I DUE AMANTI
"Le metafore erotiche raccontano Dio soprattutto, ma non esclusivamente, nel ruolo maschile; mentre Israele viene paragonata ad una donna, perlopiù una sposa infedele. Il legame tra Dio e il suo popolo è descritto come rapporto di coppia. Non è una relazione serena quella che lega i due amanti. Parla il linguaggio della passione sofferta.
La metafora coniugale appare come il linguaggio più adeguato per raccontare quel rapporto particolare tra Dio ed Israele che si svolge tra infinite peripezie, se soggetto al dramma, a rischio di rottura ed incomprensione. Il linguaggio del patto fatica ad esprimere le vicissitudini, le trasformazioni, in quanto mosso da una preoccupazione giuridica. Non riesce fino in fondo a toccare la sfera emotiva. Pone il problema della giustizia e dimentica quello altrettanto decisivo della felicità.
Ora, il segno essenziale del dramma amoroso, proprio perché mosso dal desiderio della felicità è costituito dall'incompiutezza.
Quale visione della storia vogliono veicolare le immagini sponsali presenti nella Scrittura?
Perché Israele viene paragonato di volta in volta alla sposa amata o alla lussureggiante prostituta?
Una lettura superficiale potrebbe far sorgere il sospetto, che nella sensibilità profetica sia all'opera un'ossessione nei confronti del mondo delle.
In realtà, dietro tale insistenza, c'è l'intuizione, squisitamente ebraica, che la storia non è una successione casuale di eventi e neppure un burattino mosso da un Dio capriccioso. Un Dio che bisogna propiziarsi con sacrifici e che domanda una fede segnata dalla paura del tremendo.
La storia è, piuttosto, il luogo della relazione tra Dio e Israele. Rapporto che raramente assume la forma dell'idillio. Relazione segnata da mille incomprensioni e da reciproche inadeguatezze. E che conserva, tuttavia, l'eterna nostalgia dei primi tempi, del corteggiamento gioioso, del banchetto di nozze, di un tempo fecondo, gravido di futuro. Come ogni storia d'amore, le cadute, i tradimenti, non possono cancellare la memoria degli inizi; e questi ultimi non possono non spingere ad andare oltre, facendo cogliere le trasformazioni avvenute. Dio ha perso la testa per Israele, ha suggellato con lei un patto sponsale: la convivenza, però, risulta burrascosa: litigi, lacrime, rivendicazioni, passionali riconciliazioni... Le crisi e le infedeltà minano la stabilità del rapporto. La storia prende il volto del tradimento e della rottura, producendo rancore, dolore, aborto, sterilità e vedovanza.
E tuttavia, pur nella rabbia e nella delusione, è una storia aperta: la vicenda di un amore che non può finire. Dio può punire, sbattere la porta e andarsene: ma non riesce a vivere senza la sua amata, non può dimenticarla. Una struggente nostalgia lo spinge di continuo a riprendere la relazione, anche quando questa sembra definitivamente interrotta.
"Per amore di Gerusalemme non mi darò pace... Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata... tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo" (Isaia 62, 1.4-5).
I profeti si trovano nel mezzo di questa burrascosa storia d'amore. sono i "consulenti matrimoniali" di questa strana coppia. E per capire fino in fondo le problematiche di coppia, sono chiamati a vivere sulla propria pelle le vicissitudini coniugali".
Lidia Maggi, Elogio dell'amore imperfetto, Cittadella, pag.64-67 passim