domenica 14 novembre 2021

LA FAME DIFFICILE

 La fame difficile

Se c’è un secolo che ha scoperto e sofferto la fame come problema mondiale, è proprio il nostro.

Ma, parallelamente, l’orgia delle cose e la religione dell’io che caratterizzano gran parte del mondo e non solo più il nostro Occidente, hanno reso difficile la beatitudine che proclama la Scrittura:

Beati quelli che hanno fame e sete di salvezza che viene da Dio”(Mt.5,6) e “lo cercano con tutto il cuore”(Salmo 119,2).

Queste pagine vogliono solo rimettere al centro dell’attenzione e della ricerca l’esigenza di nutrire i nostri cuori alle sorgenti della vita. Una fede non nutrita si spegne come un albero cui vengono tagliate le radici o una persona alla quale venga meno il nutrimento.

Ma questa ”fame di Dio” che forse non è spontanea in nessun contesto, è oggi terribilmente minacciata da molti fattori.

La cultura dell’abbondanza

Da un parte la cultura dell’abbondanza e i cuori pingui, hanno creato l’humus della smemoratezza e dell’infezione idolatrica. Il Deuteronomio, redatto quando ormai la tentazione aveva trovato spazio in mezzo al popolo, ce lo pone davanti agli occhi:” Quando il Signore Dio tuo ti avrà fatto entrare nel paese che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti avrà condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate, alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai piantati, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile”(Deuteronomio 6,10-12).

Non meno esplicito è il passo successivo: “ Perché il Signor tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile: paese di torrenti, di fonti e di acque sotterranee che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele; paese dove non mangerai con scarsità di pane, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa del paese fertile che ti avrà dato. Guardati bene dal dimenticare il Signore Dio tuo così da non osservare i suoi comandamenti, le sue norme e le sue leggi che oggi ti do. Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata senza acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire. Guardati dal pensare: la mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze. Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dà la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l’alleanza giurata ai tuoi padri” (Deuteronomio 8,7-18). Mentre la fede vuole uomini e donne felici, con esistenze sensate, il capitalismo si accontenta di animali beati.

Franco Barbero 1991