Disarmiamoci! Il nome del Dio in cui crediamo è PACE
Appello per la ventunesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2022
Dopo la celebrazione del XX anniversario della sua nascita, la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico ritorna in uno scenario drammatico, quello della guerra in Ucraina: che, peraltro, è solo la punta dell’iceberg di un mondo in guerra. Quella che è stata definita da papa Francesco la “terza guerra mondiale a pezzi” ha raggiunto nel 2022 l’Europa, ma già nel 2014 nel Donbass scoppiò una guerra scivolata via nell’indifferenza generale, per non parlare della guerra nella ex Yugoslavia nell’ultimo decennio del Novecento.
E dei teatri di guerra
ormai dimenticati in Siria, Yemen, Repubblica democratica del Congo,
Libia, Palestina, Afghanistan, Iraq, Libano, Sud Sudan e in tanti altri
paesi.
La Giornata, nata all’indomani dell’11 settembre 2001 per scongiurare il paventato “scontro di civiltà”, dopo alcuni anni ha assunto come data fissa il 27 ottobre per ricordare l’incontro interreligioso convocato da Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi per richiamare la responsabilità dei leader religiosi ad agire a favore della pace.
Siamo consapevoli del sottile legame tra religioni e violenza, siamo consapevoli delle polarità insite nei testi sacri delle nostre religioni e delle letture fondamentaliste che spesso se ne fanno, letture che semplificano la realtà e fomentano la guerra.
La guerra ha spesso venature religiose, ma il nome autentico di Dio è pace.
La Giornata, nata all’indomani dell’11 settembre 2001 per scongiurare il paventato “scontro di civiltà”, dopo alcuni anni ha assunto come data fissa il 27 ottobre per ricordare l’incontro interreligioso convocato da Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi per richiamare la responsabilità dei leader religiosi ad agire a favore della pace.
Siamo consapevoli del sottile legame tra religioni e violenza, siamo consapevoli delle polarità insite nei testi sacri delle nostre religioni e delle letture fondamentaliste che spesso se ne fanno, letture che semplificano la realtà e fomentano la guerra.
La guerra ha spesso venature religiose, ma il nome autentico di Dio è pace.
Se
vogliamo dire Dio dobbiamo dire pace.
L’unica via che, attraverso il
dialogo, ci conduce a Dio è quella della pace. Esprimiamo perciò con
forza un NO alla guerra, alla produzione e al commercio delle armi e un
SÌ al ricorso alle trattative diplomatiche e al disarmo totale.
Incontriamoci per aiutarci a radicare in noi le parole e i gesti di pace
che ci sono offerti dal nucleo fondante dei nostri testi sapienziali!
Come recita una dichiarazione delle Nazioni Unite: “Poiché le guerre
iniziano nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono
essere costruite le difese della pace" (Atto costitutivo dell’UNESCO -
Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la
Cultura, 1945). Impegniamoci, cristiani e musulmani, per essere
unanimemente costruttori della cultura della pace in famiglia, a scuola,
nella società e nelle comunità religiose; e per soccorrere e accogliere
i profughi di ogni guerra senza alcuna discriminazione, condividendo i
beni materiali e immateriali che il Creatore ci ha donato e dando voce
al germe di fratellanza e sorellanza che abita il nostro essere creato
da Dio.
Invitiamo ogni donna e ogni uomo di buona volontà a organizzare
attorno al 27 ottobre incontri che siano frutto della creatività di
ciascuna e ciascuno per celebrare questa XXI Giornata ecumenica del
dialogo cristiano-islamico dedicata alla pace tra i popoli, e perciò
alla vita.
Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico Roma, 2 luglio 2022
Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico Roma, 2 luglio 2022