mercoledì 29 settembre 2021

      Il giro di vite di Xi Jinping

The Guardian, Regno Unito

Cinquantacinque anni fa la Cina era in subbuglio. Mao Zedong aveva lanciato la rivoluzione culturale per sradicare l'opposizione all'interno del Partito comunista e ripulire lo spirito politico del paese usando il potere delle masse.
In dieci anni ci sarebbero stati più di un milione di morti; 36 milioni di persone furono perseguitate. Tra queste, il padre del presidente Xi Jinping. Non sorprende quindi che in passato Xi abbia parlato con toni sprezzanti della ⁰rivoluzione culturale. Eppure molti nella Cina di oggi vedono reminiscenze sempre più forti di quell'epoca. L'annullamento dei limiti del mandato presidenziale è stato uno dei primi segni della volontà di Xi di aggrapparsi al potere. L'ostilità nei confronti delle influenze straniere aumenta. Sta nascendo un culto della personalità del presidente. Nei nuovi libri di testo dedicati al pensiero di Xi i giovani studenti imparano che "nonno Xi Jinping si è sempre preoccupato per noi".
 Nella Cina di Xi la repressione si è accentuata. Non solo in ambiti noti, come la società civile, la religione, il mondo accademico, Hong Kong e le minoranze, in particolare quella uigura, ma anche in settori da cui il partito sembrava essersi ritirato. Nelle ultime settimane ci sono stati attacchi contro grandi aziende tecnologiche, attori, pop star e perfino gli insegnanti che danno ripetizioni.
I bambini potranno giocare online solo tre ore alla settimana. I servizi di trasporto privato sono sotto pressione. Alle reti televisive è stato ordinato di evitare i talent show e le immagini 
di "uomini effeminati". Un importante comitato politico ha annunciato che la Cina ha bisogno di regolamentare" i redditi eccessivamente alti" per "la prosperità comune". Molte misure affrontano problemi urgenti e, prese da sole, possono anche apparire giustificate agli occhi dei cinesi. Ma nell'insieme riflettono la volontà di affermare l'autorità del partito nella società, nella cultura e nell'economia. Sembra comunque che i leader cinesi stiano cercando di attenuare quest'impressione, temendo le ricadute economiche. La portata della svolta statalista non è chiara e probabilmente non è ancora stata determinata. Questo non significa che l'approccio di Xi sia privo di rischi: anche se sembra esercitare una presa di ferro, alcuni si chiedono se la sua azione repressiva non possa, a lungo termine, generare instabilità.

 

Internazionale, 17 settembre