martedì 28 dicembre 2021

COINCIDENZE

 Settantadue ore a Santiago

di Concita De Gregorio

Nel disegno grande della storia ci sono coincidenze che non lo sono e che solo viste da lontano, facendo qualche passo indietro per metterle a fuoco, rivelano la forma. Indicano un senso, forse danno persino la chiave per decifrare una verità, come gli oracoli che dicono senza dire.

Nell’arco di tre giorni, settantadue ore, in Cile, è morta la vedova di Pinochet e ha vinto le elezioni un giovane uomo di 35 anni, Gabriel Boric, che incarna secondo gli analisti “la posizione più a sinistra dai tempi di Salvador Allende”.

Chi di voi è nato nella seconda metà del secolo scorso il giorno delle Torri gemelle ha vissuto il secondo 11 settembre. Il primo era stato nel 1973, il giorno del colpo di Stato di Pinochet. Gabriel Boric è nato nel 1986, tredici anni dopo.

La dittatura è durata fino al 1990, ha causato la morte di 40mila persone fra cui 38mila desaparecidos di cui le famiglie non hanno potuto seppellire i corpi. Lucia Hiriart, vedova di Pinochet, è stata braccio destro e grande ispiratrice delle gesta del consorte. In Cile la chiamano “la vecchia” e con questo attributo hanno festeggiato la sua morte, scendendo in strada a scandire lo slogan “nessun male dura cento anni”.

Le morti non si festeggiano mai, ma in questa occasione è successo. “Dona Lucia”, così si faceva chiamare, aveva 99 anni. Ha avuto cinque figli, alcuni dei quali — a loro volta anziani — hanno l’età dei genitori del presidente neoeletto. È dunque, quella di Boric, la terza generazione. “Si chiude oggi l’epoca del dittatore”, hanno titolato alcuni giornali. Ci vogliono tre generazioni per chiudere l’epoca di una dittatura. Tre. Come ci vogliono due anni per superare un lutto, per mettere a maggese un campo. C’è un tempo. C’è una regola.

La Repubblica, 21 dicemnbre