lunedì 6 dicembre 2021

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA


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N°85 dicembre '21



In evidenza:

     INCONTRI COMUNITA' IN SEDE E SU MEET

- 7 e 14/12 h21: gruppo biblico del martedì

- 9 e 16/12 h10: gruppo biblico del giovedì

- 12/12 h10: eucarestia

- 19/12 h10: celebrazione di Natale

- 21/12 h21 e 23/12 h10: pres. libro Ricolfi

- 24/12 h21: veglia di Natale

- 26/12 h10: Momento di preghiera

- 26/12 h10:30: assemblea comunitaria

- 29/12 h21: incontro su linguaggi LGBT+

- 31/12 h17: ora di silenzio e preghiera

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- 4 e 5/12: seminario cdb su sinodalità e sinodo

     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

- A Palermo, come si spegne una fiamma

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

APPUNTAMENTI COMUNITA' IN SEDE (v. Città di Gap) E SU MEET

NB: si ricorda che le eucarestie si svolgeranno la domenica alle ore 10 in modalità mista (in presenza e su meet), utilizzando il link meet.google.com/vpu-vkkh-wfm. Il gruppo biblico del giovedì alle ore 10 sarà solo in presenza in sede, mentre quello del martedì alle 20:45 si svolgerà in modalità mista (in presenza e su meet), utilizzando il link meet.google.com/qpe-wfjz-cdp.

    MARTEDI' 7 DICEMBRE h 20:45 – Gruppo biblico: Isaia 49,1-52,12 (prepara Ada D.)

     GIOVEDI' 9 DICEMBRE h 10 – Gruppo biblico: Isaia 49,1-52,12 (prepara Franco B.)

     DOMENICA 12 DICEMBRE h 10 – Eucarestia (preparano Manuela B. e Sergio Sp.)

     MARTEDI' 14 DICEMBRE h20:45 – Gruppo biblico: Is 52,13-55,13 (prepara Sergio Se.)

     GIOVEDI' 16 DICEMBRE h 10 – Gruppo biblico: Is 52,13-55,13 (prepara Franco B.)

     DOMENICA 19 DICEMBRE h 10 – Celebraz. Natale (preparano Franco B. e M. Grazia B.)

     MAR 21 DICEMBRE h21 e GIO 23 h10: F.Barbero su Ricolfi "La società signorile di massa".

     VENERDI' 24 DICEMBRE h 21 – Veglia di Natale (prepara Franco Barbero)

     DOMENICA 26 DICEMBRE h10 – Momento di preghiera preparano Stefania e Esperanza

     DOMENICA 26 DICEMBRE h10:30 - Assemblea comunitaria

     MERCOLEDI' 29 DICEMBRE h21 Incontro: Ornella dell'Agedo di Asti sui linguaggi LGBT+.

     VENERDI' 31 DICEMBRE h17/18 Ora di silenzio e preghiera: in presenza e on line.

     MARTEDI' 4 GENNAIO 2022 h21 Incontro: Franco Barbero presenta il libro "Oltre Dio".

ALCUNI APPUNTAMENTI con F. Barbero (in presenza e on line)

     VENERDI' 3 DICEMBRE ore 16:45 – Corso biblico Torino: presentazione della "Lettera di Giacomo" e lettura e commento del cap.1, c/o libreria Claudiana (v. Principe Tommaso, 1 a Torino)

NB: nel mese di dicembre sono previsti diversi ulteriori incontri in videoconferenza e/o in presenza di cui non sono ancora stati definiti data e orario (per avere informazioni si consiglia di seguire il blog di Franco Barbero).

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

Seminario nazionale CdB del 4 e 5 dicembre 2021: Sinodalità e sinodo, le CdB italiane riflettono e propongono

Sabato 4/12/21 (registrazione video: https://fb.watch/9Hqm2gCA7S/)

- 15:30/16: collegamenti e saluti.

- 16/16:15 CdB Isolotto: racconto dell'incontro del 30 e 31 ottobre in ricordo di Enzo Mazzi.

- 16:15/16:45 Mauro Castagnaro: presentazione della Rete Sinodo.

- 16:45/17:30 Paolo Zambaldi: il percorso sinodale della Chiesa tedesca.

- 17:30/18 Luigi Sandri: l'avvio del percorso sinodale della Chiesa italiana.

- 18/19: dibattito.

Domenica 5/12/21 (registrazione video: https://fb.watch/9IojD5-t9l/)

- 9/9:30: collegamenti e saluti.

- 9:30/9:45: preghiera iniziale.

- 9:45/10:30 Romano Penna: sulla sinodalità delle prime comunità cristiane.

