riflessione di Antonella
Con parole semplici, nel brano di Matteo, Gesù incoraggia a rivolgersi a Dio. Indica tre momenti: “chiedete, cercate, bussate” che, in fondo, corrispondono esattamente a quello che fanno le persone quando si trovano in difficoltà. Chiedono aiuto, cercano soluzioni e bussano a porte nella speranza che si aprano e con esse si apra anche una via d’uscita. Gesù incoraggia a farlo anche nei riguardi di Dio, assicurando che “sarà dato”. Dietro alle formulazioni al passivo si nasconde l’agire di Dio che darà ciò di cui c’è bisogno, lasciandosi trovare e aprendola porta che conduce
alla Sua compagnia: I motivi del cercare, trovare, bussare, della porta aperta, si trovano anche nell’antico Testamento (Is 55, 6, Ger 29, 13, Prov 8, 17), dove l’uso che ne viene fatto mostra appunto che non si tratta solo di chiedere a Dio questo o quello ma di incontrarlo, anche nella difficoltà. La disponibilità all’ascolto ci è data come assicurata, attraverso il riferimento al comportamento “normale” di un genitore nei riguardi del figlio o della figlia contenuto nelle domande retoriche che seguono (mentre Matteo pensa a un padre, in Isaia 49, 15 la stessa sollecitudine è attribuita alla madre). Si segue cioè l’argomento “dal piccolo al grande”: se l’amore naturale dei genitori per i figli, che si esprime nella cura che ne hanno, è assicurato, tanto più lo sarà quello di Dio. Certamente quando è detto “voi, che siete cattivi”, non è che si intenda che lo siamo in senso morale, ma che lo siamo nella nostra creaturalità rispetto al Creatore che “solo è buono” (Mt 19, 17).
Però l’invito a “chiedere” apre anche problemi seri al credente adulto. Chiedere cosa? E con quali aspettative? Negli ultimi tempi, a causa della pandemia, abbiamo assistito a proposte varie, molte delle quali sconcertanti. Sto pensando alle maratone di preghiera per “fermare la pandemia”. Ma questo è solo un caso tra tanti, perché mi capita spessissimo di discutere con altre persone sul senso di questo tipo di preghiere. La questione della preghiera – se Dio risponda e se ci ascolti – è connessa a come intendere la natura divina. Se pensiamo al Dio semi-antropomorfo del catechismo, ci troviamo subito nei guai. Ovvio che la richiesta volta a “ottenere” per lo più non è esaudita in senso umano, materiale. Forse se ne erano accorti già i primissimi seguaci, se Giacomo dovette rispondere loro “Voi domandate e non ricevete, perché domandate male, per spendere per i vostri piaceri” (4, 3). Nel ventunesimo secolo, se ci incamminiamo per questa strada, credo che non arriviamo da nessuna parte. Sarà cioè necessaria un’enorme fatica per eliminare, a prezzo d’incredibili acrobazie, tutti gli ostacoli che si opporranno alla nostra comprensione. Se ci va bene, potremo accontentarci di alcune soluzioni più o meno sdolcinate che spesso ci vengono proposte; la preghiera “ci cambia, anche se non otteniamo nulla” “ci permette di adeguare la nostra volontà a quella di Dio”… soluzioni che non mi sembrano per nulla tranquillizzanti (se mai, nel senso farmaceutico di “tranquillanti”, per tacitare la coscienza razionale dell’essere umano). Tante volte ci viene suggerito, quasi prendendo alla lettera il discorso di Giacomo, che avremo “chiesto male”, avremo chiesto “la cosa che non era quella giusta”, “nel momento sbagliato”… E ancora peggio, davanti a difficoltà davvero serie non saremo stati esauditi perché “il progetto per noi era un altro”… Appunto, non arriviamo da nessuna parte e ne usciamo con l’idea di un Dio capriccioso. Nella preghiera di richiesta, per così dire tradizionale, in fondo non si è mai certi se si è pregato abbastanza, nel modo giusto, con le parole giuste, sull’argomento giusto, e soprattutto sarà arrivato il messaggio? Non bisognerà mica ripetere, insistere?
Eppure anche i Vangeli ci danno su questo una lezione piuttosto importante, nel Getsemani, quando Gesù ha paura e chiede di “allontanare il calice” ma nessuno risponde. Qui l’evangelista
sembra avere compreso e volere trasmettere che Dio non cambia gli eventi, però può comunicarci la forza per viverli, affrontarli. Magari scoprendo aspetti del nostro essere che attendevano solo di venire fuori per arricchire la nostra vita e quella delle altre persone. Questo è il solo oggetto di “richiesta” che riesco ad immaginare. Oppure può comunicarci anche la capacità di comprendere gli eventi almeno in parte, o comprendere cosa possano significare per noi. Quindi, forse, possiamo leggere l’invito a “chiedere” come un invito a “porre domande”: “Che cosa posso imparare?” “Dove posso trovare il coraggio per affrontare questa giornata?” “Come posso sorridere a questa persona con cui non sto bene?”
