Nell'epoca del trionfo di Peter Pan
"Si impone così sostanzialmente il profilo di un adulto sempre più ripiegato su se stesso, sempre più narcisista ed egolatra, sempre più cinico e manipolatore. In una parola sempre più "intransitivo", ovvero l'esatto opposto di ciò che, in verità, essere adulto significa e implica. Nessun nome è per lui più adatto di quello di Peter Pan, il celebre personaggio protagonista dell'omonimo racconto di James Matthew Barrie: il bambino che non voleva crescere e che oggi ha trovato alloggio confortevole e vitto abbondante nel cuore degli adulti. Di noi adulti.
Da credenti, infine, possiamo pensare ancora a questo "adulto-Peter Pan" che manca alle nostre chiese semivuote semplicemente come un "credente non praticante"? Possiamo continuare ad aspettare il ritorno di Peter Pan, chiusi nelle nostre sagrestie e nelle nostre celebrazioni sempre più spente? Non è piuttosto il tempo di andare a incontrarlo, questo Peter Pan, di provare a ricordargli cosa significa, in verità, essere adulto e aiutarlo, alla luce e con la grazia del Vangelo, a trovare una modalità diversa di investire la sua libertà e la sua unicità rispetto al mito della giovinezza, per il suo bene e per il bene dei suoi figli? Non sono già troppi i segni di un mondo adulto fin troppo rimbecillito e di un mondo giovanile fin troppo depresso?
Certo che è questo il tempo per i credenti: il tempo di trovare una parola nuova per gli adulti!
Sono, tuttavia, necessari due passi propedeutici: il primo è quello di accettare sul serio che gli adulti non sono più quelli di una volta, il secondo è quello di accogliere sino in fondo l'appello a una conversione della mentalità pastorale, formulato con vera forza e da tempo da papa Francesco. Insomma, non possiamo più andare con la bicicletta di don Matteo incontro alla Ferrari dell'adulto 4.0!"
Armando Matteo, Convertire Peter Pan, Ancora ed. Milano 2021, pag. 126, Euro 13,00