- 10:30/11 CdB "San Paolo" di Roma (Antonio Guagliumi): "Le antiche comunità paoline e le CdB oggi: l'esperienza della Comunità cristiana di base di San Paolo di Roma"

- 11/11:30 CdB "Cassano" di Napoli (Cristofaro Palomba): "Un cammino di liberazione, in mare aperto, fuori dal tempio"

- 11:30/12 CdB "Via Città di Gap" di Pinerolo (Franco Barbero) e CdB di Piossasco (Maria Grazia Bondesan): "Cristiani e cristiane di base dentro alle lotte di liberazione LGBTQ+"

- 12/13: dibattito.

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

A Palermo: come si spegne una fiamma

La comunità di San Saverio all'Albergheria con le dimissioni del suo rettore, don Cosimo Scordato, ha visto il subentro di un giovane prete decisamente reazionario, un liturgo da Concilio di Trento.

Fino a tre anni fa sono stato più volte in questa chiesa per gruppi, dibattiti e presentazioni di libri.

Che tristezza! So che ora tutto è cambiato. In poco più di due anni il nuovo rettore è riuscito a disperdere e allontanare il folto gruppo di uomini e donne che hanno costruito quella esperienza dal 1984.

Se si eleggono pastori che sono governatori, la comunità si vede umiliata e colpita nella sua libertà. Ma i vescovi, anche i migliori, a Palermo come a Pinerolo, consacrano sacerdoti senza discernimento.

Franco Barbero

Il papa "imprudente"

È appena terminato un viaggio davvero profetico. Il papa ha dipinto a chiare lettere la direzione di marcia di questa Europa del "Mare Mortum". E per questo motivo che la stampa internazionale ha fornito del viaggio una versione e una documentazione molto parziale.

Lo scopo è evidente: minimizzare il messaggio per non turbare la quiete consumistica della prima settimana natalizia.

Franco Barbero

Prede della rete: vendersi sul web

Non è difficile vedere degli adolescenti ed anche delle bambine senza il cellulare in mano che digitano sulla tastiera a velocità supersonica. I Black out che c'è stato tempo fa ha messo ansia a non poche di loro. Come comunico con le mie amiche? Come chiacchieriamo sui nostri amori? Come faccio a raccontare il mio litigio con mia madre? Le città, ma anche centri di provincia, conoscono questo fenomeno.  Gli e le insegnanti se ne lamentano. Ma c'è qualche problema di più.

La famigerata app Tik-Tok, con la quale comunicano, permette facilmente scambi di video, non solo tra amiche amici, questo cerchio magico dove nascono litigi gelosie e spesso ricatti. Spesso poi si inseriscono anche degli estranei. Le ragazzine sono sempre più spinte alla competizione, a chi "è più figa", più alla moda, a che cosa è di più, a chi ha più followers.

E' un fenomeno che possiamo lasciare indisturbato? È solo colpa delle giovani? Dove sono finiti i genitori? Qui manca una riflessione operativa. Non basta esecrare il fenomeno, parlarne male, si tratta di chiedersi: che vogliamo fare? Sono coscienti queste ragazze che l'esposizione del corpo ad estranei non è solo voyeurismo ma prostituzione? Talvolta gratuitamente, talvolta a pagamento fonte di pesanti ricatti: un vortice assolutamente pericoloso. Il problema a monte di questo fenomeno è che certi modelli mediatici, non poche pellicole cinematografiche, suggeriscono che sia una libera è legittima scelta, adeguata allo stile di vita contemporaneo, quella di vendere il proprio corpo o anche la sua immagine (apparentemente meno gravosa).

Forse può sembrare incongrua l'equivalenza voyeurismo e prostituzione. Lo è nei termini usuali di prestazione sessuale dietro pagamento. Ma assume l'aspetto di prostituzione nei casi ragazze che vendono foto in atteggiamenti sensuali per comprare oggetti del tutto voluttuari, ritenendo che queste possano conferire loro maggiore prestigio agli occhi dei coetanei. Di certo non si vuole colpevolizzare chi è preda della rete: in giovane età si è poco consapevole degli effetti che certe azioni possono avere: tanto più sarebbe necessario educare a "possedere il proprio corpo in onore". Il problema attiene alla percezione che le ragazze e i ragazzi hanno di sé. La diffusione di questo fenomeno è un segno del degrado del nostro tempo.

Preghiera

O Dio, assistiamo a un penoso degrado della vita quale Tuo dono. Rendici attente /i nell'apprezzare il dono del corpo che ci identifica e ci rende creature uniche.

(tratto da "Federazione donne evangeliche in Italia")

Prostituzione e AIDS

 L'OMS mette le donne prostituite (indipendentemente dalla tratta e indipendentemente dalla legalizzazione o meno) al centro della popolazione a rischio HIV.

