sabato 2 ottobre 2021

Oltre la presunzione dogmatica

 

"Ma se la religione è prima di tutto una mano pronta a ricevere, questa mano deve essere vuota; i cristiani devono essere pronti a sacrificare tutto ciò che credono di sapere su Dio e ad aspettare Dio stesso, e questa è la cosa più difficile per l'uomo.

Si è sempre pronti a crearsi un'immagine di Dio invece di attendere pazientemente che venga: «La nostra vita religiosa è riconoscibile proprio per questa immagine di Dio che l'uomo si crea. Penso a quel teologo che non aspetta Dio, perché lo possiede in una sua costrizione dottrinale. Penso a quello studente di teologia che non aspetta Dio perché lo possiede chiuso in un libro. Penso a quell'uomo di chiesa che non aspetta Dio perché lo possiede racchiuso in una istituzione. Penso a quel credente che non aspetta Dio perché lo possiede nella propria esperienza.

Non è facile sopportare di non aver Dio, di doverlo aspettare; non è facile predicare ogni domenica senza mai pretendere di possedere Dio e di poterne disporre. Non è facile annunciare Dio ai bambini è ai pagani, agli scettici e agli atei, spiegando nello stesso momento che anche noi non possediamo Dio, ma dobbiamo attenderlo.

Sono convinto che gran parte della opposizione al cristianesimo si basa sulla pretesa chiara o no dei cristiani di possedere Dio, la quale cosa comporta la perdita della dimensione dell'attesa...

Noi siamo più forti se aspettiamo, che se possediamo»".


Paul Tillich, Alle prese con Dio, Querinina 1969 pag. 404a