Sud del Mondo
Allarme grave crisi alimentare
Il conflitto in Ucraina ha aggravato le condizioni di vita delle popolazioni del Sud del Mondo, già colpite pesantemente dalla crisi alimentare dovuta a cause ambientali, climatiche, economiche e sanitarie. Il Direttore Generale della Fao, Qu Dongyu ha denunciato «il tragico legame tra conflitto e insicurezza alimentare». Il rapporto annuale lanciato il 4 maggio dal Global Network Against Food Crises (Gnafc), un'alleanza internazionale di Nazioni Unite, Unione Europea, agenzie governative e non governative che lavorano insieme per affrontare le crisi alimentari, rivela che già nel 2021 circa 193 milioni di persone in 53 paesi o territori hanno sperimentato un'insicurezza alimentare acuta con un aumento di quasi 40 milioni di persone rispetto al numero già record del 2020. Oltre mezzo milione di persone (570.000) in Etiopia, Madagascar meridionale, Sud Sudan e Yemen sono state classificate nella fase più grave di catastrofe acuta da insicurezza alimentare (Ipc/Ch Fase 5) e hanno richiesto un'azione urgente per scongiurare la morte per fame. Il rapporto dimostra che la guerra ha evidenziato la fragilità dei sistemi alimentari globali. Infatti i Paesi più esposti alla crisi alimentare dipendono fortemente dalle importazioni di prodotti agricoli e materie prime dai Paesi in guerra. Per il Direttore Esecutivo del World Food Programme David Beasley «diventa necessario invertire la crisi globale prima che sia troppo tardi». Bisogna sostenere la produzione agricola localizzata dei piccoli proprietari. L'organizzazione umanitaria «Azione contro la fame» ritiene «sia giunto il momento di rafforzare la sovranità alimentare ed economica degli Stati attraverso la trasformazione dei sistemi alimentari e la riduzione della dipendenza dai gruppi agroindustriali multinazionali».
Franca Cicoria – ROCCA 1/06