Una recente indagine realizzata in 50 paesi ha dimostrato che il 12% delle prostituite vive con l'HIV e che il rischio di contrarre l'HIV è di 13,5 volte più elevato a causa di fattori economici e di dinamiche di potere. Ad esempio potrebbero ricevere da parte di maschi eterosessuali più denaro se non usano il profilattico anche quando sanno d'essere HIV positivi.

Sono le dinamiche e le disuguaglianze di potere che rendono più difficile la negoziazione dell'uso del profilattico e che mettono a rischio la salute delle donne in ogni situazione.

Gli ultimi studi indicano che le donne prostituite non sono coloro che trasmettono l'HIV, c'è più rischio di contagio dal cliente alla donna, infatti, tra di loro l'uso del profilattico è molto diffuso.

Il rischio di HIV è connesso in maniera diretta con la violenza di genere.

Droga e prostituzione

Al giro di affari della prostituzione ininterrottamente in crescita dal 2011 ad oggi, con incrementi preoccupanti (fino a più di 5 Miliardi di euro + 11%), si affianca quello del consumo di droghe, incluso l'alcol, aumentato del 22,6% e arrivato a superare i 16,2 Miliardi.

Le connessioni tra droga e prostituzione sono strettissime: molte donne iniziano la prostituzione per procacciarsi i soldi per la droga; altre iniziano ad assumere droghe in concomitanza con l'attività prostitutiva, perché costrette dagli stessi trafficanti per tenerle più facilmente in stato di soggezione e dipendenza, o per superare il trauma della strada.

Le droghe, di per sé rischiose per la salute, aumentano i rischi per le prostituite: il loro effetto "disinibitorio" può indurle ad accettare rapporti senza il profilattico, come ad abbassare il grado di autocontrollo rispetto al "cliente", che può approfittare per trascorrere più tempo e/o sottoporre la donna a pratiche sessuali più violente.

La più diffusa delle droghe è la cocaina, che sono soprattutto i clienti a portare e/o ad offrire come merce di scambio dei rapporti sessuali. Spesso quindi la marginalità sociale della prostituzione finisce per associarsi la marginalità della tossicodipendenza, se possibile ancor più lesiva della dignità della persona.

Le prostituite in strada fanno grande uso anche di alcool, più economico, facilmente reperibile, non sanzionabile e secondo chi lo consuma, "controllabile" e non percepito come sostanza psicotropa.

 L'alcol inoltre appare un sostegno alla durezza della vita per strada, per sopportare il freddo, socializzare ed allontanare l'angoscia, la paura, la fatica. In realtà, produce dipendenza, danni fisici, sociali e disagio. Infine, esiste il cosiddetto "mercato grigio" degli psicofarmaci a più basso prezzo della cocaina. 

Mega bordelli regolamentati

Prostituite nei mega- bordelli regolamentati

Nel 2002 la Germania ha legalizzato la prostituzione e dal 2017 una legge in difesa delle prostitute vuole migliorare la condizione delle "lavoratrici del sesso".

Essa prevede la registrazione delle prostitute, la possibilità di pagare contributi sociali e avere accesso al servizio sanitario, un'autorizzazione per i bordelli.

Ma a volte di questi presupposti non sono realizzati.

 La gran parte delle prostitute lavora in nero senza alcuna protezione ( si stima circa 40 mila registrazioni a fronte di 200 mila fino ha un milione di donne prostituite nel mercato del sesso sommerso).

Nei bordelli, autorizzati o meno, le donne sono esposte alla situazione drammatica.

Negli ultimi 10 anni, infatti, si osserva una industrializzazione della prostituzione, che produce un introito di 14,5 miliardi di euro all'anno: ai 3500 bordelli registrati in Germania, ad esempio, si affiancano altrettanti bordelli illegali, molti di enormi dimensioni (interi palazzi), dove arrivano anche autobus pieni di compratori di sesso direttamente dagli aeroporti.

La Germania, definita "il bordello d'Europa", è diventata per le donne "l'inferno in terra". Circa 1,2 milioni di uomini comprano quotidianamente prestazioni sessuali. Mentre si concorda di vietare la prostituzione di minorenni, si pensa che le donne adulte possano scegliere liberamente.

Ma ciò è smentito dalla dalle più rigorose ricerche psicoterapeutiche e sociologiche.

Infatti la prostituzione può essere praticata soltanto in uno stato di dissociazione patologica, sopportata solo con alcol, psicofarmaci e droghe. Molte prostitute presentano gravi problemi di salute, stati depressivi, attacchi di panico, costanti dolori addominali, mancanza di olfatto, gastriti, infezioni varie, dolori costanti al bacino per i duri colpi inferti degli uomini durante la penetrazione, lacerazioni nelle parti intime nonché uno stato di anestetizzazione delle emozioni come paura, pudore, gioia, speranza.... In una parola la prostituzione costituisce una grave negazione dei diritti umani (https://www.trauma-end-prostitution-eu).

