L’allarme di Mercalli: “Cambiamenti climatici drammatici e già in atto. Possiamo solo limitare i danni”
di Fabio De Santi
L'Adige
25 maggio 2022
Sarà il noto meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli ad inaugurare, oggi, alle 18 nella Sala Conferenze al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige, il ciclo di conferenze "Le Ragioni di Vaia".
Luca Mercalli, in "Non c'è più
tempo", nella conferenza moderata da Alberto Faustini, direttore dei
quotidiani l'Adige e Alto Adige, proporrà un'analisi particolarmente
attuale con un focus etnografico che connetterà il tema dell'incontro
con un oggetto delle ricche collezioni museali.
Luca Mercalli, prendendo spunto proprio dal titolo della conferenza su Vaia, le chiederei se davvero ormai "non c'è più tempo"?
Purtroppo è così. Il tempo che avevamo a disposizione è già scaduto considerando che il cambiamenti climatici sono già in atto e sono drammatici. Non stiamo parlando di un fenomeno che arriverà in futuro ma di qualcosa che stiamo già vivendo. Il tempo è scaduto nel senso che ora possiamo pensare solo alle soluzioni, alla terapia, alla cura come quando si ha una malattia. Ora possiamo solo limitare i danni ma non penso si possa più tornare ad una situazione sana. Non si può recuperare un ritardo che abbiamo accumulato in oltre trent'anni.
Quali le soluzioni più efficaci per evitare scenari sempre più catastrofici?
A mio avviso le più efficaci sono quelle legate all'abbattimento degli sprechi che comunque nella nostra società sono tanti. Non siamo i peggiori al mondo se consideriamo che gli americani sprecano il doppio di noi europei ma possiamo e dobbiamo tagliare un terzo di quanto sprechiamo.
Ci vuole quindi più sobrietà?
Certo. Bisogna riflettere di più sul necessario rispetto al superfluo considerando che dobbiamo arrivare a emissioni zero entro il 2050: un taglio gigantesco. Abbiamo bisogno di una nuova filosofia come ci ha insegnato Papa Francesco nell'enciclica Laudato Si che ci invita ad accontentarci ed abbassare le nostre pretese. Le immagini assurde, per fare un esempio, degli yacht degli oligarchi russi che sono stati sequestrati, gridano vendetta al cielo! Il resto lo possiamo fare con l'aiuto, prezioso della tecnologia, ad esempio con pannelli solari che sostituiscono centrali a carbone.
Crede che la guerra e la crisi energetica che viene paventata porti ad una frenata sulle politiche ambientali?
Purtroppo è un dato di fatto. La guerra rischia di far ritardare tutti i processi iniziati sull'ambiente. Negli ultimi tre mesi siamo piombati in una situazione di emergenza che oltre a causare indicibili sofferenze con la perdita di vite umane, peggiora i parametri ambientali. Poi c'è il problema drammatico degli investimenti in armi: adesso per anni miliardi di euro verranno spostati nel settore bellico e tolti anche alla transizione ecologica.
Parliamo di Vaia: cosa l'aveva colpito, diciamo a freddo, di quella terribile tempesta?
La perdita di quel paesaggio per me è stato davvero un trauma. L'unico aspetto positivo in un evento così catastrofico si lega al limitato numero di vittime evitato anche dalle previsioni metereologiche che avevano allertato la popolazione.
Dobbiamo prepararci ad altri fenomeni estremi come Vaia?
Sì, anche se non necessariamente ad una tempesta di vento come Vaia. E' tutto il catalogo degli eventi estremi che sta aumentando di frequenza. Il caldo di questi giorni che avvertiamo in Italia a maggio lo sì può catalogare come un fenomeno estremo anche se non muore nessuno per 35°. Ma ci sono luoghi della terra come India a Pakistan dove oggi ci sono oltre 50 gradi.
Luca Mercalli, prendendo spunto proprio dal titolo della conferenza su Vaia, le chiederei se davvero ormai "non c'è più tempo"?
Purtroppo è così. Il tempo che avevamo a disposizione è già scaduto considerando che il cambiamenti climatici sono già in atto e sono drammatici. Non stiamo parlando di un fenomeno che arriverà in futuro ma di qualcosa che stiamo già vivendo. Il tempo è scaduto nel senso che ora possiamo pensare solo alle soluzioni, alla terapia, alla cura come quando si ha una malattia. Ora possiamo solo limitare i danni ma non penso si possa più tornare ad una situazione sana. Non si può recuperare un ritardo che abbiamo accumulato in oltre trent'anni.
Quali le soluzioni più efficaci per evitare scenari sempre più catastrofici?
A mio avviso le più efficaci sono quelle legate all'abbattimento degli sprechi che comunque nella nostra società sono tanti. Non siamo i peggiori al mondo se consideriamo che gli americani sprecano il doppio di noi europei ma possiamo e dobbiamo tagliare un terzo di quanto sprechiamo.
Ci vuole quindi più sobrietà?
Certo. Bisogna riflettere di più sul necessario rispetto al superfluo considerando che dobbiamo arrivare a emissioni zero entro il 2050: un taglio gigantesco. Abbiamo bisogno di una nuova filosofia come ci ha insegnato Papa Francesco nell'enciclica Laudato Si che ci invita ad accontentarci ed abbassare le nostre pretese. Le immagini assurde, per fare un esempio, degli yacht degli oligarchi russi che sono stati sequestrati, gridano vendetta al cielo! Il resto lo possiamo fare con l'aiuto, prezioso della tecnologia, ad esempio con pannelli solari che sostituiscono centrali a carbone.
Crede che la guerra e la crisi energetica che viene paventata porti ad una frenata sulle politiche ambientali?
Purtroppo è un dato di fatto. La guerra rischia di far ritardare tutti i processi iniziati sull'ambiente. Negli ultimi tre mesi siamo piombati in una situazione di emergenza che oltre a causare indicibili sofferenze con la perdita di vite umane, peggiora i parametri ambientali. Poi c'è il problema drammatico degli investimenti in armi: adesso per anni miliardi di euro verranno spostati nel settore bellico e tolti anche alla transizione ecologica.
Parliamo di Vaia: cosa l'aveva colpito, diciamo a freddo, di quella terribile tempesta?
La perdita di quel paesaggio per me è stato davvero un trauma. L'unico aspetto positivo in un evento così catastrofico si lega al limitato numero di vittime evitato anche dalle previsioni metereologiche che avevano allertato la popolazione.
Dobbiamo prepararci ad altri fenomeni estremi come Vaia?
Sì, anche se non necessariamente ad una tempesta di vento come Vaia. E' tutto il catalogo degli eventi estremi che sta aumentando di frequenza. Il caldo di questi giorni che avvertiamo in Italia a maggio lo sì può catalogare come un fenomeno estremo anche se non muore nessuno per 35°. Ma ci sono luoghi della terra come India a Pakistan dove oggi ci sono oltre 50 gradi.