martedì 19 aprile 2022

LA DISPERAZIONE DELLA VIOLENZA

 Gianni PENAZZI*

"La pace più svantaggiosa è preferibile alla guerra più legittima" (ERASMO DA ROTERDAM)


È di qualche giorno fa un interessante articolo del teologo/filosofo Vito Mancuso su La Stampa: "Sono contrario alla guerra ma favorevole all'invio delle armi".

Il prof. Mancuso è indubbiamente un profondo e autorevole studioso... tuttavia mi è dispiaciuto osservare la mancanza di riferimento alla moderna letteratura non violenta, metodo transcend ecc… per la mediazione/risoluzione dei conflitti… Non un cenno agli infiniti studi e pratiche svolti dai molti testimoni e uomini di pensiero come Johan Galtung, Theodor Ebert, Gene Sharp… Tolstoj, Jean Goss, Hildegard Goss, Jean Marie Müller… fino ai nostri compianti Lanza del Vasto, Danilo Dolci, Davide Melodia, Alberto L'Abate, Nanni Salio… Carlo Carretto (breve trattato sulla nonviolenza "l’utopia che ha il potere di salvarti")… agli amici Matteo Soccio, Francuccio Gesualdi, Padre Alex Zonotelli. Giuliano Pontara (studioso di Gandhi), ecc. Mi pare che Mancuso non abbia neanche sfiorato l'enorme lavoro di ciascuno di questi (sic!) soffermandosi piuttosto sul vecchio schema greco-romano: la teorizzazione di un diritto bellico, già greca, come pure greca è la sua infrazione, Polibio e Diodoro, ad esempio…

Personalmente dai tempi di Testimonianze con Padre Balducci ho rafforzato l'idea del "se vuoi la pace prepara la pace". Ai nominativi che ho elencato aggiungerei anche il caro Alex Langer per i suoi tentativi in ex-Jugoslavia; il caro Alberto L'Abate per la strategia dei governi paralleli in Kosovo…

Del prof. Mancuso contesto la comunicazione della sua scelta favorevole all’invio armi senza aprire alcuna considerazione sui rischi di escalation verso soluzioni ultimative atomiche... Peraltro l'Ucraina fino a poco tempo fa era la terza potenza nucleare. Mi ha sempre colpito un pensiero di Piero Calamandrei: "la Resistenza fu un misterioso e miracoloso moto di popolo contro la tirannia del nazifascismo". Farei notare a coloro che citano i nostri partigiani come beneficiari di armamenti da parte americana, che tale invio d'armi avvenne alla fine della 2^ guerra mondiale.

Sul tema della legittima difesa mi sento più in sintonia con quella parte della nostra Resistenza che non utilizzò mai il moschetto...

Anche se, come ultima ratio, ricorrerei alla legittima difesa nel caso di estrema e conclamata grave ingiustizia in atto: "tra la codardia e il coraggio sceglierò l'ultimo". Questo il pensiero di Gandhi che anche giustificava il tirannicidio, come giustamente riferisce il prof. Mancuso.

Mi è di aiuto la considerazione giuridica del magistrato Domenico Gallo: "Quello che non è stato spiegato al Parlamento e all'opinione pubblica è che la legge italiana sulla neutralità (R.D. 1938 n. 1415, All. B, art. 8) vieta di fornire armi ai paesi in guerra. La ragione è semplice: chi fornisce armi ad un paese in guerra partecipa al
al conflitto e quindi non può essere più considerato neutrale. Con l’invio di uno stock imprecisato e secretato di armamenti e di mezzi bellici, l’Italia abbandona la neutralità e diviene un paese belligerante, sia pure per interposta persona".

*Gruppo "Obiettori Fiscali alle Spese Militari"

Qualevita 194