(tratto da "Federazione donne evangeliche in Italia " - Prostituzione non è libertà

16 giorni per vincere la violenza sulle donne)

Fermare il business della tratta

UNODC (Global Report on Traffcking in Person - United Nation Office on Drugs and Crime) riporta che su 21 milioni di vittime di tratta, il 70% è composto da donne e bambine (49% donne, 21% bambine), tra cui il 79% per scopi sessuali.

 Per i trafficanti e di sfruttatori c'è un guadagno enorme: secondo le stime Havocscope (global black market information) il guadagno della prostituzione nel mondo si aggira intorno ai 186 miliardi di dollari l'anno.

Dopo il traffico di droga e di armi, il più redditizio business è quello degli esseri umani. Come nota infatti The National Institute of Justice americano la prostituzione costituisce la porta d'ingresso della schiavitù sessuale e della tratta….

Soprattutto manca una vera e propria legge per la tratta, in particolare quella delle donne a scopo di prostituzione...

Preghiera

Grazie signore per essere con noi ogni giorno della nostra vita.  Che possiamo sentire la tua presenza e vederti all'opera nelle nostre vite. Continua a farci confidare in Te anche quando pensiamo che ti sei allontanato da noi. Grazie per il tuo amore. Amen

(tratto da: "Federazione donne evangeliche in Italia", giornate per combattere violenza sulle donne)

Riflessioni sul sinodo: preparazione e apprensioni

Una preparazione senza dubbio maestosa e capillare che suscita ammirazione ma insieme anche un misto di smarrimento e apprensione per quella che Pietro Pissarra ("Le christianisme va-t-il mourir" in baptises.fr) dell'8 settembre 2021, chiama l'ultima tentazione. "L'ultima tentazione sarebbe minimizzare la portata del cammino sinodale riducendolo ad una faccenda interna, di organizzazione o a una campagna di marketing, per rilanciare un prodotto scaduto. E se, di fronte all'esodo silenzioso, alle chiese che si svuotano, il sinodo fosse l'ultima chance, il kairos da cogliere?". Su Jesus di settembre 2021 è apparsa un'interessantissima intervista alla teologa francese Paule Zellitch presidente della Conférence catholique de baptisé-e-s francophones (Ccbf) impegnata dal 2010 per promuovere l'inclusione dei laici e delle donne nella chiesa, di cui fanno ora parte anche molti preti. Essa, per rendere l'idea dell'attuale situazione della chiesa cattolica, si serve di un doppio paragone che colpisce. Immaginate, dice, di vedere un prete che dal pulpito predichi in una lingua poco comprensibile a un uditorio muto e sconcertato, che piano piano si alza dei banchi per uscire dalla chiesa; o un circolo chiuso in cui i membri, tutti maschi, si confrontino soltanto fra di loro."… Siamo arrivati al paradosso che, nella fede basata sulla parola, è proprio la parola dei fedeli che è stata confiscata. E' una chiesa monocroma…". I vescovi hanno assecondato la propensione di Wojtyla a ridurre l'influenza dei teologi e la possibilità di fare nuove proposte. Non c'è contraddittorio né dibattito, i discorsi sono piatti, e questo non è certo un segno di salute nella chiesa". "I numeri parlano chiaro: oggi in Francia il 34% degli abitanti si dichiara cattolico ma soltanto il 2% è praticante; allora a chi parlano i vescovi?". Anche i circa 10.000 casi di abusi sessuali perpetrati da membri del clero negli ultimi settant'anni contribuiscono alla generale crisi di credibilità dell'istituzione-chiesa. 

Secondo Paule Zellitch bisogno coniugare la giusta verticalità con una sana orizzontalità. I laici e le donne in prima fila, sono stanchi di essere emarginati, trattati come bambini incapaci di prendere una direzione, e di vedere le loro competenze ignorate e i loro carismi sottovalutati. Ricorda che lo spirito soffia dove vuole e aggiunge: "Le gerarchie temono la libertà di pensiero dei laici: ma obbedienza non significa abdicare all'intelligenza e allo spirito critico, significa seguire Cristo". Rispetto a quelli ricordati per la Francia, i numeri della crisi in Italia possono sembrare un po' (solo un po') meno catastrofici ma, vista la tendenza degli ultimi decenni, si può temere che sia ormai solo questione di tempo. E' fondamentale che almeno i credenti impegnati che sono forse meno numerosi di quelli ancora praticanti, ma l'unica speranza in vista del futuro, assumano senza timidezze le loro responsabilità ecclesiali, si sentano responsabili della sinodalità effettiva della chiesa e facciano sentire con spirito fraterno e senso critico la loro parola, anche e soprattutto quando può sembrare che la Chiesa non la richiede veramente e non la ascolti abbastanza.

