domenica 5 dicembre 2021

FEDE E RESPONSABILITA'

 Fede e responsabilità

Una crisi può voler dire un ripensamento radicale, uno scossone nel quieto e usuale modo di vedere le cose, una presa di coscienza là dove c'erano credenze appunto inconsce o abitudini non coscienti.

Vera tragedia teologica, invece, sarebbe se Dio perdesse fede e fiducia in noi e smettesse la sua fedeltà. E’ il dubbio che ha attraversato la mente di alcuni superstiti dell'esperienza di Auschwitz.

Solo loro -e chi ha esperito la magnitudine del cattivo uso della libertà umana in questo mondo soffrendo il dolore fino a se fine a se stesso che altri esseri umani hanno loro inflitto- possono davvero dubitare della cura divina del mondo, oltre che della bontà dell'uomo. In una delle sue lettere per la prossima generazione, del luglio 2012, ragionando sulla possibilità della fede dopo l'Olocausto il rabbino Sachs scrive ancora: "Non è facile avere fede dopo Auschwitz. Il rebbe di Klausenberger, Yekutiel Halberstam, sopravvissuto a diversi campi di sterminio disse una volta: "il vero miracolo è che noi superstiti dell'Olocausto abbiamo ancora fede. Questo, amici miei, è più grande miracolo". Giobbe nel libro che porta il suo nome disse: "Anche se mi uccidesse, io spererei in Lui". La fede non significa che qualunque cosa facciamo, le cose alla fine avranno un lieto epilogo per noi. La libertà che Dio ci ha dato comprende, tra le altre cose, la libertà di distruggere noi stessi. La libertà rende onore alla nostra umanità soltanto se essa viene abbinata alla responsabilità. La fede è il richiamo di Dio alla responsabilità. Dio non ci salva da noi stessi, ma ci insegna come salvarci da noi stessi". Una fede che ci esonerasse dalla responsabilità o anche solo pretendesse sostituirla, sarebbe illusoria e falsa, sarebbe una magia o una superstizione, un cunicolo cieco dal quale prima o poi occorre tornare indietro.

Per quanto paradossale appaia, la fede andata in crisi dopo Auschwitz non è quella in Dio ma quella nell'uomo e nel suo senso di responsabilità.

Massimo Giuliani, Fidarsi.L’Amen della fedeltà, Morcelliana editrice, pagg. 40-50