venerdì 22 ottobre 2021

iIN MEMORIA DI BALDUCCI E TUROLDO

 Memoria di Turoldo e Balducci a trent'anni dalla loro morte.

Ogni anno ci troviamo a ricordare David Maria Turoldo e Ernesto Balducci. Ricordiamo il loro pensiero, la loro profezia. Lo facciamo nel nome dell'amicizia. L'amicizia, questo sacramento primordiale che accomuna tutta l'umanità. Questa memoria non è solo all'indietro per ricordare il passato. E’ una memoria in avanti perché ci aiuta a camminare verso il futuro. A costruire un futuro più bello e umano per il mondo. Turoldo e Balducci sono stati due sognatori. Hanno sognato anche per noi. Per i nostri figli i nostri nipoti. Quando il cielo era chiuso, loro hanno continuato ad aprirlo su di noi. Perché anche nelle notti più dure e più oscure ci raggiungesse la luce. I nostri due amici profeti sono stati dentro la storia. Sensibili alle vicende dell'umanità. Quando non eravamo capaci di pensieri più grandi, più planetari Balducci ci soccorreva con il suo pensiero pieno di eventi, di sogni. Quando eravamo tentati di semplificare di banalizzare; il pensiero critico, prospettico, ecumenico di Balducci ci apriva gli occhi. Se sulle nostre labbra non c'erano più parole la poesia di Turoldo ci dava le parole nuove, necessarie, preziose per rinominare il mondo. Per ridire Dio. Trovarsi insieme ogni anno è continuare a lasciarsi scuotere, svegliare, rialzare dal loro pensiero e dalla loro poesia.

In questo libretto troveremo i testi scelti per la memoria del 2018.in particolare troveremo la bella riflessione dell'amico teologo Marco Dal Corso. Avevamo scelto a cinquant'anni dalla morte di Martin Luther King (1968) di mettere al centro il sogno  che il pastore battista ha regalato al mondo. Luther King, Turoldo e Balducci sono stati compagni di sogno. Hanno vissuto nella stessa parabola del tempo. Hanno vissuto le stesse sfide, le grandi trasformazioni del mondo, hanno patito per gli stessi scandali di disumanità, per le ingiustizie che hanno ferito il mondo. Hanno coltivato la stessa speranza, hanno indicato lo stesso orizzonte. Marco Dal Corso ci ha aiutati a riconoscere nell'orizzonte del grande sogno di Luther King il sogno del mondo di Turoldo è l’umanesimo di Balducci.

Ci ha indicato nel primato dell'etica il comune impegno di questi tre compagni profeti che hanno scelto il volto dell'altro, del diverso, dello straniero come volto di Dio.Il nostro amico teologo ci ha affidato un compito importante e stimolante: vivere una teologia pubblica ecumenica. E’ quello che Turoldo, Balducci, Luther King hanno fatto. Tutti e tre non sono stati dentro al mondo dell'Accademia, della teologia ufficiale. Non sono mai stati contagiati dalla teologia prudenziale, quella che non si espone mai. Tantomeno dalla teologia cortigiana pronta sempre a chinarsi davanti al potere. Hanno fatto teologia pubblica prendendo posizione anche in mezzo ad assordanti e complici silenzi. Sono scesi in campo a difendere la coscienza, la libertà di pensiero, la fede non come atto di sottomissione ma di libertà. In questo il discorso pubblico di Martin Luther King è una lezione magistrale di teologia pubblica, un capolavoro di poesia e di profezia. Questa teologia ecumenica pubblica oggi è affidata anche ai nostri orecchi, ai nostri occhi e alle nostre mani. Ci ricorda il nostro diritto e dovere di pensare, di interrogarci, di prendere posizione, di cantare, di sognare… Questa memoria ogni anno alla Pieve di Colognola, che Turoldo chiamava la chiesa tenda, il tendone del popolo di Dio, mantiene questa caratteristica di essere un momento di popolo.In un tempo in cui i populismi e nazionalismi stanno oscurando l'orizzonte, noi vogliamo esprimere un popolo pensante, che cerca di vivere il primato dell'etica che cerca di coniugare il Vangelo con le sfide e le promesse della vita. Essere un popolo ospitale, accogliente. Un popolo che è fatto di persone e che le persone difende il nome della legge universale della fraternità. Un popolo che davanti a leggi che violano i diritti e la dignità delle persone, sa appellarsi alla propria coscienza e mettere sempre al primo posto il volto dell’altro. Del povero e dell'escluso, il volto dello straniero. Questa teologia del popolo è un modo per raccontare quanto il Dio del Vangelo continui a camminare con la gente, nelle lacrime e nella danza.

Un popolo non è una folla anonima. E' un popolo di volti. Di persone, di storie. Ogni volto brilla di una sua luce. Vogliamo ricordarne uno in particolare: il volto della nostra amica Lidia Zuanazzi.

Ci ha lasciato alcuni mesi fa. Era una delle persone più coinvolte e attive nella preparazione delle memorie di Turoldo e Balducci. Lidia è stata una donna piena di intelligenza, di vivacità e apertura culturale, una donna di grande carica umana, soprattutto di passione civica e educativa. Possiamo dire che si è formata alla scuola di Turoldo e Balducci e ha saputo vivere il loro insegnamento e la loro profezia. Ecco perché non si potrà più fare memoria di loro senza fare anche memoria di lei, grazie Lidia!

Don Luigi ogni anno ci dice grazie, lo dice sempre con grande convinzione, commozione sapendo che la gratitudine è una nota inconfondibile di questa memoria di Turoldo e Balducci, perché ricordare è anche ringraziare. E noi vogliamo ringraziare lui con affetto e amicizia.

"Grazie Don Luigi, cuore pensante, della memoria dei profeti".

Marco Campedelli