Lilia Sebastiani (da "Rocca" 15/10)

Riflessione sui negazionisti di oggi e su quelli che si trovano nella Bibbia

Come racconta su ilLibraio.it frate Alberto Maggi, "il negazionismo ha radici antiche, e già nelle prime pagine della Bibbia si trova il primo negazionista…". Nella sua riflessione c'è spazio anche per il difficile presente: "Probabilmente è un'impresa disperata far ragionare il crescente numero di negazionisti, terrapiattisti, cospirazionisti, seguaci di scie chimiche, NoVax, no Covid, no tutto. Ma non bisogna scoraggiarsi…"

"Nun me piace!" è il conosciuto tormentone della commedia di Eduardo de Filippo "Natale in casa Cupiello"

L'anziano protagonista, amante delle tradizioni, in occasione del Natale, ha allestito "il più bel presepio di tutti gli altri anni", e cerca il consenso del figlio Tommasino (Nennillo), un tontolone ("ha avuto la malattia… è nervoso!"), viziato dalla madre. Niente da fare: "Nun me piace!", è la sua risposta. Inutilmente il padre tenta di fargli notare la bellezza degli angioletti, dei tre re magi, della stella cometa… "Nun me piace!", è la sua risposta. Questo ragazzo tardo e pigro è la parodia del negazionista, colui che rifiuta di vedere il bello, il buono, e sa rispondere solo ripetendo la stessa solfa e lo stesso slogan: "Nun me piace!". Non c'è motivo, semplicemente non gli piace. Il personaggio di Tommasino è la caricatura di quelle nullità, che per far notare la loro presenza hanno bisogno di gridare la loro tanto ostinata quanto ottusa contrarietà.

Ma il negazionismo ha radici antiche e già nelle prime pagine della Bibbia si trova il primo negazionista.

Nel Libro della Genesi si legge che il Creatore aveva avvertito l'uomo e la donna, da lui creati, di non mangiare "dell'albero della conoscenza del bene e del male", perché altrimenti sarebbero morti (Gen 2,17). Ed ecco spuntare il primo negazionista della storia, il serpente, che disse alla donna: "Non morirete affatto!" (Gen 3,5), e si sa come poi è andata a finire. E negazionisti spuntano anche al tempo di Noè, "uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei" (Gen 6,9). Avvertito da Dio dell'imminente disastro, pensa a mettersi in salvo costruendo un'arca di legno, ma gli altri no, "mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito… e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti" (Mt 24,38).

C'è poi un altro tipo di negazionismo dalle conseguenze drammatiche, perché si fonde con il fanatismo religioso

È il negazionismo che, forte delle sue sacre convinzioni, rifiuta la realtà perché è inammissibile, scomoda o spiacevole, o semplicemente non può essere. Un esempio di questo negazionismo si trova negli scritti di Geremia, dove il profeta avverte il popolo dell'imminente pericolo, rappresentato dall'invasione dei Babilonesi guidati da Nabucodonosor, invitandolo ad abbandonare false certezze: "Non confidate in parole menzognere ripetendo: Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore" (Ger 7,4). Ma il grido d'allarme del profeta non fu ascoltato nonostante l'evidenza dell'approssimarsi della tremenda invasione. Gerusalemme era la città del Dio d'Israele e per questo non poteva essere conquistata. La tradizione religiosa, infatti, credeva che Gerusalemme fosse imprendibile in quanto Dio stesso avrebbe impedito la caduta del luogo che conteneva la sua presenza. Del resto anche il salmista esaltava l'imprendibilità di Gerusalemme, perché "Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell'alba… Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe" (Sal 46, 6.8), per poi dover amaramente constatare che "hanno ridotto Gerusalemme in macerie" (Sal 79,1), come già Geremia aveva vanamente profetizzato: "Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine" (Ger 26,18).Ugualmente, secoli dopo, durante l'assedio di Gerusalemme da parte dei Romani, a causare la morte di molti durante l'attacco alla città santa, quando era evidente a tutti che era assurdo resistere alla soperchia forza distruttrice degli invasori, fu proprio "un falso profeta che in quel giorno aveva proclamato agli abitanti della città che il Dio comandava loro di salire al tempio per ricevere i segni della salvezza" (Guerra, VI, 5,2 §285). E vi incontrarono la morte.