Ho l’impressione che la formazione classica insista, anche giustamente, sulla bellezza per l’essere umano dell’affidarsi all’agire di Dio, ma poi finisca con il confondere pericolosamente l’affidarsi con la passività, la “volontà di Dio “con gli eventi della vita individuale o collettiva. Come “Volontà di Dio“ s’interpreta cosa ci accada di fortuito, specialmente se non è piacevole. Mi sono sentita chiedere tante volte perché, allora, ripeta nel Padre Nostro le parole “sia fatta la Tua volontà”, se tanto non ci credo, o non la “accetto”. Rispondo che le ripeto perché “la Sua volontà”, credo, corrisponde al progetto di vita (attivo) che Gesù ci ha insegnato col suo messaggio. “Sia fatta la Tua volontà” significa, in questo senso, “sia realizzato il Bene, attraverso la nostra collaborazione”. “Accettarla” significa appunto condividerla e cooperare nell’agire; d’altra parte, abbiamo capito che probabilmente anche per Gesù il racconto della Genesi non era il quadro di un paradiso perduto al quale andare con nostalgia, ma la profezia di un paradiso da costruire divenendo tutti “creatori”. Ecco, perché Gesù quando gli rimproverano che non osserva il riposo del sabato risponde: “Il Padre mio opera, lavora e anch’io lavoro” (Gv 5): La creazione non è terminata, ha bisogno ancora della collaborazione di tutti: “E anche voi farete opere più grandi di quelle che io compio”.
INTERVENTI LIBERI
T. Dio del cielo e di tutte le terre,
aiutaci a camminare nel vento della vita
con la spensieratezza del passero che fa il nido, senza pensare che giungerà l’autunno.
1. Prima che i nostri occhi Ti cercassero,
Tu sei venuto verso di noi in mille modi.
Prima che le nostre labbra Ti invocassero, Tu hai deposto nei nostri cuori la Tua parola.
2. Apri ogni giorno il nostro cuore a questo mistero di amore che ci avvolge.
Tu ci hai amato per primo e ci doni anche oggi la forza d’amare.
1. Tu semini nel cuore della nostra vita
la speranza di una creazione liberata da ogni violenza e da ogni discriminazione.
2. Sei il Dio che danza le nostre gioie, che cammina con noi nei nostri “viaggi” della vita.
Donaci il latte nutriente della Tua parola.
G. O Dio, Tu ci sei vicino : fa’ che la nostra fiducia in Te risplenda come una luce, spazzando via le incertezze e le paure, ma illuminando quanto è importante il nostro agire, quanto possiamo fare da soli/e, per noi e per le persone intorno a noi.
T. Ti benediciamo perché in questa comunità,
anche oggi, la Tua Parola condivisa ed il pane spezzato
illuminano il cammino della nostra quotidiana esistenza.
Accresci in noi il desiderio della vita comunitaria, la gioia di portare gli uni i pesi degli altri,
la fiducia di poter chiedere e ricevere senza calcolo e con semplicità.
Fa’ che sappiamo essere grati della nostra vita,
che ci è stata data prima ancora che potessimo chiederla,
e che sappiamo proseguirla con il coraggio che ci viene da Te.
Dacci un cuore semplice e forte
che possa parlarti con parole autentiche,
ma leggi il nostro silenzio,
quando non sappiamo trovarle.
MEMORIA DELLA CENA DI GESÙ (Didakhe)
T. Ti ringraziamo, o Padre nostro,
per la santa vite di David Tuo servo
che ci hai fatto svelare da Gesù Cristo Tuo servo.
A Te sia gloria nei secoli. Amen.
Ti ringraziamo, o Padre nostro,
per la vita e per la conoscenza
che ci hai fatto svelare
da Gesù Cristo Tuo servo. A Te sia gloria nei secoli. Amen. Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto è diventato una cosa sola, così si raccolga la Tua chiesa dai confini della terra nel Tuo regno: perché Tua è la gloria e la potenza per mezzo di Gesù Cristo nei secoli. Amen.
P. PREGHIERA DI CONDIVISIONE
COMUNIONE
Padre nostro
PREGHIERE SPONTANEE
BENEDIZIONE FINALE
O tu che sovrasti la terra e incombi, uragano che schianta la pietra: uragano che passi sulle nostre vite come il rullo sopra gli asfalti: no, i miei pensieri non sono i tuoi pensieri, le mie vie non sono le tue vie; tu sei il Contrario, l'Oppositore! Tarlo sei di tutti i sistemi, polverina mortale di queste filosofie: Dio sola nostra necessità. D.-M. Turoldo
Per la Comunità di Base di Pinerolo – Domenica 13 giugno 2021
Antonella Ippolito