lunedì 6 dicembre 2021

L'IMMACOLATA: UN DOGMA DA METTERE NEL CESTINO

 Il dogma dell’immacolata concezione di Maria, proclamato da papa Pio IX nel 1854, insegna che “La beatissima vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale” (Bolla Ineffabilis Deus).

Siamo di fronte ad un caso limite dello sviluppo dei dogmi, riconoscono in larghissima misura anche i teologi cattolici. Dal silenzio totale della Scrittura e della più antica tradizione si è arrivati, solo nel 1854, alla definizione dogmatica passando attraverso controversie, polemiche, devozioni, fantasie.

Siamo di fronte ad una dottrina ecclesiastica che, ovviamente, non appartiene al nucleo della fede cristiana, non avendo alcun solido fondamento nella Scrittura. Si può essere cristiani (né protestanti né ortodossi riconoscono questa dottrina creatosi nei secoli) e cattolici senza includere questa credenza. Questo oggi è ampiamente riconosciuto anche dentro la chiesa cattolica.

Bisogna riconoscere che la fantasia dei gerarchi della chiesa è stata davvero creativa. Pio IX nel 1854 definì come dogma di fede che Maria  è stata preservata dal peccato originale. Nel 1870, al Concilio Vaticano I definì l'infallibilità papale: un'altra barzelletta vaticana.

Ora i biblisti sorridono  di queste incaute "uscite" di uno dei papi più reazionari degli ultimi secoli. Tanto che nessuno ha osato aggiungere un'altra nota umoristica proclamandolo santo, come va di moda oggi.

In realtà Maria  è nata, esattamente come ciascuno e ciascuna di noi , immacolata, cioè senza traccia di peccato. Chi oserebbe mai affermare, bestemmiando il Dio creatore, che la creatura  che viene al mondo è segnata dal peccato. Tu, io, noi siamo tutti/e nati e nate immacolati, cioè avvolti dall'amore di Dio.

Ma questo umoristico dogma è una bestemmia  anche perché non esiste nessun peccato originale, che segni la nostra vita dal suo primo giorno, semmai nasciamo nella condizione umana in cui crescendo ogni giorno dovremo scegliere tra il bene e il male: ecco il senso del mito di Genesi.

Va da sé che il dogma  del peccato originale, come quello dell'immacolata concezione, non sono parte della fede cristiana e non hanno fondamento biblico.

Mi spiace per Maria, la mamma di Gesù. Il suo cammino di donna credente costituisce una grande testimonianza, ma coprirla di dogmi significa seppellire la sua vita e la sua fede sotto il manto del privilegio; in questo caso un privilegio inesistente e addirittura ridicolo.

La dottrina del peccato originale, trasmesso da Adamo ed Eva, si fonda su un mito che l'esegesi ha finalmente interpretato cestinando il dogma del peccato originale destinato a tutta l'umanità e ad ogni singola persona che vede la luce. Da secoli insigni teologi hanno fermamente respinto la concezione dogmatica della nascita nel peccato. Come ognuno/a di noi, Maria di Nazareth fin dal primo giorno è una creatura che vive nella "benedizione", senza ombra di peccato.

E allora?

Sarebbe tempo di prendere sul serio ciò che le scienze bibliche ci chiariscono rispetto al mito delle origini e rispetto ai racconti mitologici della nascita di Gesù, che negli sproloqui delle liturgie natalizie, molti predicatori proclameranno come verità  storiche.

Ne consegue che una chiesa coraggiosa e amante della verità cancellerebbe dal calendario liturgico questa "festa" che è un falso storico e teologico. Ancora: una chiesa amante della verità toglierebbe dal rituale del battesimo tutte le espressioni che indicano la cancellazione del peccato originale perché non si cancella ciò che non esiste.

Di più: ne consegue che in uno Stato laico occorrerebbe fare di questa giornata di riposo una gioiosa celebrazione della nascita din ogni creatura....

E poi....., mia cara chiesa, smettila di usare Maria per i tuoi affari infantilizzanti e spesso devozionalistici e mercantili.

Franco Barbero, Pinerolo 6 dicembre 2021