giovedì 29 luglio 2021

 

Brevi dal mondo: Venezuela, Cuba, Tibet


24.07.2021

Il Manifesto


Venezuela, Maduro pronto al dialogo con l’opposizione

L’opera di mediazione della Norvegia dà i suoi primi frutti, complice anche la volontà delle opposizioni venezuelane di partecipare stavolta alle prossime elezioni amministrative, previste il 21 novembre. Il presidente Maduro si dice pronto a partecipare a una fase avanzata del dialogo diretto con le opposizioni, da tenersi in Messico, per discutere «una agenda realistica, oggettiva, realmente venezuelana, per cercare di arrivare ad accordi parziali per la pace e la sovranità del Venezuela» e affinché siano «rimosse tutte le sanzioni».

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Cuba, la carica dei «100» contro le sanzioni Usa

Il ministro della Difesa cubano, Alvaro Lopez Miera, e la Brigata speciale del ministero dell’Interno cubano (Snb) sono i bersagli delle nuove sanzioni decise dall’Amministrazione Biden in risposta alla «repressione delle proteste pacifiche iniziate l’11 luglio» sull’isola. Lo precisa Il dipartimento del Tesoro Usa, che «continuerà ad applicare le sue sanzioni relative a Cuba, comprese quelle imposte per sostenere il popolo cubano nella sua ricerca di democrazia e sollievo dal regime».

Quelle decise contro il ministro Lopez Mieira sono tra l’altro le prime sanzioni individuali varate dagli Stati uniti per presunte violazioni dei diritti umani a Cuba. Intanto 100 intellettuali e personalità internazionali si rivolgono direttamente a Biden attraverso un’intera pagina del New York Times, pubblicata ieri a pagamento per chiedere una svolta nelle politiche di Washington nei confronti dell’isola e la fine delle sanzioni economiche che da oltre 50 anni strangolano Cuba. Tra i firmatari Noam Chomsky, Jane Fonda, Oliver Stone, Varoufakis, Jeremy Corbyn e l’ex presidente brasiliano Lula.

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Xi in Tibet, prima visita di un leader cinese in 30 anni

Il presidente cinese Xi Jinping ha concluso ieri la visita ufficiale in Tibet iniziata mercoledì, ma lo ha reso noto solo a missione compiuta. È la prima volta in trent’anni (l’ultimo era stato Jiang Zemin nel 1990) che un presidente cinese arriva ufficialmente nella regione a maggioranza buddista sottoposta alla dura repressione di Pechino e alla sua occupazione politica ed economica, oltre che culturale. La tv di Stato Cctv ha mostrato Xi all’aeroporto, accolto da una folla festante e dalle bandiere cinesi, immagini in contrasto con le denunce dell’International Campaign for Tibet che ha parlato di speciali attività di sorveglianza e controllo sulla popolazione locale. A Lhasa Xi ha visitato il Potala Palace, residenza del leader spirituale tibetano Dalai Lama.