Nei vangeli i negazionisti sono i capi religiosi

I capi religiosi, pur riconoscendo nelle opere di liberazione di Gesù "il dito di Dio" (Lc 11,29), non possono ammetterlo, per non perdere il loro potere e dominio sul popolo. Nel vangelo di Giovanni, nell'episodio della guarigione del cieco nato (Gv 9), i capi non possono ammettere che mediante la trasgressione del comandamento del sabato, ritenuto il più importante di tutti perché era quello che pure Dio osservava, Gesù possa aver restituito la vista al cieco nato ("I Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista", Gv 9,18). Le autorità religiose, non potendo ammettere alcuna contraddizione nella loro dottrina negano, con l'evidenza, la verità del fatto.

Le radici del negazionismo vanno ricercate nella paura.

Il negazionista è, infatti, un individuo che è vittima della sua stessa paura che non vuole riconoscere. Non sapendo come gestire la sua ansia, semplicemente la nega e, non sapendo affrontare un mondo che è in costante cambiamento, lo rifiuta. Tutto quel che è complesso, quel che richiede riflessione, un ragionamento articolato e fondato, esula dalle sue capacità e liquida il tutto con un secco NO. Forse l'immagine con cui si potrebbe raffigurare il negazionista è quella dello struzzo con la testa infilata per terra. Il pericolo c'è, ma lui si ostina a non vederlo, a ignorarlo, illudendosi così di eliminarlo dal suo orizzonte. Per farsi notare il negazionista deve andare contro l'evidenza, e contro la verità, e per questo suo delirio deve appoggiarsi su una visione della società vittima di ogni tipo di complotto, dal finanziario al religioso, con il continuo sospetto che si traduce in rifiuto di tutto quel che con le sue limitate capacità intellettuali non riesce a comprendere.

Forse fregiare del termine negazionista certe persone è anche troppo, in altri tempi, prima del "politicamente corretto" e dei social, si sarebbero detto semplicemente che erano dei minchioni. Ma, di fatto, dal linguaggio comune è praticamente scomparso il verbo sminchionire, far cessare qualcuno di essere un minchione, ovvero di essere ridicolmente ingenuo e credulone.

Probabilmente è sembrata un'impresa disperata far ragionare il crescente numero di negazionisti, terrapiattisti, cospirazionisti, seguaci di scie chimiche, no vax, no covid, no tutto. Ma non bisogna scoraggiarsi, del resto nella più sana tradizione cattolica vengono insegnate le sette opere di misericordia spirituali dove sono elencate anche "insegnare agli ignoranti" e… "sopportare pazientemente le persone moleste".

Alberto Maggi (2021)

Dio e shekinah

"Questa parola, che è femminile in ebraico, di una presenza speciale di Dio, ovvero dell'avvertire la presenza del Divino attraverso una sua manifestazione. Deriva dalla parola "dimora" o dal verbo "dimorare" e dice di un modo speciale di stare in mezzo a noi. Attraverso questa parola viene nominata la presenza di Dio, e quindi essa può essere usata come un altro nome di Dio".

(da Matthew Fox, "Gli 89 splendidi nomi di Dio", Gabrielli ed. pp.88)

La fame difficile

La fame difficile

Se c'è un secolo che ha scoperto e sofferto la fame come problema mondiale, è proprio il nostro.

Ma, parallelamente, l'orgia delle cose e la religione dell'io che caratterizzano gran parte del mondo e non solo più il nostro Occidente, hanno reso difficile la beatitudine che proclama la Scrittura:

"Beati quelli che hanno fame e sete di salvezza che viene da Dio" (Mt.5,6) e "lo cercano con tutto il cuore" (Salmo 119,2).

Queste pagine vogliono solo rimettere al centro dell'attenzione e della ricerca l'esigenza di nutrire i nostri cuori alle sorgenti della vita. Una fede non nutrita si spegne come un albero cui vengono tagliate le radici o una persona alla quale venga meno il nutrimento.

Ma questa "fame di Dio" che forse non è spontanea in nessun contesto, è oggi terribilmente minacciata da molti fattori.

La cultura dell'abbondanza

Da una parte la cultura dell'abbondanza e i cuori pingui, hanno creato l'humus della smemoratezza e dell'infezione idolatrica. Il Deuteronomio, redatto quando ormai la tentazione aveva trovato spazio in mezzo al popolo, ce lo pone davanti agli occhi:" Quando il Signore Dio tuo ti avrà fatto entrare nel paese che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti avrà condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate, alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai piantati, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile"(Deuteronomio 6,10-12).

