Italia povertà educativa minorile
Negli ultimi anni in Italia l'offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia e leggermente cresciuta. Ma si è ancora lontani dal raggiungimento dell'obiettivo europeo dei 33 posti ogni 100 bambini. Lo evidenzia il rapporto nazionale Asili nido in Italia elaborato dalla Fondazione Openpolis e dall'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Profonde differenze si rilevano fra le regioni del Nord e quelle del Sud, ma anche all'interno delle stesse regioni. Ai primi posti si collocano Valle d'Aosta (45,7%, cioè quasi 1 posto nei servizi socio-educativi per la prima infanzia ogni 2 bimbi residenti), Umbria (42,7%), Emilia Romagna (39,2%) e Toscana (36,2%). Al Sud, ad eccezione della Sardegna che supera la media nazionale (29,3%), vanno oltre la soglia del 20% (ovvero più di un posto ogni 5 bambini) Abruzzo e Molise, mentre Puglia e Basilicata si attestano poco sotto il 17% e con maggiore distanza si collocano Campania (11%), Sicilia (10%) e Calabria (9,4%). Tutte le province emiliane e romagnole (tranne Piacenza, che è comunque al 25,8%), superano i 33 posti ogni residenti tra 0 e 2 anni. In Toscana 6 province superano la soglia del 33%, una (Arezzo, 32,7%) l'ha praticamente raggiunta e le altre 3 sono poco sotto, con dati superiori al 29%. Di contro, sono tutte meridionali le 8 province che non raggiungono un posto ogni 10 bambini residenti: Trapani (9,7%), Napoli (8,9%), Ragusa (8,7%), Catania (8,1%), Palermo (8%), Cosenza (7,7%), Caserta (6,6%), Caltanissetta (6,2%). Per contrastare le diseguaglianze di ingresso nel sistema scolastico, prevenire la dispersione e sostenere l'occupazione femminile occorre potenziare gli investimenti nei servizi alla prima infanzia.
Rocca 11 giugno