mercoledì 23 giugno 2021

"NO PASARAN!!"

 I campesinos non vogliono l’oro

PACTO (Ecuador). «Ho ereditato questo lavoro e questa terra dai miei genitori e dai miei nonni. Ora lotto per dare la stessa possibilità ai miei figli». Luis Arturo Vaca Medina è uno dei campesinos che da più di sei mesi sbarra la strada ai camion delle miniere. Siamo nel Choco Andino, a pochi chilometri da Quito, capitale dell'Ecuador. In questa zona, dichiarata nel 2018 dall'Unesco Riserva della Biosfera, va in scena l’ultima frontiera della resistenza popolare contro le miniere, in questo caso di oro.

Le comunità locali (Nanegalito, Nanegal, Pacto, Nono, Gualea e Calicali) si oppongono ai cartelli minerari. Tutti, compresi quelli con regolare licenza perché, come spiega il biologo Inti Arcos, «in una delle aree con più biodiversità del pianeta non si può fare differenza tra estrazione legale e illegale: qui tutta l'attività mineraria e illegale perché imposta senza consenso». Le comunità hanno creato una forma di gestione territoriale alternativa chiamata “Mancomunidad", contano sull'appoggio tecnico e politico del governo provinciale di Pichincha (Gadp) e chiedono al governo centrale una consultazione popolare per fermare le estrazioni: non vogliono nuove concessioni e domandano che anche le vecchie, risalenti a vent'anni fa, non vengano rinnovate. In attesa che il nuovo presidente Guillermo Lasso li ascolti, si alternano giorno e notte in un blocco stradale organizzato e gestito dal Frente antiminero. Gli uomini e le donne che incontriamo sono tutti membri delle associazioni di produttori di zucchero di canna e si turnano ogni 24 ore in un cammino di disobbedienza civile non violenta iniziato pochi giorni prima di Natale. Richard Mario Paredes, presidente della parrocchia di Pacto, spiega: «La resistenza sarà ad oltranza, non ci fermeremo fino ad ottenere una consultazione popolare sul destino della nostra terra». Dopo quasi 180 giorni di lotta (in piena pandemia) la fatica fisica e psicologica è innegabile: oltre alle difficoltà economiche ci sono le minacce e le pressioni delle compagnie minerarie, ma dietro il blocco stradale i campesinos continuano a incrociare le braccia: «No pasarán!».

Diego Battistessa, Il Venerdì, 11 giugno