domenica 5 dicembre 2021

LE PERSONE CHE EMIGRANO RIGUARDANO TUTTI NOI

 Quanto è grande la Manica

Tra gli effetti di Brexit, c’è che Johnson si rivolge a Macron come se la Francia fosse una specie di Libia spostata molto più a Nord, e l’Eliseo lo stato maggiore del traffico di migranti. Oppure è vero il contrario: Brexit non è una causa, è solo una logica conseguenza. Per la grande isola a Nord della Manica il Commonwealth, che è l’eufemismo del vecchio Impero (vuol dire “bene comune”, probabilmente è il primo, clamoroso esempio storico di ipocrisia politicamente corretta), è pur sempre molto più prossimo, familiare e importante dell’Unione Europea. Le città inglesi pullulano di migranti, asiatici soprattutto, ma sono, come dire, un prodotto interno, un imponente flusso post-coloniale (come i magrebini in Francia). Ma i migranti africani che traversano l’Europa no, quelli non sono sudditi o post-sudditi della Corona Inglese, quelli sono affare interno di chi sta dall’altra parte della Manica. Se li tengano.

È un modo di ragionare che non fa una grinza, a patto che ci si rassegni al provincialismo che sta sotto e dietro il cosiddetto sovranismo.

Impossibile anche solo concepire una comune politica dei Paesi europei (l’Inghilterra lo è, almeno sul mappamondo) per il governo dei fenomeni migratori, fino a che un braccio di mare che si traversa anche con le pinne e il materassino, la Manica, politicamente è vasto e procelloso come un oceano.

Lo sanno bene gli ultimi annegati di una lunga serie, che hanno almeno avuto il discutibile vantaggio postumo di occupare le prime pagine di tutti i Paesi nord-europei, e fatto discutere quei Parlamenti e quei governi. Migliaia di annegati nel Mediterraneo non hanno potuto godere di un cordoglio così diffuso. Se si vuole attirare l’attenzione, conviene annegare nella Manica.


Michele Serra, La Repubblica 27 novembre