mercoledì 13 luglio 2022

IL LAVORO C'E MA IL RISCHIO DI PERDERLO E' GRANDE: DA APPALTO A SUBAPPALTO

 Da Taranto “Rischiamo di perdere il nostro lavoro nei trasporti per Eni”

CARI AMICI DEL “FATTO”, avete parlato spesso dei drammi di Taranto, come vostro solito senza superficialità e timore di indicare i responsabili e i loro nomi, al contrario di tanti altri giornali. Siamo venti autisti di autobotti che rischiano improvvisamente di perdere il posto di lavoro, non perché il lavoro manchi, ma perché l’Eni lo toglie ai locali per affidarlo a un colosso dell’autotrasporto. Pur a parità di requisiti e condizioni. Vi chiediamo gentilmente di leggere la nostra lettera aperta al riconfermato sindaco di Taranto e, se lo ritenete, farne cenno sul giornale.

“Caro sindaco Melucci, a scriverle sono gli autisti della Italiana Trasporti, impresa tarantina da sempre impegnata sul territorio nel trasporto di bitume. Un’azienda che, con grandi sacrifici e dedizione, mantiene venti famiglie. Oggi, però, le commesse su Taranto stanno diminuendo; Eni ha deciso di affidarne una parte a un grande gruppo piemontese, che qui già detiene gran parte del trasporto carburanti. Perché l’Eni di Taranto, che da anni lavora con le Pmi del territorio, preferisce un’impresa settentrionale? Perché un’azienda a partecipazione statale ignora le realtà locali? La nostra dignità di lavoratori e l’economia delle nostre famiglie dipendono da questo lavoro. La libera concorrenza è sacrosanta, ma non possiamo accettare l’abuso di posizione dominante perpetrato dal gigante dell’autotrasporto che si fa strada sostenuto da Eni, ignorando che a Taranto c’è un’altra impresa qualificata ai vertici degli standard da Eni stessa.

In più, c’è una clamorosa beffa: l’azienda del nord che ottiene l’appalto, non avendo le maestranze specializzate, lo subappalta alle piccole imprese locali a cifre inferiori. Perché le imprese di Taranto non sono buone per svolgere il lavoro in appalto ma in subappalto sì?

Le chiediamo aiuto affinché il nostro lavoro e la nostra economia non vengano ulteriormente depredati da chi ha dimostrato di essere interessato solo al proprio tornaconto, a danno di una città già punita da una situazione ambientale compromessa e dal disinteresse governativo che, dopo anni di promesse, non ha impedito la sofferenza e la morte di tanti suoi e nostri figli.

GIANFRANCO GIANFREDA, A NOME E PER CONTO DI TUTTI I COLLEGHI DIPENDENTI DELLA ITALIANA TRASPORTI

Il Fatto Quotidiano, 5 luglio