Non meno esplicito è il passo successivo: "Perché il Signor tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile: paese di torrenti, di fonti e di acque sotterranee che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele; paese dove non mangerai con scarsità di pane, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa del paese fertile che ti avrà dato. Guardati bene dal dimenticare il Signore Dio tuo così da non osservare i suoi comandamenti, le sue norme e le sue leggi che oggi ti do. Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata senza acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire. Guardati dal pensare: la mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze. Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dà la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l'alleanza giurata ai tuoi padri" (Deuteronomio 8,7-18). Mentre la fede vuole uomini e donne felici, con esistenze sensate, il capitalismo si accontenta di animali beati.

Franco Barbero (1991)

Mi rialzerai

Se dentro me ho perso la speranza e sento che certezze più non ho, non temerò ma aspetterò in silenzio, perché io so che sei vicino a me.

Mi rialzerai se non avrò più forze, mi rialzerai, con Te ce la farò, sarai con me nel buio della notte, mi rialzerai, per il Tuo amor vivrò.

(tratto da un Innario protestante, testo originale di Brendan Graham)

Oggi!

Oggi, è spuntato un giorno nuovo, è il giorno della nostra vita.

Tu sei, Signore, il sole di questo giorno e di tutti i giorni.
Al crepuscolo di un tempo tramontato, scompaiono le tristezze, gli errori e le paure di ieri.
Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore.
Tu sei, Signore, la luce di questo giorno e di tutti i giorni.
All'alba di un nuovo avvenire, appaiono la gioia, l'entusiasmo e la fiducia di domani.
Tu sei, Signore, la vita di questo giorno e di tutti i giorni.

Joel Stroudinsky

Sinodalità

"Sebbene il documento sulla sinodalità sottolinei che tutte e tutti sono soggetti, fino a quando la responsabilità di ascoltare e deliberare resterà esclusivamente nelle mani della gerarchia maschile clericalizzata, il sistema ecclesiastico resterà così com'è, con gli uomini alla guida del veicolo e le donne e gli uomini non chierici come sue ruote".

(da Kochurani Abraham, teologa cattolica indiana, Concilium 2021)

Il carcere della vergogna

Che cosa accade davvero al Sestante, sezione psichiatrica del carcere Lorusso e Cutugno di Torino, padiglione A, da anni al centro di uno stuolo di denunce, ma sempre lì, funzionante e popolato di ospiti detenuti in condizioni disumane? A leggere le parole di Susanna Marietti, presidente nazionale dell'associazione Antigone, ci si trova in un «luogo vergognoso in cui si rinuncia a vite umane come se valessero niente». Marietti va giù duro in una lunga lettera in cui elenca il resoconto di una visita di pochi giorni fa: «Celle piccole, sporche, letti in metallo scrostato attaccati al pavimento coi chiodi. Ho visto un uomo – scrive - sdraiato con la faccia per terra, al buio, bagni turchi intasati dalle feci da quattro giorni, detenuti con gli occhi a mezz'asta, incapaci anche di parlare e raccontare il proprio disagio. Luoghi indecenti - chiosa - in cui vengono ammassati corpi».

Il dato sembra ampiamente riscontrato da altri fatti. Due settimane prima della denuncia di Marietti, ci aveva pensato Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino a scrivere al Provveditore dell'amministrazione penitenziaria del Nord Ovest e all' Asl di competenza. In estrema sintesi, era un grido disperato: «Avevo chiesto che il Sestante venisse chiuso una volta per tutte». La donna lo aveva visitato l'ultima volta 15 giorni fa. «Come posso definirlo? Un luogo inumano e degradante». Nemmeno questa volta si è chiuso nulla, si dice perché sarebbero pronti dei lavori di ristrutturazione rinviati «enne» volte dalla lenta e quasi mai reattiva macchina burocratica dello Stato. E cosi questo settore del penitenziario torinese diviso in due articolazioni – "Osservazione" e "Trattamento" – è rimasto lì. A ospitare scempi che più voci confermano. Tre legali dell'Osservatorio carceri dell'Unione Camere penali stamattina si presenteranno in procura per depositare un esposto. Di più: «Chiederemo che il Sestante venga sequestrato come luogo in cui si consumano reati a danno dei detenuti» precisa Davide Mosso che sta lavorando alla denuncia insieme ai colleghi Alberto De Sanctis e Antonio Genovese. «La questione fondamentale и che le persone che soffrono di patologie psichiatriche non devono stare in carcere ma in un luogo di cura. Come prevede il codice» dice Mosso.

