I termini della transizione
Il calo delle forniture di gas e petrolio dovuto alla crisi ucraina ha spinto molti paesi europei a guardare all'Africa per trovare nuove fonti energetiche. Al Quds al Arabi commenta la nuova amicizia che sembra legare Roma e Algeri. L'Italia, scrive il quotidiano panarabo, ha approfittato del raffreddamento dei rapporti dell'Algeria con la Francia (a causa del passato coloniale) e con la Spagna (per via della questione del Sahara Occidentale) per diventare il primo partner europeo del paese nordafricano. L'11 aprile il presidente del consiglio Mario Draghi è andato ad Algeri per stringere un accordo che prevede un aumento di nove miliardi di metri cubi delle forniture di gas algerine. Il 27 maggio il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune è arrivato in Italia per una visita di stato di tre giorni. Contemporaneamente l'azienda statale algerina di idrocarburi Sonatrach e l'italiana Eni hanno annunciato una collaborazione per "accelerare lo sviluppo dei giacimenti di gas in Algeria e investire sull'idrogeno verde.
Il tema del gas è già al centro dei lavori preparatori per la conferenza sul clima Cop27, in programma a Sharm el Sheikh, in Egitto, a novembre. “Dobbiamo metterci d'accordo su cosa significa una transizione energetica giusta per l'Africa", ha detto il leader senegalese Macky Sall, presidente di turno dell'Unione africana, il 25 maggio a una conferenza organizzata dall'autorevole fondazione Mo Ibrahim. "L’Africa deve poter sfruttare le sue importanti riserve di gas per svilupparsi e fornire l'elettricità ai suoi 600milioni di abitanti che non ce l'hanno ancora. Vietarcelo sarebbe ingiusto".
Non sono d'accordo le organizzazioni della società civile, scrive Le Monde Afrique. Secondo Landry Ninteretse, ilcapo della sezione africana del movimento ambientalista 350.org, "il gas non è la soluzione, ma un inutile diversivo di cui approfittano solo le grandi aziende. La priorità è eliminare progressivamente tutti i combustibili fossili".
Internazionale 3 giugno