mercoledì 30 giugno 2021

L' ARCIVESCOVO NOSIGLIA PARLA CHIARO SUL PROBLEMA LAVORO

 Nosiglia ai politici "Su Embraco traditi i valori del lavoro"

di Diego Longhin

La Repubblica, 21 giugno 

«La prima preoccupazione? Il lavoro» .

 L’arcivescovo Cesare Nosiglia pone la questione in cima nelle omelie e negli interventi del giorno della Consolata. 

«Stiamo uscendo da un periodo incredibile di angoscia e di lutti dovuto alla pandemia. Ci parliamo molto di ripresa, di ritorno alla normalità. Ma sappiamo bene che questi ultimi mesi lasceranno ferite profonde», rimarca l’arcivescovo di Torino. 

E porta un caso simbolo di quella che è la lotta per il lavoro a Torino, quello della ex Embraco, poi Ventures, che si sarebbe dovuta trasformare in Italcomp, il polo dei compressori per frigo tra Riva di Chieri e Belluno. Nulla da fare. 

Dopo il cambio di governo il progetto si è arenato. «Si tratta di ferite che per noi, a Torino e nel nostro territorio, riguardano soprattutto il mondo del lavoro. Come quella dell’ex Embraco che non si vuole affrontare e risolvere malgrado l’impegno profuso dalla Regione, dal Comune di Torino e quelli di Chieri e limitrofi, dalla Diocesi e dai sindacati e lavoratori che stazionano in piazza Castello ormai da tanto tempo. Vi confesso che tutto ciò mi addolora moltissimo, anche come cittadino. 

Ogni volta che passo lì davanti al presidio mi vergogno perché l’articolo 1 della Costituzione viene tradito», ha detto Nosiglia. Non cita il governo Draghi e il ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Giancarlo Giorgetti. 

Un’assenza voluta fra le righe dell’omelia di Nosiglia per sottolineare l’assenza del governo nella risoluzione del problema ex Embraco. «La nostra Repubblica è fondata sul lavoro: ma mi chiedo se qui tale principio basilare non sia stato tradito, e se non sia il momento di sollecitare chi ha responsabilità istituzionali ad una presa di posizione chiara», ha aggiunto. Poi cita le situazioni «paradossali»: fabbriche che chiudono, lavoratori e famiglie abbandonate perché qualcuno ha approfittato per favorire i giochetti finanziari.

Per l’arcivescovo si rischia una spirale perversa: «Non c’è lavoro e dunque non si formano nuove famiglie. Quindi non si fanno figli e la popolazione invecchia. I redditi derivano dalle pensioni più che dalla ricchezza prodotta col lavoro e l’impresa. E allora chi può se ne va:, diminuisce la popolazione, mentre alle nostre porte immigrati e profughi vengono a cercare quel lavoro che gli Italiani non vogliono più fare». 

E ricorda poi le parole di Papa Francesco per Torino: «Non rassegnatevi ma al contrario osate, siate coraggiosi. Potete contare ancora su notevoli potenzialità umane, culturali, economiche e sociali. Credeteci e unite le forze».