Non è una svista
Le riflessioni che papa Francesco, leggendo la lettera di Paolo ai Galati, nei mesi di agosto ha fatto rispetto al rapporto tra ebraismo, giudaismo e cristianesimo, non sono affatto una scivolata. Esse rappresentano purtroppo la somma dei pregiudizi antiebraici che tuttora sopravvivono nell'insegnamento ufficiale cattolico. E non solo cattolico.
In sostanza, c'è una ripresa e una riaffermazione della teologia cristiana del superamento dell'ebraismo vista come "preparazione al messaggio di Gesù". Gesù ha mai pensato di andare oltre l'ebraismo ma, come esprimono molti rabbini del giudaismo, ha vissuto nella convinzione che ogni religione, che si viva come servizio alla fede, deve sempre procedere, sempre guardare oltre, andare oltre.
Dobbiamo riconoscerlo: il papa non fa che confermare la presunzione della nostra superiorità di cristiani/e.
Il Gesù storico è manipolato a fini istituzionali. Dissento totalmente da questa ideologia.
Franco Barbero