Myanmar tanti sfollati a causa della guerra civile
La preghiera insistente del Papa, durante la recita dell'Angelus, per invocare la pace nell'"amata terra del Myanmar" non ferma l'inasprirsi delle violenze innescate dal colpo di Stato del primo febbraio, che ha messo fine al governo civile di Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia. Secondo quanto riporta l'agenzia di informazione cattolica Uca-News, dal 1 febbraio almeno 1.114 persone hanno perso la vita e oltre 8.000 persone sono state detenute. Si intensifica la repressione violenta delle proteste pro-democrazia. La "guerra difensiva popolare" contro la giunta golpista colpisce pesantemente gli abitanti delle aree prevalentemente cristiane degli Stati di Chin, Kayah, Kachin e Karen. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2 ottobre oltre 240.000 persone hanno dovuto lasciare le proprie case. Nello stato di Kayah, centro di sfollamento in Myanmar sud-orientale, solo a settembre circa 22.000 persone sono fuggite dalle loro case e più di 79.000 persone, tra cui circa 29.000 bambini, sono attualmente sfollate. Almeno 12.000 persone sono sfollate dallo Stato di Chin e 142.000 dallo Stato di Kayah. Save the Children ha evidenziato che "la maggior parte dei bambini sfollati vive nella foresta, con nient'altro per vivere se non teloni sorretti da canne di bambù per proteggersi dalla pioggia torrenziale dei monsoni. Molte famiglie non hanno cibo a sufficienza e condividono un unico pasto al giorno e dal momento che l'accesso al cibo e ai servizi salvavita sono bloccati, le famiglie vivono solo di riso". Circa 6,2 milioni di bambini sono a rischio fame nei prossimi sei mesi. A giugno un inviato Onu per i diritti umani ha avvertito che nello Stato di Kayah ci potrebbero essere "morti di massa per fame, malattie e assideramento" (fonte: Agensir).
Franca Cicoria – Rocca 1/11