V.Savoldi - V.Rocca, Chiesa dove sei?, Ed. Gabrielli 2021, pgg.192, 16 Euro.
Questo è un libro in cui senti tra le righe il profondo anelito di fede che ispira i due Autori, la cui vita è testimonianza vissuta del Vangelo.
Per questo riporto nel mio blog ben 3 brani assai significativi, tratti da queste pagine. Eppure, sul piano dell'esegesi biblica e della dogmatica, trovo queste pagine lontanissime dai nuovi orizzonti che una età adulta della fede, a mio avviso, esige. Non solo, manca completamente la consapevolezza dei grandi e radicali problemi legati al patriarcato (pari opportunità e accoglienza nella chiesa delle donne e delle persone lgbt), ma tutto l'impianto cristologico e mariologico è legato alle dottrine e alle formulazioni dei Concili di Nicea, Efeso e Calcedonia. A parte l'opinabile esaltazione del “santo subito” di Carlo Acutis e di Padre Pio (pagg,70 – 94), affermare che “nella chiesa è necessaria un'unità di dottrina e di prassi” (pag. 89), il continuo ribadire che “Gesù è Dio”, si nota la più totale estraneità alle ricerche sul piano biblico è storico.
Dire che Stefano è “diventato partecipe del primo grado del sacerdozio ministeriale” (pag.114) e che la “Nuova Alleanza è superiore all'Antica Alleanza” e confondere la Legge ebraica con il valore salvifico delle opere, a me sembra ignorare gran parte delle ricerche degli ultimi secoli sulla rapporto ebraismo- cristianesimo. A pagina 123 e 124, Il discepolo è chiamato a passare dalla legge all'amore ….”, “Per i musulmani Dio si fa libro, per i cristiani Dio si fa carne” (pag.142), “anche gli africani subiscono le conseguenze del peccato originale” (pag.145) : sono affermazioni che lasciano perplessi.
Ma quando si arriva alla “Vergine Maria,” la retorica e la dogmatica diventano ossessive: “Maria nel suo corpo genera Dio, è incinta di Dio “ (pag. 156), “questa fragile donna è più grande di tutto l'universo ”(pag.167), “la prima redenta” (pag. 163), “Maria madre dell'umanità” (pag. 156), “in Lei è riassunto tutto quello che di bello e di buono e il Padre ha creato” (pag. 155), e tante altre espressioni simili, allora si capisce che, gira e rigira, le strutture portanti della dogmatica sono confermate, addirittura aggravate.
Resto davvero sconcertato da questo ceppo dogmatico che non si ha il coraggio e non si hanno gli strumenti di mettere in questione.
Mi preoccupa il fatto che un linguaggio amoroso e suadente, come questo, non arrivi a mettere radicalmente in questione i nodi strutturali del cattolicesimo ufficiale: patriarcato, misoginismo, sessuofobia, potere gerarchico, omofobia, mariolatria, abusi sui minori, celibato obbligatorio......
Questi nodi vanno dichiarati, esplicitati e tradotte in lotte teologiche, rispetto ai diritti umani. Girare attorno ci rende graditi all'istituzione, ma non aiuta a decostruire il palazzo per costruire una fede adulta.
Un caro saluto agli Autori, ma abitiamo stanze molto diverse.
Franco Barbero