sabato 28 maggio 2022

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3.5 Notazioni libere


Se vuoi, qui di seguito puoi indicare qualche altro aspetto per te importante e che ti pare sia stato trascurato in questo questionario.


 

Sono stati molti gli interlocutori che hanno risposto all'invito rivolto loro in quest'ultima parte della scheda. Ci farebbe piacere poter riportare tutte le loro argomentazioni, frutto di riflessioni stimolanti e preziose. Non potendo farlo in maniera esaustiva, ci limitiamo a segnalare quelle notazioni che non hanno trovato adeguato spazio nelle altre parti del questionario. Cercheremo di elencarle riassumendole per argomenti.


Liturgia Eucaristica: sono numerosi gli interlocutori che esprimono il desiderio di una Liturgia Eucaristica più viva, rinnovata nella forma e nel linguaggio. Si rileva infatti come il rito della Messa risulti invece stereotipato, slegato totalmente dalla vita e di fatto non adatto ad una partecipazione effettiva di tutta l'assemblea. I presenti infatti, anche per la loro concreta disposizione nello spazio celebrativo, non interagiscono fra di loro, partecipano alla stessa Mensa ma senza alcun segno reale di "convivialità" e di comunione; non è prevista inoltre per loro alcuna partecipazione "creativa", essendo i contenuti simbolico/espressivi e quelli riflessivi (omelia) "agiti" unilateralmente da parte del presbitero, di fatto unico effettivo soggetto attivo nell'azione liturgica. Si rileva inoltre come sarebbe necessaria una riformulazione complessiva del linguaggio liturgico, desueto e spesso oscuro quanto ai modi espressivi e ai significati veicolati. Non pochi sono inoltre i richiami al Concilio Vaticano II e alle indicazioni che ne erano seguite anche in relazione alla Celebrazione Eucaristica: si osserva un pericoloso ritorno a forme celebrative preconciliari, sia in rapporto all'uso eccessivo della lingua latina, sia in riferimento a modi di celebrare particolarmente escludenti nei confronti dell'assemblea (come per esempio la collocazione della Mensa Eucaristica non rivolta verso i fedeli).


Catechesi e Sacramenti: un solo interlocutore esprime il desiderio di un ritorno all'antica forma di catechesi dottrinale, bene espressa, a suo parere, dal Catechismo di Pio X. Diversi altri, all'opposto, auspicano una revisione dei percorsi di Iniziazione Cristiana, che ritengono ancora improntati ad uno stile didattico e poco esperienziale; si osserva inoltre come essi risultino troppo esclusivamente finalizzati alla celebrazione dei Sacramenti. Si rileva anche come questi ultimi siano per lo più richiesti e vissuti in quanto "usi sociali", passaggi a cui si ritiene opportuno adeguarsi, seppure spesso non sostenuti da serie motivazioni di fede. Ci si sofferma, da parte di qualcuno, sul Sacramento della Confessione, riportando esperienze personali negative che hanno contribuito all'allontanamento dalla Chiesa: si auspicherebbe dunque una più specifica preparazione per i Confessori. Altri invece ritengono che sarebbe necessaria una più seria riflessione sul Matrimonio Cristiano.


Spiritualità: da più parti e con diverse argomentazioni si esprime l'esigenza profonda di una Chiesa più "spirituale" e meno dogmatica. In questa prospettiva sarebbe importante - si osserva -  trovare luoghi dove si possa parlare delle proprie esperienze spirituali, del significato della vita, della Trascendenza, delle "immagini" del divino, dei maestri incontrati e del ruolo da essi avuto nelle storie spirituali di ciascuno.


La Chiesa di Gesù: molti, in questa sezione come altrove, esprimono l'auspicio che la Chiesa possa configurarsi come più "gesuana", più spiritualmente connessa con la Chiesa delle origini. In questa prospettiva si vedrebbe opportuna, da parte di qualcuno, anche una riflessione sulla Professione di Fede (il "Credo"), per evidenziarne e comprenderne i contenuti, da non pochi considerati frutto di complicata elaborazione dottrinale e di eccessiva intellettualizzazione. Ci si domanda anche come annunciare il vangelo di Gesù nel nostro tempo, essendo i destinatari del suo messaggio antropologicamente molto diversi, oggi, da quelli da lui incontrati nell'arco della sua esperienza terrena. Si richiama a questo proposito la grande responsabilità delle comunità cristiane, non sempre modelli e testimoni di accoglienza e di inclusività: più simili, talvolta, a circoli privati esclusivi ed escludenti, piccoli ambiti ristretti nei quali non di rado risulta difficile inserirsi ed essere apprezzati. A questo proposito si richiama l'attenzione anche verso il mondo dei Movimenti, alcuni dei quali, come Comunione e Liberazione, si configurerebbero - si ritiene - come veri e propri centri di potere.


Laicità dello Stato: si auspica che la Chiesa si astenga da indebite ingerenze nella vita dello Stato, in particolare per quanto attiene all'attività legislativa di quest'ultimo, destinata a tutti i cittadini e non solo alla parte di essi che si identifica con la Chiesa Cattolica e con la sua visione del mondo e della morale. Un solo interlocutore segnala anche, a questo proposito, l'opportunità di una revisione del Concordato fra lo Stato e la Santa Sede. Ci si rammarica inoltre che i programmi scolastici prevedano l'insegnamento della Religione della Chiesa Cattolica, mentre si riterrebbe più opportuna un'educazione etica aconfessionale nel quadro di un'auspicata maggiore attenzione reale agli adolescenti e alle loro problematiche. Si segnala infine l'esclusività delle facoltà di teologia, anch'esse espressioni della Chiesa e non dipendenti dallo Stato.

Un interlocutore infine auspicherebbe, da parte della Chiesa, una più decisa presa di distanza da chi usa impropriamente e strumentalmente i simboli religiosi, siano essi legati, come spesso accade, al mondo della mafia, o più semplicemente finalizzati alla propaganda elettorale di qualche politico senza troppi scrupoli.


Etica ecologica: nonostante l'enciclica Laudato si' si ritiene che il tema sia troppo spesso trascurato e non considerato.


Pastorale sociale: si auspica una più decisa educazione dei giovani all'impegno sociale e all'attenzione verso le fasce più deboli e discriminate.


Ringraziamenti: moltissimi ringraziano per aver avuto la possibilità di esprimersi. Fra tutti coloro che hanno manifestato gratitudine per questa iniziativa ci colpisce particolarmente un interlocutore piuttosto avanti con gli anni, che si qualifica fra l'altro come credente cattolico a proprio agio dentro la Chiesa. Egli riferisce la sua soddisfazione nell'aver potuto portare le proprie argomentazioni, perché - osserva - "in tanti anni mai nessuno nella Chiesa aveva chiesto il mio parere".

 

(continua 25, il 30 maggio)