E proprio di un caso del genere riferisce Marietti nella sua lettera: «Nell'ultima cella prima dell'uscita c'era un ragazzino. Avrà avuto 25 anni. Gli ho chiesto come andasse. Le lacrime hanno cominciato a scendergli dagli occhi. Mi ha detto che non capiva perché fosse lì e che aveva tanta paura tutte le notti. Mi ha pregato di farlo trasferire. Gli ho spiegato che non avevo alcun potere in questo senso, ma mi sono fatta dare il numero di telefono della mamma, che lui sapeva a memoria. Gli operatori mi hanno spiegato che erano in attesa che si liberasse un posto in una Rems, le residenze a vocazione sanitaria per l'esecuzione delle misure di sicurezza psichiatriche». In definitiva: «Il ragazzo non avrebbe dovuto trovarsi lì, non c'era titolo per la sua detenzione. Sono uscita e ho chiamato la madre. Nessuno le aveva detto dove lo avessero portato».

Levata di scudi anche dalla politica. L'assessora torinese Gianna Pentenero, con delega ai Rapporti annuncia una visita in quel reparto. Parla di «situazione inaccettabile, peraltro già denunciata di recente per la quale chiedo alle autorità governative di intervenire con tempestività».

E che questo reparto sia stato - anche in un recente passato – foriero di scandali e inchieste non è un mistero. A giugno in tribunale si aprirà il processo contro tre agenti della penitenziaria accusati di omicidio colposo per un suicidio avvenuto al Sestante. Un detenuto si tolse la vita strangolandosi con i pantaloni del pigiama. L'agonia dura 12 minuti e nessuno di coloro che avrebbe dovuto controllarlo a vista si alzi per svolgere il proprio dovere.

Giuseppe Legato

Oh mio dolce autunno

Oh mio dolce autunno, che tanto parli al mio cuore di silenzio, di tenerezza e di sogni, tu mi ricordi tutti i colori della vita.

La foglia che cade, zigzagando dolcemente, rossa o gialla che sia, mi fa pensare alla danza del senso compiuto.

Lieta si consegna alla terra per nutrire il futuro del mondo.

Ma nei colori dell'autunno che vivo, nel silenzio parlante del tramonto, che tanto amo e tanto mi nutre, ancora sento ardere quella fiamma che illumina quell'oltre che Dio mi darà.

Franco Barbero, 23 novembre 2021

Definizione di figlio  

"Un figlio è un essere che Dio ci ha prestato per fare un corso intensivo di come amare qualcuno più che noi stessi, di come cambiare i nostri peggiori difetti per dargli migliore esempio, per apprendere ad avere coraggio. Sì. È questo! 

      Essere madre o padre è il più grande atto di coraggio che si possa fare, perché significa esporsi ad un altro tipo di dolore, il dolore dell'incertezza di stare agendo correttamente e della paura di perdere qualcuno tanto amato.

      Perdere? Come? Non è nostro. È stato solo un prestito. Il più grande e meraviglioso prestito, siccome i figli sono nostri solamente quando non possono prendersi cura di sé stessi. 

      Dopo appartengono alla vita, al destino e alle loro proprie famiglie. Dio benedica sempre i nostri figli, perché ci ha benedetto già con loro."

(da Josè Saramago, "Definizione di un figlio")

LA NOSTRA COMUNITA'

Questa comunità

  • Avvento significa attesa, invito ad attendere con fiducia che il nuovo anno, ogni anno, non sia solo una ripetizione del precedente o prosecuzione di un percorso come destino immodificabile.

- La nostra attesa si alimenta alla sorgente inesauribile che è il mistero amoroso vitalizzante di Dio. I giorni ci sono donati come cestello in cui troveranno posto gioie ed affanni, salute e malattia, vita e morte. Ci stiamo rendendo conto che la piccola realtà comunitaria ci regala sempre nuove presenze, persone in cui troviamo un'empatia che ci apre all'amore e ci sostiene nel cammino quotidiano.

- Ricordiamoci che la comunità ha bisogno di ciascuno e ciascuna di noi. Per me, giunto agli ultimi passi del cammino, è gioia grande vedere fratelli e sorelle che crescono nella responsabilità e nella "costruzione" comunitaria.

  • Un abbraccio affettuoso, tutto particolare, va alle persone che in questi ultimi 20 mesi di covid hanno stabilito un rapporto di amicizia e di condivisione di alcune esperienze comunitarie, regalandoci la testimonianza preziosa del loro affetto e della loro fede. Tanto da renderci vicini e vicine anche nella distanza.
  • Il mese che è appena iniziato si presenta ricco di appuntamenti e di proposte, ma alcune date e alcuni orari potranno subire variazioni a causa del covid. Sarà utile consultare il blog o telefonare per verificare qualche eventuale variazione di programma o di orario. Un caso saluto a ciascuno e ciascuna, vicino o lontano, con l'augurio di giorni felici, ricchi di interiorità, di buone relazioni, di silenzio, di riposo e di preghiera.

Franco Barbero

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